vangatura
La vangatura è estremamente faticosa.
Fare giardinaggio può essere anche molto faticoso, se non si sa come risparmiare energie. Qui vi diamo qualche piccolo suggerimento utile

Secondo gli ultimi studi scientifici, fare giardinaggio, oltre a funzionare molto bene come garden therapy (tecnica di rilassamento mediante la cura delle piante), aiuta anche a mantenersi in forma fisica: un’ora di attività moderata (eliminazione del secco, rinvasi, irrigazione con la canna ecc.) permette di bruciare 104 Kcal, mentre impegnandosi in operazioni più complesse (trapianti di arbusti o piantine da orto, vangatura, scerbatura, trasporto di materiali ecc.) si può addirittura consumare più del doppio (237 Kcal).

Certo, la condizione di base perché il giardinaggio risulti solo benefico è quella di agire secondo buonsenso, evitando di compiere sforzi sproporzionati rispetto al proprio fisico, ma chiedendo al corpo ciò che si sente di effettuare, senza eccessive forzature. L’organismo, infatti, come i migliori attrezzi da giardino, con il tempo si esaurisce: il tipo di sforzo da compiere, l’età, i dolori reumatici o qualche problema di salute possono costringere a limitare al minimo la fatica muscolare.

Ma prima di prendere decisioni drastiche e rinunciatarie, è bene abituarsi fin da giovani a “usare” correttamente il corpo, non solo nell’attività di giardinaggio, ma nei movimenti di ogni giorno, perché non solo il dolorosissimo strappo, ma anche l’indolenzimento o il fastidio sordo possono manifestarsi a qualunque età.

Buonsenso e relax

A cominciare dal necessario “riscaldamento muscolare”, che ogni attività fisica richiede: se avete in previsione lavori pesanti, sciogliete dolcemente i muscoli con allungamenti delle braccia e della schiena, torsioni del busto, piegamenti sulle gambe, saltelli sul posto. È un mini-allenamento che vi ripagherà riducendo il rischio di strappi muscolari.

Dopo l’inverno, o un periodo di scarsa attività in giardino, non pretendete di effettuare tutta la manutenzione in uno-due giorni: ricominciate con gradualità, dedicando il primo giorno un massimo di una-due ore a lavori faticosi e il resto della giornata a operazioni più leggere, e aumentando la difficoltà con il passare dei giorni. Il giardino vi ha già aspettato a lungo e potrà attendervi ancora per qualche tempo…

Sempre nell’ottica di un mix fra buonsenso e divertimento, fermatevi a riposare nel mentre di un’operazione particolarmente faticosa: possono bastare 5 minuti in una posizione più comoda, magari sgranchendo gli arti, per dare sollievo a muscoli e tendini, limitare l’affaticamento ed evitare che si trasformi in dolore. Se potate, alternate ogni 15 minuti le diverse attività, in modo da utilizzare parti del corpo e gruppi muscolari diversi: per esempio dopo un trapianto chinati provvedete all’annaffiatura, dopo la potatura di qualche metro di siepe raccogliete la risulta da terra ecc.

Naturalmente, non impegnatevi in operazioni che già in partenza appaiono faticosissime, oltre che magari complicate: l’abbattimento di un albero è attività da professionista perché è veramente impegnativa (e pericolosa).

Nell’accingervi a un’attività, cercate sempre la posizione migliore per operare: anziché di allungarvi pericolosamente su sostegni magari precari e improvvisati (con il rischio di compiere movimenti bruschi per mantenere l’equilibrio e ricavarne strappi o contusioni), utilizzate scale e sgabelli solidi e robusti per tenere le braccia all’altezza del lavoro da compiere.

Per dimezzare la fatica, adattate i comportamenti alla stagione: operate nelle ore centrali della giornata (meno fredde) in inverno e in quelle di prima mattina (ancora fresche) in estate; copritevi bene ma senza ingoffarvi in gennaio, utilizzate indumenti di cotone, freschi e aderenti in luglio, senza dimenticare un cappello a tesa larga e le creme solari per proteggervi dai raggi cocenti. Tenete sempre a portata di mano una bottiglia d’acqua, anche in inverno: a volte i crampi muscolari vengono provocati dalla disidratazione, che causa uno scompenso nel bilancio del potassio, il minerale la cui carenza è responsabile delle contratture.

Buoni attrezzi, metà fatica

La differenza fra un attrezzo “primo prezzo” e uno più costoso non sta solo nella robustezza, ma anche e soprattutto nell’ergonomia dell’oggetto: le aziende serie elaborano cesoie, troncarami ecc. dalle forme ergonomiche, in materiali leggeri, con impugnature anti-vescica, che non affaticano la mano né il braccio, assorbono le vibrazioni senza ritrasmetterle all’arto e, in sostanza, riducono il rischio di contratture e strappi. Prima dell’acquisto, provateli a lungo, per capire se si confanno alla vostra mano, senza stancarla anche con un utilizzo prolungato.

Il giardiniere può contribuire alla funzionalità mantenendo in perfetta efficienza gli attrezzi: lame sempre ben affilate, meccanismi oliati, manutenzione regolare laddove richiesta, pulizia generale aiutano a contenere l’affaticamento dell’operatore nell’uso.

Molti tra gli attrezzi da giardino esistono oggi in versioni con manici lunghi o con aste telescopiche: il vantaggio sta nel non doversi chinare per lavorare raso-terra (per esempio con le forbici rifila-bordi o l’estirpatore di erbacce) né allungare per raggiungere le piante più alte (ad esempio con il troncarami o la tosasiepi), risparmiando la muscolatura.

Anche per la vangatura, uno dei lavori più faticosi, esistono attrezzi in grado di ridurre il carico di lavoro, come i frangizolle rotanti o i modelli fissi a T, dotati di un “ragno” d’acciaio terminale che si inserisce nel terreno: con questa attrezzatura si sollecitano solo parzialmente i muscoli dorsali, a differenza di ciò che accade se dovete sollevare una pesante vanga di terra.

Salvare la schiena

Fra tutte le parti del corpo che, nel giardinaggio come nelle attività quotidiane, vengono sollecitate, la schiena è quella che si trova a dover sopportare il maggior carico. Infatti il primo e, a volte, più pesante problema è rappresentato dal mal di schiena: che sia un fastidio persistente o sporadico oppure un vero e proprio “colpo della strega” non va trascurato e, soprattutto, può essere prevenuto mediante movimenti corretti.

In primo luogo ogni genere di piegamento verso terra va effettuato piegando le gambe e mai la colonna vertebrale, le cui fasce muscolari lombari sono molto sensibili agli afosi, soprattutto se al piegamento segue il sollevamento di un peso. Meglio quindi far lavorare le gambe: le cosce hanno muscoli più forti, che risparmiano buona parte della fatica alla spina dorsale.

Un’operazione gravosa come la vangatura non va eseguita mantenendo una postura piegata in avanti: arretrate di un passo e fate leva sulle gambe, così lo sforzo diminuisce e la schiena ne risente meno.

I pesi vanno equamente distribuiti fra le due braccia: eviterete di inarcare la schiena verso il lato più pesante, nel tentativo di riequilibrare la postura.

Se dovete lavorare a lungo a livello del terreno (cosa però evitabile creando aiuole sopraelevate…), due sono le possibilità: fatelo seduti su uno sgabello o inginocchiati appoggiando il fondoschiena sui talloni. Nel primo caso esistono sgabellini appositi, specifici per il giardinaggio (ma anche quelli piccoli e pieghevoli, da picnic, possono andar bene), sui quali si può rimanere a lungo senza affaticare i muscoli dorsali. Nel secondo caso la scelta dell’attrezzo è ancora più ampia: cuscini o tappetini in gomma, ginocchiere, addirittura sgabelli con i manici rovesciati sui quali fare poi leva per rialzarsi con maggior facilità. Un solo consiglio, in aggiunta: nell’usare cuscini e sgabelli, appoggiate le tibie, più robuste, piuttosto che le rotule, più delicate.

Giardinaggio sì, fatica no - Ultima modifica: 2022-11-07T06:22:20+01:00 da Elena Tibiletti