gatto
Il comportamento predatorio nel gatto rimane molto accentuato anche in casa.
L'istinto predatorio nel gatto domestico è rimasto nonostante secoli di domesticazione, e si esplica nella caccia anche fra le mura domestiche
Il gatto domestico è un carnivoro stretto, proprio come il suo antenato selvatico del quale non solo ha conservato e mantenuto le medesime abitudini alimentari, ma ha anche ereditato le stesse strategie di caccia, nonostante secoli di domesticazione. Quello che distingue nettamente il gatto da altri animali domestici è il suo istinto predatorio immutato nel tempo: proprio come gli antenati felini selvatici, anche i nostri gatti domestici moderni se lasciati liberi di esprimersi in natura sono in grado di cacciare piccoli roditori, uccelli e insetti.
La caccia tra i gatti selvatici, oltre a essere un'abilità indispensabile alla sopravvivenza, era anche una forma di selezione naturale della specie a cura di madre natura: i gatti più abili sopravvivevano e si riproducevano, i gatti meno abili nella caccia perivano, questo significa che il nostro gatto domestico discende dai migliori cacciatori.
Il comportamento alimentare del gatto è rimasto invariato nei secoli: anche se oggi la maggior parte dei gatti domestici si nutre con ottimo cibo offerto dai loro compagni umani, se lasciato libero il gatto seguirà l'istinto e si comporterà esattamente come un qualsiasi gatto selvatico che quotidianamente si nutre dalle 10 alle 16 volte al giorno, predando e cacciando prettamente nel momento del crepuscolo, alba e tramonto, ma non disdegnando battute di caccia anche durante il giorno, per un totale di circa una ventina di tentativi al giorno.
Per assecondare questo modo istintivo di mangiare è importante che i nostri gatti domestici facciano tanti piccoli pasti durante il giorno, così da simulare tante piccole battute di caccia. Sarebbe anche importante rendere dinamico il momento del pasto ricreando anche per il nostro micio piccole dinamiche di caccia in cui vivere l'istinto predatorio e "guadagnarsi" il cibo come fosse una preda viva da catturare in natura, così si sentirà veramente appagato e felice.
L'alimentazione per il gatto è un'attività solitaria, che a differenza nostra o di altri animali da branco, come il cane ad esempio, non ha alcun significato sociale, anzi, al contrario, costringere più gatti a mangiare nello stesso ambiente crea nei felini estremo disagio.
L'alimentazione per il gatto comprende una serie di comportamenti stereotipati che  formano una sorta di sequenza: ricerca della preda, stalking, inseguimento, uccisione.
L'unica differenza che c'è nella sequenza predatoria del gatto selvatico e quello domestico è che il domestico una volta uccisa la preda il più delle volte non la mangia, ma la riporta a casa "in dono" e predilige mangiare il cibo nella ciotola.
La capacità di cacciare richiede delle abilità che il gatto sviluppa sin da cucciolo allenandole nel gioco con la mamma e i fratelli: la mamma ha il compito di affinare le tecniche di caccia dei gattini prima di lasciarli. Nel gatto a differenza di altri predatori l'istinto di caccia e il senso di fame non sono correlati, i gatti non cacciano perché hanno fame, come abbiamo visto con i gatti domestici che portano a casa la preda morta ma non la mangiano; così i gatti selvatici cacciano perché sono stati stimolati da un odore, un suono o un movimento che li ha attivati, fornendo così lo stimolo ad attivare una sequenza predatoria che molto probabilmente andrà a buon fine. Questo è il motivo per il quale dentro casa il nostro gatto gioca spesso e all'improvviso, magari attivandosi sul movimento delle nostre caviglie che si muovono dentro casa o di un piede sotto il piumino.
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Gatto, il comportamento predatorio (parte 1) - Ultima modifica: 2024-05-20T06:20:28+02:00 da Elena Tibiletti