Qui vi presentiamo 3 tra i funghi tra i più diffusi e facili da coltivare anche in casa, mentre gli ultimi 2 ci piacerebbe che fossero facili, ma in realtà non si possono quasi nemmeno coltivare, per il momento. I primi 3 si trovano in vendita in kit comprendenti il micelio e il substrato.
Se volete cimentarvi in una coltivazione complessa ma che può regalare grandi soddisfazioni, dopo aver scelto la specie, potete leggere qui i nostri consigli per realizzare una fungaia.
Le orecchie d’elefante
La specie tipo è il Pleurotus ostreatus (orecchione, gelone o fungo ostrica) ma esistono almeno altre 20 specie, tutte commestibili, appartenenti a questo rinomato genere di funghi basidiomiceti.
Il cappello è inizialmente convesso per divenire poi a forma di ostrica o di ventaglio. Il colore va da bruno violaceo a bruno rossiccio o grigio biancastro. Le lamelle sono fitte, lungamente decorrenti sul gambo, di colore da biancastro a bianco-crema o grigiastre. Il gambo è laterale o eccentrico, irregolarmente cilindrico, talvolta assai corto, assottigliato alla base, assume spesso un aspetto fusiforme, bianco o biancastro. La carne è molto compatta, soda, bianca. Il suo odore è forte, di farina fresca.
La coltivazione, anche industriale, non è difficile. Pleurotus predilige substrati semplici quali paglia di grano sminuzzata e segatura impastata con acqua, pastorizzata e infine inoculata (seminata). È anche possibile coltivarlo inoculando parti di tronco di quercia, pioppo, salice o gelso. Fruttifica durante tutto l’inverno.
I pioppini o piopparelli
L'Agrocybe aegerita, conosciuta come piopparello o pioppino, è uno dei funghi commestibili più gustosi, profumati e apprezzati.
Il cappello può raggiungere la dimensione massima di 15 cm di diametro, di color marrone scuro da giovane tende a schiarirsi durante la crescita fino a raggiungere tonalità molto chiare. Le lamelle sono fitte e chiare negli esemplari giovani per diventar poi più scure nei funghi adulti. Il gambo ha forma cilindrica, inizialmente bianco diventa in seguito più scuro e fibroso; presenta un anello appena sotto al cappello. La carne è bianca e tenera (più fibrosa quella del gambo) e ha un profumo gradevole.
È una specie saprofita piuttosto adattabile che si presta molto bene alla coltivazione artificiale, su ceppi di latifoglie (es. pioppo, salice, quercia, olmo e sambuco) parzialmente interrati e umidi, ma non bisogna allagare il terreno circostante in quanto un eccesso di acqua può inibire completamente la formazione dei carpofori (cioè del fungo commestibile). Possono inoltre esser utilizzati anche i substrati indicati per Pleurotus ma con una maggiore attenzione alla costante umidificazione e alla temperatura di qualche grado superiore (attorno ai 20 °C).
I prataioli e gli champignon
Il prataiolo (Agaricus pratensis) e lo champignon (Agaricus bisporus) sono funghi molto conosciuti, basidiomiceti appartenenti alla famiglia delle Agaricacee. Il cappello è carnoso con una colorazione dal bianco al bruno. Ha forma di globo quando è ancora giovane, allargata a maturità (il cappello può raggiungere i 10-12 cm di diametro). Le lamelle virano dal biancastro al rosa e al viola per divenire quasi nere al termine della crescita. La carne è bianca, di odore e sapore gradevole, una volta tagliata e a contatto con l'aria assume un colore rosaceo, quasi rosso in alcune zone.
Per coltivare i prataioli sarà sufficiente munirsi di una o più cassette di legno (tipo fruttivendolo) impermeabilizzate con plastica, da riempirsi con terriccio pre-compostato da letame equino, paglia e altri residui vegetali. Il micelio può essere comperato e inoculato quando le temperature sono attorno ai 25°C. A questo punto occorre tenere umido il substrato (non zuppo) e l’ambiente di crescita ombreggiato e non ventilato, la temperatura ottimale è di 23 °C. Superato il periodo di incubazione (15 giorni) avremo un raccolto ogni circa 10 giorni fino a esaurimento del substrato. La produttività indicativa è del 5% rispetto al peso del materiale inoculato e colonizzato dalle ife fungine.
I porcini
Appartenente alla numerosa famiglia delle Boletacee, il porcino (Boletus edulis) presenta un cappello medio-grande (fino a 30 cm di diametro) di colore marrone vellutato, dapprima emisferico, irregolarmente lobato, talvolta poco sviluppato rispetto al gambo, poi convesso e regolare a maturità. Il gambo è di colore nocciola chiaro, di dimensioni medie 15 x 10 cm, robusto, obeso, da gibboso a cilindrico, più attenuato all'apice. La carne è bianca e immutabile al taglio, soda negli esemplari giovani, floscia e spugnosa nei vecchi. Il suo odore è particolarmente grato e persistente, appetitoso.
La coltivazione dei porcini è più difficile delle altre specie poiché si tratta di una specie simbionte e non saprofita. In natura si trova nei sottoboschi di querce, castagni, abeti e faggi e tali caratteristiche devono essere ricreate per una proficua coltivazione. Per questo motivo avrete bisogno prima di tutto di alberi delle citate essenze e in secondo luogo di effettuare una micorizzazione del terreno, che consiste nel trasferire in prossimità delle radici l’inoculo fungino al fine di dare il via al rapporto di simbiosi. L’inoculo può essere acquistato, ma si consiglia di effettuare le analisi del suolo prima di avviare la coltivazione, e in ogni caso di interrare terriccio o suolo in cui siano già cresciuti funghi porcini. In questo modo avrete maggiori possibilità con la fungaia che, nel caso dei porcini, rimane un’impresa difficile da portare a termine con successo.
Le mazze da tamburo
La mazza di tamburo (Macrolepiota procera), conosciuta anche come puppola, bubbola maggiore, ombrellone o parasole, è un fungo basidiomicete della famiglia Agaricacee. È sicuramente uno dei più vistosi tra i funghi apprezzati come commestibili.
Il cappello è inizialmente sferoidale, poi convesso ed a maturità piano (presenta il caratteristico umbone, protuberanza centrale bruno grigiastra. Le lamelle sono fitte, numerose, irregolari e di colore bianco o giallastro, poi tendenti al color rosato-bruno o cipria e imbrunenti al tocco. Il gambo è slanciato e sottile (20-45 cm x 10-20 mm), cavo e cilindrico (adornato da un anello doppio sotto al quale è presente una caratteristica squamatura color caffellatte. La carne è bianca e tendente al rosato o al rossastro al taglio, poco consistente e fragile nel cappello, fibrosa invece (quasi legnosa) nel gambo. L’odore è leggero e di nocciola.
Poche informazioni sono disponibili sulla coltivazione di questo fungo che in effetti risulta essere molto diffuso in tutta Italia e quindi facile da reperire in spazi aperti, radure e boschi di latifoglie e conifere, dove fa la sua comparsa dall'inizio dell'estate ad autunno inoltrato crescendo in folti gruppi e raramente in esemplari singoli. Il consiglio generale è quello di usare i substrati comuni alle altre specie saprofite (tronchi di legno morbido o duro, paglia, segatura e residui vegetali pre-compostati).