Uno dei simboli della primavera sono le fritillarie, bulbose adatte alla coltivazione nelle zone meno calde d'Italia, e anche in montagna, tutte generose nella produzione di campanelle rivolte verso il basso nei colori più diversi ma tipici per ciascuna specie. Ecco alcune indicazioni per la loro coltivazione.
Fritillaria, le specie
La più appariscente è la corona imperiale (Fritillaria imperialis), dallo stelo alto più di 1 m che porta infiorescenze vistose, composte da una corona di campanelle reclinate gialle (‘Maxima Lutea’), arancioni (nella specie) o rosse (‘Rubra Maxima’), sormontate da un ciuffo di foglie verdi rivolte all’insù.
Poi c’è il bossolo dei dadi (F. meleagris), alta 20-25 cm, con fiori molto curiosi: piccole campanule a petali quadrettati o bruni o bianchi venati di verde, rivolte all’ingiù.
Meno diffuse F. persica dai fiori uniformemente viola opaco, F. michailovski dalle campanelle viola scuro bordate di giallo uovo, F. acmopetala dalle corolle verdi con bande viola, e altre ancora, tutte coltivabili anche in vaso nel primo anno.
Fritillaria, come coltivarla
Richiedono tutte una posizione soleggiata da ottobre ad aprile e ombreggiata nei mesi caldi, un terreno fertile e ben drenato, una concimazione organica in autunno ogni anno.
Il bulbo di F. imperialis va interrato a 15-20 cm di profondità e a 25 cm di distanza dai suoi consimili; tutti gli altri si pongono a 10 cm dalla superficie e a 15 cm uno dall’altro. Piantati in masse fitte (10 o più elementi) sul fondo del prato o del giardino, o a ridosso di un muro di cinta, creano belle macchie cromatiche.
Quando i fiori appassiscono, si recidono gli steli e poi ci si dimentica delle piante.
(Tratto da "Saper fare" - Pubblicato su Giardinaggio 4/2014)