felicia
Felicia, una margherita color lavanda perfetta per il pieno sole.
In una insolita nuance di lavanda, la felicia o agatea è una margherita che ci accompagna da giugno a ottobre, ininterrottamente in fiore

Anche a fine stagione c’è una grande risorsa per colorare i nostri balconi e terrazzi: sempre loro, le margherite, generosissime per mesi e mesi. Fra le tante, c’è la felicia o agatea (Felicia amelloides [= Agathaea coelestis], famiglia Asteracee o Composite), che ci regala un colore non frequentissimo tra le Asteracee: un indaco quasi lavanda o glicine che ha un pari solo nella cicoria selvatica (Cichorium intybus) e che possiamo sfruttare per belle composizioni con altre margherite di stagione (Coreopsis, Aster, Sanvitalia, Bidens) in tinte assonanti o a contrasto secondo le nostre preferenze.

Questo splendido cespuglietto, dal portamento a cuscino e originario del Sudafrica, ha una fioritura molto prolungata: infatti le margherite, dai “petali” azzurri e disco giallo, sbocciano dalla primavera fino ai primi freddi invernali, a ondate successive. Le foglie, di colore verde brillante, sono carnose e persistenti.

Il “fiore” delle Asteracee

Virgolettiamo “petali” perché, come per tutte le margherite, quello che a noi sembra un fiore composto da “un disco al centro e i petali tutt’intorno” in realtà è un’infiorescenza. I petali infatti non sono petali, bensì anch’essi fiori, così come il disco a sua volta è fatto da tantissimi, piccolissimi fiori. Questa architettura fa sì che il fiore non sia un fiore, bensì un’infiorescenza, perché è composto da due tipi diversi di fiori minutissimi.

Quelli più importanti sono i fiori del disco, fiori tubulosi perché i cinque minuscoli petali che li formano si saldano fra loro per il lungo a formare un tubicino, al cui interno sono contenuti gli organi riproduttivi (stami e ovario) e i nettarii per richiamare gli insetti per l’impollinazione.

Nei fiori della corona (i cosiddetti “petali”), invece, le strutture riproduttive mancano: i cinque petali si saldano fra loro su un unico piano, assumendo l’aspetto di un petalo. Si chiamano perciò fiori ligulati, perché somigliano a piccole lingue, e sono assolutamente sterili, perlomeno nella sottofamiglia delle Asteracee (rimangono fertili nelle Cicoriacee, perché questa sottofamiglia non possiede i fiori tubulosi). La loro funzione è quindi solo vessillifera, cioè hanno il compito di farsi notare dagli insetti impollinatori, che non sarebbero in grado di vedere un singolo fiore tubuloso, ma notano subito un simile insieme di corolle che simulano un grande fiore.

Com'è fatta la felicia

Piantina erbacea semi-arbustiva perenne, proveniente dal Sudafrica, che in vaso viene coltivata in genere come annuale. È alta fino a 60 cm e larga fino a 40 cm; presenta foglie ovali, di colore verde smeraldo. Da giugno a ottobre emette una profusione di fiori a forma di margherita, di medie dimensioni e di colore azzurro o viola.

Desidera il pieno sole, perché all’ombra i fiori non si aprono. Non è molto resistente al freddo, ma si adatta a terreni poveri e sassosi e vive bene in vaso.

Come utilizzarla

La felicia si utilizza in giardino come bordura per aiuole e vialetti, e nelle aiuole come macchia di colore, ma si coltiva anche in vaso (diametro min 20 cm per un esemplare) e in cassette in purezza o mista ad altre margherite a lunga durata. Vale per tutte lo stesso consiglio: con pazienza recidiamo i capolini non appena si richiudono per la fine fioritura: è un modo obbligato per assicurarsi la produzione continua di nuovi boccioli.

Mettiamola in pieno sole, anche quello estivo più forte, o al massimo a mezz’ombra, dalle coste siciliane alle Alpi: ci ringrazierà fiorendo in abbondanza da giugno a ottobre. Tollera infatti temperature fino a 45 °C e, all’opposto, a 5 °C, la salsedine e i venti salmastri. È adatta ai giardini costieri perché ha una discreta resistenza alla siccità, anche se l’irrigazione può essere necessaria per migliorare la fioritura.

Si coltiva all’aperto tutto l’anno nel Sud, dove sopravvive all’inverno senza protezioni; va invece pacciamata e ritirata in serra fredda in Val Padana e portata a svernare in un locale chiuso ma fresco sulle Alpi.

Attenzione al drenaggio

Nel vaso, di plastica, facciamo attenzione al drenaggio: non sopporta assolutamente i ristagni idrici, soprattutto in inverno (non mettiamo mai il sottovaso da ottobre ad aprile), quindi è necessario uno strato di 2 cm di ghiaia o 3 cm di argilla espansa. Utilizziamo un buon terriccio per piante da fiore, come Evergreen Gerani & Piante fiorite di Turco Silvestro. Annaffiamo in abbondanza da aprile a settembre appena il terriccio si è asciugato, e sporadicamente negli altri mesi se non piove. Da aprile a ottobre va concimata con un prodotto liquido specifico per piante da fiore distribuito nell’acqua d’irrigazione ogni 15 giorni. In febbraio si può potare a 10 cm d’altezza per rinvigorire la pianta e restituirle una forma regolare.

In giardino preferisce un terreno fertile, leggero e ben drenato, che rimanga sempre soffice e ben arieggiato, con annaffiature abbondanti in primavera-estate, scarse in autunno, nulle in inverno: benché resista a lunghi periodi di siccità, le irrigazioni in primavera-estate velocizzano la crescita e migliorano l’aspetto.

Felicia, la margherita color lavanda - Ultima modifica: 2024-07-19T06:01:08+02:00 da Elena Tibiletti