Le felci richiamano alla mente piacevoli valli, fresche e ombreggiate foreste rallegrate dal costante gorgoglio dei ruscelli. Il loro utilizzo nelle nostre case e in giardino ci rievoca queste immagini.
Storia e biologia delle felci
Le felci hanno fatto comparsa sulla terra intorno ai trecento milioni di anni fa. Se è vero che i muschi sono state le piante pioniere nella conquista dell'ambiente terrestre, non vi è dubbio che le felci, pur rimanendo legate ad ambienti umidi, sono state le prime ad aver sviluppato caratteristiche tali da favorire il loro insediamento in ambienti meno fradici, potendo quindi avanzare maggiormente verso l’entroterra e formare le immense foreste che, a quei tempi, coprivano buona parte dei Continenti.
Proprio per la loro antichissima origine le felci si riproducono senza la formazione di fiori, frutti e semi, ma solo attraverso piccole spore, che per la loro crescita necessitano di un alto livello di umidità. Per questo motivo i Tropici ospitano il più ampio numero di specie di felci, mentre nel nostro Paese queste piante rimangono principalmente legate ad ambienti umidi del sottobosco o in prossimità di stagni e torrenti.
Come coltivare le felci
Si dice che le felci siano difficili da coltivare: non è del tutto vero. Tante sono le specie disponibili, dagli italici capelvenere (Adiantum capillus-veneris) e felce maschio (Athyrium filix-mas) alle esotiche Nephrolepis exaltata e Platycerium bifurcatum. Tutte però desiderano le medesime attenzioni per una corretta coltivazione in giardino e le stesse cure per prosperare in casa.
L’ambiente dev’essere luminoso ma senza raggi diretti a colpire la superficie delle fronde (è improprio chiamarle foglie) per non bruciarle. La temperatura ideale è compresa fra 10 e 20 °C, tenendo presente che le specie italiane gradiscono una maggiore frescura rispetto a quelle tropicali. Poi viene il fattore fondamentale: l’umidità dell’aria. Provenendo tutte da boschi e foreste, dove l’atmosfera è per sua natura satura di goccioline d’acqua, soffrono terribilmente se collocate in una stanza dove l’aria è secca o, peggio, vicino a un termosifone.
La loro posizione ideale è nella stanza da bagno o, in subordine, in cucina per le felci di origine tropicale. Anche la camera da letto, se non troppo riscaldata, può andar bene. Quando nessuno dei locali a nostra disposizione risulta perfetto, dobbiamo vaporizzare ogni giorno le fronde con acqua lasciata riposare per un giorno nella pompetta. Inoltre, nel sottovaso uno strato di ghiaia o di argilla espansa mantenuto sempre coperto da un dito d’acqua aiuta molto.
L’umidità deve riguardare anche il terriccio: tastiamolo con il dito ogni giorno, per poi irrigare nel sottovaso se tende ad asciugarsi. Non deve però mai apparire fradicio. Il substrato deve avere una reazione acida (le felci sono tendenzialmente acidofile), quindi dev’essere a base di torba. Una miscela idonea comprende 2 parti di torba, mezza di buona terra da giardino e mezza di sabbia di fiume.
Anche l’acqua per l’annaffiatura è bene che non sia calcarea: lasciamola riposare nell’annaffiatoio per almeno 24 ore e versiamola senza vuotare il fondo. Da marzo a settembre le piante desiderano nell’acqua d’irrigazione un’aggiunta di fertilizzante liquido per piante verdi ogni 3 settimane. Eliminate alla base le fronde secche. Non amano le correnti d'aria, nè calda nè fredda, perchè la seccano. Si moltiplicano per divisione dei cespi ormai molto grandi, tra maggio e luglio: ecco il nostro video tutorial per dividere i cespi di felce.
Non hanno nemici, se non la scarsa umidità ambientale, che secca le fronde a partire dalle punte e le scolorisce lungo tutto l’asse. Il perdurare dell’aria secca le può seccare completamente.