Euphorbia amygdaloides
Euphorbia amygdaloides 'Purpurea'
Le Euphorbia succulente sono talmente tante e diverse fra loro che almeno una vale la pena di coltivarla, anche per la facilità di cura

Prima di diventare vivaista, Alberto Rova era semplicemente un appassionato collezionista, anche di Euphorbia, che non si è accontentato di raccogliere gli esemplari, ma ha voluto approfondire la conoscenza fino ad arrivare alla coltivazione, su scala vivaistica a partire dal 1992. La sua profonda conoscenza delle piante succulente non è solo teorica, data dai libri di testo, ma proviene dalla concreta esperienza quotidiana.

1 Esistono caratteri morfologici comuni a tutte le Euforbiacee succulente, che permettono di capire che la propria piantina, magari acquistata senza cartellino, è un'Euphorbia?

La caratteristica principale per tutte le Euphorbia la si riscontra nei fiori, che sono sostanzialmente simili – a parte la colorazione – e sono unici (nessun’altra categoria vegetale li ha così). Altra caratteristica è la presenza del lattice, solo che per accertarsene bisognerebbe provocare un piccolo trauma (tipo puntura con uno stuzzicadenti) in un angolo nascosto della pianta. In realtà, col tempo, osservandole, si impara a riconoscerle.

2 Quali sono le specie di facile coltivazione?

Penso che, tra tutte, la più coltivata sia Euphorbia milii, pianta ormai comunissima e sempre fiorita. A seguire E. horrida, E. resinifera, E. pentagona, E. mammillaris, E. obesa e tante altre.

3 Quali sono invece le più difficili?

Tra le piu comuni, direi che E. lactea ed E. pugniformis crestata tendono a marcire volentieri in inverno. Fra le meno frequenti, cito E. balsamifera, che ama invece essere bagnata in inverno, E. geroldi, pianta sempre assetata, E. cylindrifolia, E. decaryi e tutte le specie africane, originate ove caldo e asciutto imperano.

4 Quali infine le più spettacolari?

Direi che ogni Euphorbia è spettacolare... Ovviamente il massimo della meraviglia si trova in natura, dove le piantine che noi coltiviamo in vaso danno veramente il meglio, come nel caso della comune E. horrida che, una volta cresciuta, diventa un cespo monumentale. Merita anche E. resinifera, con i suoi “cuscinoni” compatti che avvolgono ciò che la circonda. E. eritrea, E. grandicornis, E. cooperii si possono definire alberi, vista la loro possente crescita.

Nel suo piccolo va citata E. cylindrifolia, con il suo grosso caudice dal quale partono rami tentacolari. E poi E. knuthii anch’essa magnifica per il caudice contorto: non ce n’è una uguale all’altra! Infine E. bupleripholia che, all’apparenza, sembra una pigna munita di foglie.

5 Come si coltivano in vaso?

La coltivazione per molte varietà è facile. La scelta del vaso va fatta in base alla grandezza della pianta: è sufficiente che all’occhio il vaso sia proporzionato alla dimensione della pianta stessa; comunque meglio evitare vasi piccoli, perché la pianta non riesce a esprimere la propria forma, crescendo verso l’alto piuttosto che a cespuglio. Il substrato deve essere ricco, ma ben drenato per evitare ristagni d’acqua; quindi, se si utilizza un terriccio universale (facilmente reperibile), bisognerà aggiungere un terzo di sabbia grossolana o lapillo o pomice. Le annaffiature saranno regolari dalla primavera fino all’autunno, controllando però che il terriccio sia asciutto: mai bagnare il substrato umido perché potrebbero instaurarsi marciumi radicali. In genere, salvo casi specifici, l’esposizione deve essere in pieno sole, valutando i casi: ad esempio, un angolo assolato di un balcone poco ventilato è sconsigliatissimo, soprattutto per la mancanza di una adeguata ventilazione.

6 Come vanno protette in inverno?

L’accorgimento più importante consiste nel proteggerle dal freddo: bisogna evitare che le piante vengano esposte a temperature inferiori ai 5-7 °C. Bisogna quindi ritirarle in un ambiente protetto, luminoso e asciutto, in genere alla metà di ottobre nel Nord Italia. In Riviera o nel Meridione il discorso cambia: basterà porre le piante in luoghi riparati, possibilmente protette solo dalla pioggia.

Le irrigazioni si sospenderanno per tutto l’arco del riposo vegetativo, vale a dire per tutto l’inverno. Infatti, freddo e umidità molte volte risultano letali.

7 Come farle fiorire?

La fioritura dipende come sempre dal buon riposo invernale delle piante. Se esse non vegetano durante inverno, mantenute al fresco e all’asciutto, avrete la fioritura.

8 Quali specie si possono coltivare in piena terra e dove?

In giardino di solito si piantano specie che crescono molto, per esempio E. eritrea, E. cooperii, E. halipedicola, E. tirucalli, E. milii, E. resinifera.

Ma si possono disporre anche le piante di dimensioni minori, a patto di proteggerle dalla pioggia con una copertura durante la stagione invernale: è il caso in specifico di E. horrida ed E. obesa.

Naturalmente la piantagione in piena terra può avvenire con sicurezza solo nelle zone di mare, dove le temperature sono più miti: ovviamente, in quasi tutto il Sud Italia il “problema-inverno” diventa marginale.

9 Come si coltivano in piena terra?

La primavera è la stagione da preferire per l’impianto: l’esemplare avrà tutto il tempo per radicare bene prima dell’inverno.

Bisogna scegliere sempre un posto protetto dal vento e magari leggermente in pendenza, per favorire lo scolo dell’acqua in eccesso. La buca sarà di dimensioni consone alla pianta; il drenaggio in piena terra varia in base alle zone: provvedete comunque a miscelare un po’ di ghiaia al terriccio della buca, in modo che almeno il colletto della pianta rimanga asciutto. L’irrigazione va valutata in base a clima ed eventi atmosferici: vale la regola che, se il terreno è umido, non si bagna.

In piena terra le piante crescono molto: a un dato momento servirà tagliare i rami sgraziati o ingombranti. Proteggetevi con guanti e occhiali: a volte, nell’atto del taglio, fuoriesce un piccolo spruzzo di lattice. L’operazione va condotta nei mesi caldi (da giugno ad agosto). I rami tagliati potranno servire per produrre nuove piante; basterà farli asciugare in un luogo ombroso per una quindicina di giorni e piantarli poi in un substrato di torba e sabbia per la radicazione.

10 È vero che il lattice contenuto è velenoso?

Sono pericolose se in casa si hanno bambini o animali? Purtroppo sì. Bisogna stare molto attenti quando la pianta subisce un trauma poiché emette un lattice molto urticante. Se vi investe, dovete lavarvi subito: consiglio di utilizzare l’olio di oliva per scioglierlo, visto che, più che un lattice, è una resina che s’appiccica. Non toccatevi mai il viso e gli occhi.

Euphorbia o euforbia, un genere multiforme - Ultima modifica: 2021-01-20T06:30:21+01:00 da Redazione Passione In Verde