Sulle foglie della vite possono comparire, dalla tarda primavera fino alla caduta, piccole galle, cioè rigonfiamenti sulla pagina superiore, dello stesso colore della lamina o appena più chiare o rossastre. Vengono causate da acari che rigonfiano la pagina superiore ispessendo invece quella inferiore che si riempie di peli. La patologia si chiama erinosi ed è provocata dall’eriofide della vite Colomerus vitis (= Eriophyes vitis): non provoca danni seri alla coltura tranne in casi molto rari di attacco veramente massiccio.
Com’è fatto l’eriofide della vite
Si tratta di un acaro eriofide ampelofago (attacca esclusivamente la vite), diffuso su tutto il territorio nazionale. Le femmine sono vermiformi, invisibili a occhio nudo (lunghezza 0,16-0,2 mm) e di colore bianco giallastro.
Le femmine e le larve svernano nelle perule delle gemme basali o sotto la corteccia nel punto di inserzione dei tralci e a marzo-aprile si spostano sulle gemme fiorali succhiandone la linfa e provocando i primi danni sulle foglie appena spuntate, in genere le prime due o tre foglie alla base del tralcio. Una primavera anticipatamente calda favorisce la moltiplicazione degli acari, la comparsa dei sintomi e i danni alle viti. Da fine maggio iniziano a migrare dalla base all’apice del tralcio per colonizzare giovani foglie su cui continuare lo sviluppo. Da agosto fino a ottobre-novembre inizia la migrazione dagli apici alla base dei tralci per raggiungere la posizione invernale.
Che danno provoca
I danni si notano sulle foglie, a partire da quelle appena formate, dove si notano bollosità (galle formatesi a seguito della suzione da parte degli acari) rivolte verso l’alto su aree più o meno grandi della foglia ma comprese fra le nervature, per una grandezza complessiva di alcuni centimetri. Nella pagina inferiore della foglia appaiono in corrispondenza delle bolle una peluria feltrosa, costituita da peli ipertrofici, dapprima di colore bianco, rosato o ocraceo che poi vira al rosso-brunastro con il progredire del disseccamento. All’interno della peluria si celano gli acari grandi circa 0,15 mm.
In caso di forti infestazioni vengono interessati anche i germogli che si presentano più corti di quelli normali ed è possibile anche un arresto del loro sviluppo, con emissione di nuovi germogli dalle gemme laterali. Anche i grappolini in casi molto rari vengono colpiti, sviluppando deformazioni e tomentosità nelle aree attaccate, successivamente disseccano provocando la perdita di interi grappoli o parti di essi.
Come prevenirlo
Fin dall’inizio della primavera controllare regolarmente il fogliame per individuare subito i segni di bollosità sulle lamine e staccare immediatamente le foglie colpite, raccogliendole e bruciandole (o smaltendole nel rifiuto indifferenziato). Se l’anno precedente si è manifestata l’infestazione, irrorare zolfo già al germogliamento delle foglie.
Come combattere l’eriofide della vite
I trattamenti anticrittogamici effettuati con zolfo sono di norma efficaci per il contenimento dell’acaro, tenendo presente che prima si effettua e meglio è. Per infestazioni gravi, ripetere fino a 3 volte l’irrorazione a intervalli di 10-14 giorni, badando di bagnare bene la pagina inferiore delle foglie.