Quando si pota, bisogna tenere presente che il taglio mette allo scoperto i tessuti vivi, normalmente ben protetti dalla corteccia rispetto all’ambiente esterno: quando vengono esposti, risultano vulnerabili soprattutto ai funghi patogeni, che causano marciumi e carie del legno, ma anche agli insetti parassiti. Occorre qualche giorno prima che si asciughino (cioè che i vasi linfatici smettano di versare linfa e che le singole cellule cessino di trasudare) e alcune settimane prima che si formi una sorta di callo che protegge nuovamente i tessuti sottostanti.
Potatura: mastice sì o no?
Questo periodo di tempo è quindi cruciale per una buona sopravvivenza della pianta. Già il rispetto delle buone norme di potatura porta la pianta a metà dell’opera, ma l’altra metà la fa ancora il giardiniere: e qui sorge un’altra domanda. Coprire il taglio con l’apposito mastice o lasciarlo scoperto?
Negli ultimi anni l’orientamento prevalente dei giardinieri professionisti consiste nell’utilizzare il mastice (uno straterello di 1 cm circa ben spalmato sulla superficie di taglio) solo se il diametro del ramo reciso supera i 10 cm, perché in questo caso il rischio di contaminazioni nocive è molto elevato. In alternativa, si può spalmare la pasta per tronchi oppure spolverare sali di rame, sempre con l'accorgimento di controllare il taglio con regolarità. Per i rami di diametro inferiore è meglio lasciare il taglio scoperto, con l’accortezza di dargli un’occhiata ogni 4-5 giorni per circa un mesetto: devono insospettire i cambi di colore, che possono far pensare a malattie fungine.
I giardinieri più apprensivi (o quelli che non hanno il tempo o il modo di controllare in seguito, per es. nel giardino della seconda casa) possono cautelarsi con una leggera irrorazione di un prodotto antifungino a base di sali di rame, da effettuare su tutti gli esemplari appena terminata l’operazione di potatura.
Potatura: cosa fare dopo
È importante raccogliere con cura tutti i materiali di risulta (legni e rametti, fogliame ecc.), riutilizzando il legno – previa essiccazione – in stufe e caminetti se disponibili, e il fogliame per il compostaggio, oppure smaltendo il tutto nel cassonetto dei rifiuti organici o conferendolo all’apposito centro comunale di raccolta.
Attenzione: non bruciate mai liberamente i residui (è una pratica pericolosa, vietata in molti Comuni e costituisce uno spreco di risorse); e non riutilizzate mai il fogliame malato.
(Di Elena Tibiletti - Pubblicato su Giardinaggio 1-2/2013)