Se siamo in cerca di un albero insolito, a crescita medio-rapida, che diventi grande ma non troppo, in maniera da fare sì ombra, ma non eccessiva, e caducifoglio in modo da illuminare l’abitazione durante l’inverno, poniamo un pensiero concreto sulla catalpa.
L’albero dei sigari
Chiamata anche “albero dei sigari” (per la forma allungata e il colore dei frutti), Catalpa bignonioides è una Bignoniacea che proviene dagli Stati Uniti centro-meridionali e orientali, da dove fu introdotta in Europa nella prima metà del Settecento a scopo ornamentale, perché si tratta di un albero molto decorativo. Raggiunge i 15 m di altezza e gli 8 m di diametro della chioma. Ha tronco diritto o contorto, dalla corteccia grigio-bruna, molto rugosa e screpolata in placche. La chioma è ovoidale, data da foglie grandi, ovato-arrotondate, acuminate e lobate. In maggio-giugno, infatti, produce grandi fiori a imbuto campanulato, candidi e picchiettati di rosso e giallo, lunghi 5 cm, riuniti in pannocchie piramidali di 15-20 cm di lunghezza, molto vistose anche a grande distanza. Ne derivano lunghi (fino a 40 cm) baccelli penduli (i "sigari"), che permangono sulla pianta sino alla primavera e contengono numerosi semi brunastri.
In quasi tutta Italia
È un albero indicato per giardini di medie dimensioni o come punto focale in solitaria in spazi più ampi. Può essere utilizzato anche per alberate su viali d’ingresso di una certa importanza, al posto del solito tiglio.
Resiste al freddo della Val Padana e delle Prealpi (non è indicato sulle Alpi) e al caldo delle coste meridionali (fino a –10 °C e +40 °C). Ama terreni profondi, fertili e assolutamente molto ben drenati, non acidi, sassosi o poveri. L’esposizione deve essere soleggiata, per favorire una ricca fioritura, ma vive anche a mezz’ombra o in ombra, dove però fiorisce molto meno o quasi nulla.
Pochissime cure
Al momento dell’impianto, preferibilmente in autunno, scavare una buca profonda un 30% in più dell’altezza della zolla, per porre sul fondo un ottimo strato di ghiaia drenante, uno straterello di terra mescolata a stallatico secco o letame maturo, e un altro strato di terra di scavo.
Va annaffiato molto bene solo nei primi 3-4 anni dall’impianto, soprattutto in primavera-estate. Per una migliore produzione di corolle, è bene somministrare un po’ di concime organico (letame maturo o stallatico secco) in autunno. Va potata solo se strettamente necessario, per esempio per ridurne l’ingombro o per eliminare rami secchi o spezzati, perché le potature penalizzano la fioritura nell’estate successiva; nel caso, si effettuano fra novembre e dicembre.
Le varietà
Della catalpa esistono alcune varietà floricole, come Catalpa bignonioides ‘Aurea’ dalle particolari foglie verde-dorato, e C. b. ‘Variegata Purpurea’ dal fogliame color porpora-marrone, appena emesso e poi normalmente verde durante l’estate. Interessante è anche C. bungei, che non supera i 6 m d’altezza e fiorisce in rosa: per i primi anni può anche essere allevata in vasca (min 60 x 60 x 50 h cm), con ottimo drenaggio e terriccio da giardino, rinvasando ad anni alterni fino alla massima misura sopportabile; in seguito andrà piantata in giardino.