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Le variegature delle foglie di Canna indica ibrida sono più decorative dei fiori.
La canna indica è una rizomatosa sudamericana di cui esistono tante varietà decorative anche per il fogliame. Come coltivarla nel Sud e nel Nord Italia

Il bel fogliame è forse solo la più evidente dei tanti pregi posseduti dalla canna d’India. Questa pianta infatti fiorisce praticamente senza sosta per tutta la durata dell’estate e si adatta a crescere in ogni terreno di coltura. Un unico tallone d’Achille: la canna indica non sopporta il freddo.

Com'è fatta la canna indica

La Canna indica appartiene alla famiglia delle Cannaceae; il genere comprende 150 specie erbacee, perenni, rizomatose. La sua origine rimane ancora un mistero anche se viene spesso considerata nativa del Messico, dei Caraibi e più in generale di tutta l’America centrale e del Sud America.

Queste piante sono costituite da grossi rizomi che crescono sotterranei e da cui, durante la bella stagione, spuntano steli capaci di crescere anche due metri in altezza. Le grosse foglie si inseriscono sul fusto senza l’aiuto di un picciolo, ma semplicemente avvolgendolo come fossero delle guaine. Raggiungono frequentemente i 60 cm di lunghezza e costituiscono probabilmente l’attrattiva principale della canna d’India. Il loro colore varia dal verde intenso quasi blu fino al pastello con venature di rosso sui margini, dal bronzo giungendo poi al bordeaux; inoltre si possono trovare facilmente nei vivai delle varietà a foglie variegate, in cui si alternano in maniera quasi geometrica, bande verdi, gialle che si mischiano in alcuni ibridi con il rosso, il bianco e il viola, creando delle policromie inaspettate, caleidoscopiche.

Anche i fiori non sono però da meno. La loro forma asimmetrica, costituita da tre grossi petali saldati alla base per formare un tubo, è sempre decorata da colori caldi e sgargianti: rosso, arancio e giallo con tutte le loro sfumature, spesso puntinati di tinte contrastanti. La maggior parte delle canne indiche che oggi troviamo in commercio sono il risultato dell’attento lavoro di ibridazione tra varie specie selvatiche, che vennero introdotte in Inghilterra a cavallo tra il XVIII e XIX secolo.

Quante canna indica esistono

Le prime specie a essere coltivate su territori europei furono la Canna coccinea proveniente dall’Argentina, la Canna liliiflora di origine boliviana e infine la Canna iridiflora nativa dal Perù.

Tutti gli ibridi risultati da questi incroci sono oggi ripartiti in maniera più o meno approssimativa in due grossi gruppi: la Canna x generalis e la Canna orchioides. A livello morfologico le canne d’India possono essere ulteriormente suddivise in base alla loro altezza: le canne basse che raggiungono il metro di altezza, le canne medie non maggiori del metro e mezzo e le canne alte che superano anche i due metri; in più le canne nane, particolarmente adatte per la coltivazione in vaso.

In alcune regioni del globo questa pianta è stata inizialmente introdotta a scopo ornamentale, ma successivamente è diventata un serio problema per gli ambienti naturali, in particolar modo per tutte quelle zone umide e ripariali dove tende a diffondersi senza controllo. La coltivazione della canna d’India in Australia, nelle Hawaii e nelle isole Fiji è quindi sotto stretto controllo per evitare che questa specie prenda il sopravvento sulla vegetazione spontanea.

Nel nostro Paese non incorriamo invece in questi rischi in quanto difficilmente potrebbe sopravvivere agli inverni senza cure. Possiamo quindi coltivare la canna indica tranquillamente in giardino, riservandole anzi un punto focale, magari in piccoli gruppi per accentuare la bellezza del fogliame; i loro alti steli fioriti avranno la funzione di slanciare le masse vegetali delle grandi o piccole aiuole.

Come coltivare la canna indica

  • La coltivazione della canna indica è più semplice nelle zone d’Italia con un clima più caldo, ma se opportunamente riparate può essere coltivata anche al Nord. La canna indica non ama il freddo, ma per il resto è una pianta poco esigente.
  • Nonostante provengano da climi tropicali le canne d’India possono crescere rigogliose anche nel nostro Paese. Nelle regioni del Centro e del Sud possono rimanere all’aperto per tutto l’arco dell’anno, mentre nel Nord Italia sarà opportuno ritirare i rizomi in casa o in serra, per evitare che possano perire durante l’inverno.
  • Generalmente la canna indica viene utilizzata per le aiuole estive. I rizomi vengono messi a dimora durante la primavera, a una profondità di 10-15 centimetri. Nella buca d’impianto potete mescolare una parte del terreno rimosso correggendolo con una percentuale di sabbia, che favorirà il drenaggio, evitando i marciumi alle radici e ai rizomi. Le posizioni da privilegiare in giardino sono quelle riparate dai venti che potrebbero danneggiare il fogliame.
  • Sono piante che preferiscono le esposizioni in pieno sole, almeno per una buona parte della giornata; per le varietà a foglia screziata vi consigliamo però zone in mezza ombra, lontano dal forte sole di mezzogiorno che potrebbe far sbiadire la variegatura.
  • Annaffiate sempre con generosità, soprattutto durante i periodi di crescita della pianta.
  • La concimazione dovrà essere ripetuta da quando spuntano i fusti dal terreno, per tutto il periodo vegetativo, ogni due settimane. Scegliete un concime ricco in fosforo, con una titolazione di azoto, fosforo e potassio rispettivamente di 1-2-1.
  • Prima di estrarre i rizomi dal terreno per il ricovero invernale aspettate che tutti i fusti siano appassiti, così da permettere ai rizomi di assorbire le scorte di energia accumulate durante l’estate mediante la fotosintesi, e riprendere in primavera senza problemi. Una volta tolti dal terreno potrete riporli in luogo buio, magari dentro un contenitore pieno di segatura.

Moltiplicazione della canna indica

Per propagare la canna indica due sono i sistemi. Il primo prevede di dividere i rizomi durante la primavera in pezzi piccoli, ognuno dotato almeno di un nuovo getto; ogni pezzo andrà poi interrato in un vaso, coprendo il rizoma con due dita di terra; per il primo periodo cercate di ridurre le innaffiature.

Il secondo è quello tramite i semi, che dovrete lasciare a bagno in acqua per 24 ore prima della semina.  Successivamente li interrerete in piccoli vasi da posizionare in un luogo caldo (21 °C sarebbe l’ideale), magari vicino a un termosifone, fino a quando spunteranno i primi germogli.

Canna indica: la coltivazione e tante curiosità - Ultima modifica: 2014-05-10T12:10:09+02:00 da Redazione Passione In Verde