cane microchip
Il microchip nel cane e nel gatto non sempre rimane là dove viene inoculato.
Il microchip impiantato nel cane e nel gatto per il riconoscimento dati del proprietario a volte si sposta, migra in altre zone rispetto al punto di inoculo
Il microchip è un dispositivo elettronico racchiuso in una capsula di vetro compatibile con l’organismo dell’animale, di dimensioni ridotte, che viene impiantato sottopelle e può essere letto da un apposito apparecchio che rileva le 15 cifre al suo interno permettendo l'identificazione del cane o del gatto in caso ad esempio si perda.

Che cos'è il microchip

Il microchip è obbligatorio per legge per il cane dal 2005, i cuccioli devono esserne già in possesso prima di un acquisto o di un'adozione, ha sostituito il tatuaggio ed è l'unico modo sicuro per risalire ai dati del proprietario dell'animale, soprattutto in caso di contenzioso: solo il microchip può stabilire con certezza l'appartenenza di un animale a un nucleo famigliare.
Può essere impiantato solo ed esclusivamente da un Medico Veterinario abilitato: si tratta di un piccolo intervento, si esegue in ambulatorio, è molto veloce e consiste in un'iniezione sottocutanea effettuata al di sopra della scapola sinistra dell'animale.
E' un dispositivo assolutamente inerte che non emette nessun tipo di onda, risultando assolutamente innocuo: una volta inoculato il nostro cane non si accorgerà assolutamente della sua presenza e può essere inserito dal secondo mese di vita del cane (o del gatto).
Il microchip contiene i dati dell'animale e del proprietario che vengono registrati all'interno di un'anagrafica regionale. Oltre a essere fondamentale in caso di ritrovamento di animale smarrito, è anche un ottimo modo per contrastare la triste piaga dell'abbandono di cani e di gatti: grazie al microchip si possono rintracciare i proprietari che poi dovranno rispondere degli illeciti commessi.

Quando il microchip c'è ma non c'è

Viene generalmente impiantato sopra la spalla sinistra e passando leggermente l'apposito lettore tra il collo e la spalla del cane dovrebbe risultare il numero dal quale si potrà risalire a tutti i dati del proprietario. Tuttavia può capitare quando viene controllato il cane, ad esempio dalla Polizia Municipale, che il microchip non venga rilevato dal lettore e in questo caso parte tutta una serie di procedure in quanto il cane risulta sprovvisto di documentazione che ne attesti la proprietà. Sono tanti i casi in cui sono stati ritrovati cani scappati senza microchip, ma se è obbligatorio per legge dal 2005, come è possibile che tanti cani ancora non lo abbiano?
Recentemente si è scoperto che i microchip, soprattutto in cani adulti ai quali è stato inoculato il dispositivo da diversi anni, sono "migrati", nel senso che nel tempo si sono spostati dalla zona in cui erano stati inoculati dal veterinario, spesso sono stati scoperti per caso, ad esempio facendo delle lastre al cane: alcuni sono stati ritrovati sul petto, sul torace, alcuni sulle zampe, molto lontani quindi dalla zona che solitamente viene controllata per riscontrare l'identificazione.
In diversi casi i cani sono stati ri-chippati e affidati a nuove famiglie e poi dopo anni sono tornati dopo gli accertamenti del caso alle loro case d'origine.
Alla luce di questa scoperta è importante da parte di chi controlla con il lettore l'identità del cane che lo faccia allargando il raggio di ricerca qualora risultasse che il cane (o il gatto) non abbia il microchip, magari è migrato nel corpo e da qualche parte c'è un proprietario preoccupato che lo sta disperatamente cercando. 
Cane (e gatto), microchip che migra - Ultima modifica: 2024-01-16T06:12:03+01:00 da Elena Tibiletti