Pianta di antichissime origini, il bosso in Grecia era sacro alla dea madre Cibele e ad Ade, dio degli inferi e protettore dei sempreverdi in quanto emblemi della Vita che continua nelle tenebre invernali. La capacità di autofecondarsi con discrezione (la pianta è infatti unisessuale) ne fece un emblema di castità, mentre il suo legno duro e compatto simboleggiava fermezza, perseveranza, solidità e stoicismo, caratteri peraltro ampiamente dimostrati anche nella sua adattabilità alle condizioni colturali: il bosso non teme infatti né il caldo né il freddo, ama il sole ma può vivere all’ombra.
Nell’antichità il legno pregiato e pesantissimo (da secco ha un peso specifico superiore a quello dell’acqua) aveva diversi utilizzi, tra cui la produzione di oggetti comuni quali fruste, pettini, flauti e tavolette da scrittura, articoli cultuali come statuette sacre e pissidi per custodire le ostie, contenitori per conservare medicamenti, detti ‘bussolotti’.
Anche il suo utilizzo come arbusto o alberello ornamentale nei giardini risale a epoche remote, non soltanto in Occidente, dove i Romani furono tra i primi a sagomarlo in forme topiarie a colonna, piramide, sfera e sagome di animali, ma anche in Cina e Giappone, da cui provengono svariate specie. Nei secoli successivi il bosso rimase una presenza abituale anche in prossimità delle comuni abitazioni, perché la superstizione popolare gli attribuiva il potere di allontanare il malocchio e le streghe.
Il suo potenziale creativo conobbe in seguito un’enfasi particolare nei giardini barocchi francesi, dove veniva intrecciato in complesse forme geometriche dette ‘parterre de broderie’ e nei giardini rinascimentali italiani insieme al tasso.
Com'è fatto il bosso
Il bosso (Buxus sempervirens, famiglia Buxacee) è un arbusto sempreverde, alto fino a 1,2 m e largo fino a 80 cm, con crescita molto lenta; portamento molto denso; foglie piccole, coriacee, aromatiche, di colore verde bottiglia. Ha un odore caratteristico, che può risultare piacevole o meno, anche in relazione al fatto che viene utilizzato spesso come siepe bassa nei cimiteri.
Si tratta di una delle piante di più lenta crescita (10-20 cm in un anno). In vivaio le piante più sviluppate (oltre il metro d’altezza) costano dai 40 euro in su a esemplare, proprio per la lentezza di crescita. Dipende comunque anche dalla specie/varietà: Buxus microphylla raggiunge al massimo 1 m d’altezza in una decina d’anni, così come le varietà ‘Green Beauty’ e ‘Herrenhausen’, mentre la ‘Faulkner’ è la più alta e veloce, perché raggiunge anche i 2 m d’altezza nell’arco di 12 anni, come B. macrophylla ‘Rotundifolia’. B. sempervirens e quasi tutte le sue varietà non si discostano dal metro d’altezza, sempre in 10 anni circa.
Come si coltiva
Vive all’aperto tutto l’anno ovunque. Sebbene preferisca le posizioni soleggiate o semi ombreggiate, non presenta particolari problemi di sviluppo anche quando viene coltivato completamente all’ombra, dove le foglie assumono una colorazione più scura. Resiste comunque meglio se esposto a mezz’ombra, dove è più difficile che si brucino le foglie. Tollera fino a –10 °C, il caldo intenso e il vento anche salmastro.
Gradisce un terreno fertile e ben drenato, ma si adatta bene a quasi tutti i tipi di substrato, purché non acido; apprezza comunque un impasto morbido e una certa quantità di calcare, che si può anche aggiungere distribuendolo intorno alle radici.
In generale, in piena terra non necessita di annaffiature abbondanti e si accontenta dell’acqua fornita dalle piogge, ma in periodi particolarmente siccitosi, in vaso o in posizioni sottostanti ad alberature avrà bisogno di approvvigionamenti idrici più regolari, anche perché la chioma densa impedisce alla pioggia di raggiungere le radici. Evitare gli eccessi, soprattutto in vaso, che favoriscono marciumi radicali e attacchi fungini, particolarmente in mancanza di buona circolazione d’aria (il fungo Rosellinia buxi è favorito dal ristagno idrico e causa spesso la morte della pianta).
La concimazione non è indispensabile, ma utile per rendere brillante il fogliame. Il metodo migliore prevede l’arricchimento del terreno con stallatico a fine inverno, oppure si può distribuire fertilizzante organico a lento rilascio ogni 3-4 mesi. In primavera si consigliano concimazioni ricche in azoto e potassio, per favorire lo sviluppo di nuova vegetazione e di fiori.
Molto apprezzato per la resistenza alla potatura, anche topiaria, con cui ci si può sbizzarrire a creare geometrie o figure libere.
Si utilizza in vasca (misure min 60 x 60 x 50 h cm per esemplare adulto, alti 80 cm), in genere lungo la balaustra del terrazzo per mascherarne la vista (soprattutto se è in cemento grigio). Più classico l'utilizzo per siepi basse all'interno del giardino per delimitare zone o "stanze"; sconsigliato invece per siepe di recinzione perché non raggiunge altezze apprezzabili come frangivista. Come esemplare isolato per forme topiarie.
I nemici del bosso
Se cresce troppo lentamente oppure i bordi delle foglie diventano chiari o le foglie si decolorano, la causa è spesso una mancanza di calcare, o di fertilizzante o irrigazioni regolari in situazioni asciutte.
Se le foglie ingialliscono e si arrotolano per poi cadere si tratta di afidi o larve di lepidotteri (bruchi, es. piralide del bosso) che si imbozzolano nelle foglie arrotolate.