Il bambù (meglio: i bambù) può essere un “salvatore”, nel senso che risolve un grosso problema di progettazione del giardino, oppure una “sciagura”, quando insipentemente lo si lascia dilagare trovandosi poi invasi… Facciamo in modo che rientri solo nella prima opzione, chiarendoci le idee sui pregi e i difetti di questo grande gruppo di piante.
Chi sono i bambù
Phyllostachys, Arundinaria, Dendrocalamus, Gigantochloa, Hibanobambusa, Pleioblastus, Sasa, Semiarundinaria, Shibataea ecc., questi sono i generi della famiglia Poacee (= Graminacee) definiti bambù. Sono originari di Cina, Giappone, Cile e Argentina. Sono tutti erbacee perenni dotate di culmi (fusti) alti da 40 a 1000 cm, verdi, neri o gialli. Foglie allungate, graminiformi, verdi o screziate. Tutti i bambù fioriscono molto raramente e in età avanzata. Le specie da giardino per il clima italiano sopportano fino a –12 e +45 °C senza alcuna necessità particolare.
Quale specie scegliere
In primo luogo, per coltivare queste piante, dobbiamo capire dove vogliamo metterle e a quale scopo. È infatti fondamentale assicurarci, prima di acquistare gli esemplari, che la specie scelta sia quella giusta per la sua futura destinazione. Alcuni bambù sono adatti a formare una siepe o a vestire la base degli alberi, altri a formare barriere contro il rumore o veri e propri boschetti (vedi in fondo). Altri ancora possono crescere in vaso sul terrazzo o in piccoli contenitori in casa.
Meglio i bambù simpodiali
I bambù vengono classificati in base alle caratteristiche del rizoma. Le categorie sono due: simpodiali o pachimorfi e monopodiali o leptomorfi. I primi, prevalentemente presenti in regioni tropicali caldo-umide, hanno robusti rizomi incurvati verso l’alto a forma di corno, con internodi molto ravvicinati e asimmetrici che portano gemme contrapposte. La gemma apicale si trasforma in “culmo” che è il nome tecnico del fusto. A questa categoria appartengono i generi Bambusa, Phyllostachys e Sasa, meno invadenti di altre e perciò adatte a crescere nei giardini.
Invece i monopodiali, presenti soprattutto nelle regioni a clima temperato della Cina e del Giappone, portano un rizoma che si allunga sotto terra e avanza parallelo al terreno anche per diversi metri in una sola stagione. Gli internodi ben distanziati portano gemme che possono svilupparsi in culmi, restare inattive o trasformarsi in ulteriori rizomi. Se incontrano degli ostacoli, possono uscire allo scoperto per scavalcarli e poi ritornare sotto il terreno. Queste specie di bambù, a cui appartengono molte Arundinaria, sono molto invasive e sono decisamente sconsigliate, a meno di non avere uno spazio enorme da riempire creando un fitto bosco di bambù.
Chiede molta acqua
I bambù preferiscono un’esposizione soleggiata perché amano il pieno sole che inonda la cima, lasciando filtrare una luce diffusa. Esistono però generi, come Sasa e Arundinaria, che crescono bene anche in un’ombra densa.
Il terreno deve essere sciolto, ben drenato, generalmente limoso-argilloso, meglio se privo di sassi. Sul fondo della buca è bene porre un buono strato di drenaggio, perché teme i ristagni idrici, sebbene ami i terreni umidi o vicini ai corsi d’acqua. Se il suolo non è naturalmente umido, dobbiamo assicurargli annaffiature regolari e abbondanti (particolare da tenere in seria considerazione dopo queste estati così siccitose, valutando che nei prossimi anni la situazione idrica peggiorerà e bisogna munirsi di riserve d’acqua proprie per continuare a coltivare specie a elevata richiesta idrica).
Il bambù risolve problemi, e ne crea altri
Pianta resistente alle più diverse condizioni ambientali e all’inquinamento, il bambù è prezioso anche per rimboschimento e per consolidare scarpate, pendii e terreni franosi: l’intricato apparato di radici produce infatti importanti effetti di rinforzo. È inoltre ideale per creare barriere antivento, acustiche e visive.
Tuttavia la rapidità di espansione anche dei bambù monopodiali può diventare un problema per l’invasione del terreno vicino: le radici infatti si spingono in profondità e, alla ricerca dell’acqua, percorrono molti metri. Alcune specie sono tanto invasive da soffocare la vegetazione locale, ed estirparlo diventa molto complicato. Per contenerne la crescita è bene scavare tutt’intorno all’esemplare un fosso profondo 60-80 cm o sfruttare un corso d’acqua esistente. Altrimenti bisogna inserire in verticale intorno alla buca di piantagione lastre in vetroresina profonde da 30 a 50 cm senza lasciare spazi di uscita alle radici.
BAMBÙ PER IL GIARDINO
Phyllostachys aurea: raggiunge i 9 metri di altezza e forma, grazie all’aspetto compatto, barriere o siepi di medie dimensioni. Cresce in pieno sole.
Phyllostachys praecox: tra i bambù di medie dimensioni (non supera i 10 m) è uno dei più decorativi. Crea boschetti che ondeggiano sotto il peso del fitto fogliame.
Phyllostachys vivax Aureocaulis: dai fusti giallo chiaro con appariscenti striature verdi. Soprattutto in fase giovanile, le canne prendono al sole bellissimi riflessi.
Pleiobastus auricomus: bambù nano, alto tra i 50 e i 150 cm, con foglie giallo-verdi. Ama il pieno sole.
Pleioblastus pygmaeus Variegata: alto da 10 a 50 cm, è uno dei bambù più piccoli. Sta bene in pieno sole e in ombra.
Sasa palmata: con grandi foglie verdi che richiamano quelle delle piccole palme. Ama il sole.
Semiarundinaria fastuosa: ha fusti diritti elegantemente slanciati che, se ben esposti al sole, prendono un colore bruno-violaceo di grande effetto. Adatto anche al vaso.
Semiarundinaria ‘Yashadake’: il fusto è giallo striato di verde. Da giovane prende, nel tardo autunno, una splendida colorazione rossa. Può raggiungere 5 m di altezza.
Shibataea kumasaca: alto 50 cm, forma un bel cespuglio compatto con foglie a forma di goccia.