Negli anni 70 era normale, "di moda", scegliere un'aucuba come pianta da siepe: resistente e soprattutto con le foglie colorate, arredava e riempiva la recinzione. Poi, troppo "vista", è passata di moda e più nessuno ha realizzato siepi di aucuba: peccato, perché le sue virtù rimangono intatte.
Perché scegliere un'aucuba
Aucuba japonica è un arbusto sempreverde robusto con grandi foglie lucenti e vivacemente picchiettate di giallo oro, utilizzabile come elemento strutturale nelle bordure miste, per formare siepi o come esemplare isolato.
Si adatta a ogni esposizione, dal pieno sole all’ombra; cresce bene perfino sotto gli alberi, tollera l’inquinamento urbano ed è rustica fino a -15 °C.
Tra il fogliame variopinto, in aprile-maggio sbocciano piccoli fiori rosso-bruno riuniti in mazzetti, seguiti da bacche scarlatte (nella pianta femmina) che persistono fino a inverno inoltrato. Vengono tralasciate dagli uccelli perché per loro (e per i Ruminanti, cioè mucche, pecore e capre) sono tossiche, mentre per l'uomo, gli animali domestici (cani e gatti) e i cavalli sono innocue.
L’aucuba cresce piuttosto lentamente, quindi chi desidera il “pronto effetto” deve acquistare esemplari già sviluppati; chi invece preferisce aspettare che la natura faccia il suo corso, deve accertarsi di lasciare la giusta distanza fra la giovane pianta e gli altri arbusti, tenendo conto che in dieci anni raggiunge circa due metri di altezza e di diametro. Per formare una siepe le piante si distanziano di 45-60 cm una dall’altra.
Come coltivarla
Il periodo ideale per mettere a dimora le nuove piante va dall’autunno alla primavera, escludendo i periodi in cui il terreno è inzuppato d’acqua o gelato.
Durante la sua lunga vita questa pianta richiederà ben poche cure, ma per attecchire bene desidera qualche attenzione al momento della messa a dimora. È necessario scavare una buca larga e profonda il doppio del vaso che contiene la pianta al momento dell’acquisto, mescolare la terra dello scavo con compost o letame maturo e annaffiare regolarmente per i primi anni; in seguito sarà del tutto autosufficiente.
Non richiede neppure potature regolari: il primo anno dopo l’impianto si accorciano di un terzo i rami delle piante che formano una siepe, mentre sulle altre piante si interviene solo per potare i getti troppo lunghi che alterano la sagoma dell’arbusto o per eliminare i getti che manifestano la “reversione” ossia quelli con foglie completamente verdi, tagliandoli alla base nel punto in cui si sono formati sul fusto principale.
Qualche debolezza però bisogna riconoscerla anche a questa pianta robusta: l’aucuba, infatti, non sopporta i terreni poco drenati dove l’acqua ristagna a lungo, perché in quelle condizioni viene attaccata facilmente da un fungo che fa annerire le foglie; inoltre, se è vero che nelle posizioni più luminose sviluppa al meglio la maculatura dorata delle foglie, è altrettanto vero che quando il sole batte sulle foglie bagnate dalla pioggia o dall’irrigazione le macchia irreversibilmente. Infine il carico nevoso può spezzare i rami, perciò è necessario scuotere la neve dai cespugli dopo una precipitazione abbondante.
(A cura di Rosa Anna Cafagna - Pubblicato su Giardinaggio 10/2010)