Paulonia, davidia, jacaranda, liriodendro, cipresso calvo, fico magnolioide, Cornus kousa, Jumboliscus e Newbiscus, solandra, brugmansia, musella, strelitzia, ricino, gunnera, heliconia, protea, girasole, aristolochia, arum, Allium christophii, hymenocallis, medinilla, alocasia, tacca, hoya, vanda, nepente, sarracenia, stapelia, amarillis…. Cos’hanno in comune tutte queste piante? Semplicissimo: fanno rimanere a bocca aperta chi le vede! Perché sono strepitosamente esuberanti nella loro bellezza appariscente, vuoi per i fiori, vuoi per le foglie, vuoi per le dimensioni in generale. Insomma, non passano certo inosservate, queste piante insolite e straordinarie!
Si possono scegliere senz’altro per un regalo che stupisca il destinatario, oppure per se stessi, per recuperare la capacità un po’ fanciullesca di sorprenderci ogni giorno, vedendole, o anche per sbalordire i nostri ospiti in visita alla casa o al giardino… Si può essere certi che strapperanno a chiunque un “ooohhh” di ammirazione!
Gli alberi color ametista…
Paulonia (Paulownia tomentosa) e jacaranda (Jacaranda mimosifolia) sono due alberi, rispettivamente per il Nord e il Centro Italia, e per il Sud, che tra marzo e maggio quando fioriscono lasciano a bocca aperta l’osservatore: i numerosi rami si coprono di fiori color viola glicine, raccolti in infiorescenze compatte, trasformando l’albero in una nuvola ametistina di grande impatto scenografico, un perfetto punto focale solitario in giardino.
La paulonia, originaria della Cina e arrivata in Europa nella prima metà del XIX secolo, è un grazioso albero (massimo 20 m d’altezza) dal tronco spesso inclinato, fittamente ramificato, con la chioma espansa orizzontalmente. Ha enormi (lamina fino a 35 cm, picciolo fino a 10 cm) foglie cuoriformi (a volte con tre lobi poco incisi) uniformemente pelose. In marzo-aprile produce sui rami nudi grandi (fino a 15 cm di lunghezza) pannocchie apicali ed erette di fiori (lunghi fino a 6 cm) a forma di tromba, viola o lilla, profumati. Ha una crescita vigorosa e necessita di ampio spazio, pensando alle dimensioni definitive della pianta. La potatura per contenerne dimensioni troppo espanse rispetto all’esigenza è decisamente sconsigliata perché sacrifica la fioritura per almeno 1-2 anni; la pianta tuttavia le sopporta bene. Tollera il freddo e il caldo, l’inquinamento urbano e le situazioni più infelici, a eccezione dei geli prolungati e tardivi, che penalizzano la fioritura, e dei luoghi ventosi, dove le grandi foglie morbide si lacerano irrimediabilmente. Si adatta a qualunque terreno. Preferisce l’esposizione al sole per fiorire in abbondanza o tutt’al più a mezz’ombra. Necessita di annaffiature solo nei primi anni di vita, durante l’estate anche se non fosse troppo secca. È consigliabile concimarla ogni autunno e primavera con un prodotto organico.
La jacaranda, o falso palissandro, è originaria di Argentina e Brasile, dove tocca i 20 m d’altezza, mentre da noi arriva a un massimo di 12 m. Ha portamento eretto, tronco diritto, chioma densa e tondeggiante, larga quanto l’altezza dell’albero. Le foglie composte e bipennate, sono molto grandi, formate da foglioline simili a quelle della mimosa, di colore verde brillante. In maggio produce moltissime pannocchie apicali, lunghe fino a 16 cm, costituite da fiori a trombetta, lunghi 5-6 cm, di colore blu-viola, che donano alla pianta un aspetto molto decorativo; in ottobre si può avere una piccola rifioritura. È adatta alle zone mediterranee: non teme temperature vicine a 0 °C, ma lunghi periodi sotto lo zero rovinano gli apici dei rami, che vanno poi potati penalizzando la fioritura dell’anno; nei primi tre anni dall’impianto è bene coprire l’esemplare con teli di non tessuto. Preferisce posizioni ben soleggiate su terreni fertili, sciolti e molto ben drenati; teme i suoli molto umidi o compatti. Le annaffiature sono necessarie su piante giovani oppure in caso di lunghi periodi secchi. In autunno e primavera va concimata con un prodotto organico. Non ama le potature.
… e quelli con fazzoletti o tulipani
La chiamano anche “albero dei fazzoletti”, perché, durante la fioritura, le vistose brattee bianche che proteggono le strutture fiorali somigliano a fazzoletti appesi ai rami. La davidia (Davidia involucrata) è un albero originario della Cina orientale, alto fino a 20 m, dal portamento eretto e crescita lenta. La chioma è arrotondata, data da foglie cuoriformi, acuminate, dentate, verde chiaro, glabre sulla pagina superiore e pelose su quella inferiore. Solo dopo gli 8-10 anni d’età, in maggio regala i fiori, verdastri e insignificanti, avvolti dalle vistosissime brattee bianche pendule. Gli esemplari adulti tollerano il gelo anche intenso e prolungato; quelli giovani vanno protetti con un telo di non tessuto durante l’inverno e pacciamati alla base. Non ha problemi nei climi caldi, dove però preferisce una posizione a mezz’ombra: in pieno sole necessita di annaffiature regolari, che in ombra (o al sole al Nord) non sono necessarie, se non nelle estati più calde e asciutte. Desidera terreni freschi, profondi, ricchi e drenati ma sempre piuttosto umidi. In gioventù e per un paio d’anni dopo che ha incominciato a fiorire va concimata in primavera con un prodotto organico.
Viene invece denominato anche “albero dei tulipani”, per via della curiosa forma dei fiori, il liriodendro (Liriodendron tulipifera), albero originario degli Stati Uniti orientali, arrivato in Europa a metà del XVII secolo. È adatto solo ad ampi giardini perché raggiunge i 30 m d’altezza grazie a un tronco diritto, che porta una chioma piramidale-arrotondata, larga fino a 12 m, data da foglie grandi, quadrilobate, color verde intenso che diviene giallo vivo e rosso in autunno, per un supplemento di spettacolo in chiusura di stagione. I fiori, che compaiono in giugno, somigliano appunto a quelli dei tulipani, con sepali verdi e numerosi petali giallo-arancio lunghi 4-6 cm. Resiste all’inquinamento urbano e al gelo, ma non al caldo torrido delle coste meridionali: non è quindi indicato per il Sud d’Italia. Va posizionato in pieno sole nelle località più fredde, a mezz’ombra in quelle più miti. Predilige terreni umidi, freschi, profondi e con pH acido. Va annaffiato anche da adulto dalla primavera all’autunno e soprattutto se l’estate è calda e secca. Necessita di concime organico in autunno e primavera, per favorire la fioritura. Non va potato.
Gli arbusti delle fiabe
Se lo spazio è ridotto, al posto della davidia mettete un Cornus kousa, cespuglio alto e largo fino a 5 m: in giugno, quando fiorisce, si riempie di stelle bianche, vistose brattee che circondano gli insignificanti fiori verdastri; seguono i frutti rossi, simili a fragole, che rimangono a lungo sulla pianta; e poi, in autunno, il brillante color cremisi che prendono le foglie prima di cadere. Tollera il gelo anche intenso e prolungato (oltre –10 °C), soprattutto se vive in piena terra (resiste anche in un grande vaso). Ama il pieno sole o l’ombra leggera, su un terreno fertile e fresco, ben drenato, non argilloso-calcareo. Non servono irrigazioni particolari, salvo che nel primo anno dall’impianto, ma il substrato deve rimanere sempre fresco. Si concima nei primissimi anni con un prodotto organico distribuito in autunno. La potatura si effettua solo su rami rotti o vecchi, o per ridurre l’ingombro o riequilibrarne la chioma.
Chi ama la forma a trombone o campana può scegliere fra solandra, brugmansia e Jumboliscus e Newbiscus. La prima, Solandra maxima, è un arbusto sudamericano sempreverde dallo sviluppo rapido e vigoroso (fino a 8 m d’altezza e diametro), con grandi foglie dalle nervature ben visibili, leggermente vellutate, morbide. In giugno-agosto produce grandi fiori a campana, color giallo oro con centro nero o viola, di durata limitata ma continuamente rinnovati di giorno in giorno. Teme il freddo: soffre già a +8 °C, quindi lungo le coste tirreniche e in Meridione va addossata a un muro soleggiato e che la ripari dai venti; al Nord va allevata in un grande vaso (minimo 40 cm di lato). Desidera il pieno sole, un substrato leggero ma molto fertile e ben drenato, e irrigazioni regolari durante tutta l’estate. La concimazione deve aiutare lo sviluppo: da marzo a settembre va eseguita ogni 10 giorni con un prodotto per piante da fiore.
Altrettanto vistosa è la brugmansia (Brugmansia sanguinea, B. suaveolens), un arbusto caducifoglio, alto fino a 2 m e largo fino a 1,5 m, con fusti ramificati e crescita rapida e vigorosa. Ha foglie grandi, ovato-lanceolate, di colore verde chiaro. I fiori sono semplici o semidoppi, grandi (fino a 15 cm di lunghezza), numerosi, a forma di tromba, profumati in alcune specie, di colore bianco, giallo, albicocca, rosa, rosso, in agosto-ottobre. Si coltiva prevalentemente in vaso (in piena terra solo nel Sud Italia) con diametro minimo 40 cm (per una pianta giovane), rinvasando ad anni alterni. Non resiste al freddo (nel Nord Italia il vaso va ricoverato in una stanza fresca), vive bene in zone costiere, ama il caldo anche torrido se ben irrigata: richiede acqua molto abbondante in primavera-estate, media in autunno, nulla in inverno. Preferisce un terriccio fresco e profondo, ricco di humus, torboso, ben drenato. Va concimata da giugno in poi con un prodotto liquido per piante da fiore, ogni settimana, in dose intera.
Jumboliscus e Newbiscus sono varietà recenti di ibisco esotico (Hibiscus rosa-sinensis) e diH. moscheutos, selezionate per le eccezionali dimensioni (fino a 25 cm di diametro) dei fiori a campana aperta, durevoli per più giorni anziché uno solo, in numerosi colori diversi dal crema al rosso cremisi, e Newbiscus anche per la resistenza al freddo (fino a –10 °C su terra ben asciutta).
Con le foglie XL
Chi ama le foglie gigantesche, non può dimenticarsi del ricino e della gunnera. Il primo (Ricinus communis) è una pianta erbacea o arborescente, annua o perenne secondo le condizioni climatiche della zona, dell’altezza media di 2-3 m. Le enormi (fino a 30 cm di diametro) foglie sono palmato-lobate con bordo dentato, verdi o rosse, palmate e caduche; alcune varietà ornamentali hanno le foglie con la faccia inferiore e il picciolo colorati di rosso. Spiccano anche i fiori, raggruppati a grappoli in un'infiorescenza apicale, sulla cui parte basale sono collocati quelli maschili, mentre i fiori femminili si trovano nella parte alta. La fioritura avviene in estate. Vive al sole o a mezz’ombra, su terreno ricco, ben drenato, con pH neutro, da concimare con un buon prodotto organico in primavera. Attenzione però: tutta la pianta contiene ricina, una sostanza tossica se ingerita.
La gunnera (Gunnera manicata) è una pianta perenne originaria di zone molto umide (margini di fiumi e torrenti) e va collocata sui bordi di uno specchio d’acqua, in aree dove d’inverno la temperatura non scenda o quasi sotto lo zero. Può sopportare brevi gelate, a condizione che la posizione sia almeno riparata dal vento freddo e che gli apici vegetativi vengano ben protetti con paglia, foglie o parecchi strati di tessuto non tessuto o con iuta. Si caratterizza per le foglie molto grandi (più di 40 cm di diametro), che somigliano vagamente a quelle del rabarbaro. I fiori sono minuscoli, color giallo verdastro, riuniti in pannocchie o in dense spighe erette, simili a spazzole; i fiori basali sono normalmente femminili, quelli superiori maschili, quelli nel mezzo a volte bisessuali. Va collocata in pieno sole o in leggera mezz’ombra. Necessita di annaffiature abbastanza frequenti durante la bella stagione, se il terreno non fosse sufficientemente umido. In aprile e in settembre va concimata con un prodotto granulare universale per giardino. Nelle zone fredde la parte aerea si secca e si decompone in ottobre-novembre.
Per aiuole a sorpresa
Oltre ai girasoli di taglia grande (oltre 3 m d’altezza, con infiorescenze del diametro di 25 cm), da collocare a delimitare la recinzione o l’orto, purché in pieno sole, ci sono fiori che somigliano a quelli del carciofo, senza avere alcuna parentela: si tratta delle protee (Protea cynarioides), arbusti sempreverdi australiani di piccola taglia, che producono fra maggio e settembre vistose infiorescenze, larghe 25 cm, date da molti piccoli fiori circondati da lunghe brattee colorate, e somiglianti appunto a carciofi o pigne. Preferiscono posizioni soleggiate o semiombreggiate; sopportano temperature vicine allo zero per brevi periodi; nelle zone con inverni rigidi vanno coltivate in grandi contenitori e riparate in serra fredda in inverno. Si annaffiano da marzo a ottobre, dopo che il terriccio si è ben asciugato. Si concimano con un prodotto a lenta cessione in aprile e in agosto. Il terriccio deve essere povero e leggero: va bene un substrato universale con metà sabbia e pomice.
È molto scenografica anche l’aristolochia (Aristolochia macrophylla), una robusta rampicante perenne, dotata di grandi foglie, larghe fino a 30 cm, di colore verde scuro bluastro. Gli enormi fiori (grandi quanto le foglie) hanno forma a pipa, porpora scuro all’interno e verde giallastro all’esterno. Emanano un particolare odore che attira gli insetti impollinatori “intrappolandoli” finché non hanno compiuto “il loro dovere” di fecondatori. Si allunga fino a 5-6 m su tralicci e pergole. Teme temperature inferiori a +7 °C: anche al Sud, se coltivato in piena terra, desidera una posizione ben riparata dai venti freddi e possibilmente soleggiata d’inverno (ma a mezz’ombra d’estate). Al Nord si alleva come annuale oppure in vaso (minimo 40 cm di lato), anche al sole. Vuole un substrato leggero e fertile, non acido, ben drenato, da mantenere sempre umido e molto concimato in estate.
L’aro o gigaro (A. nigrum o A. dioscoridis) è una pianta erbacea perenne, alta 20-60 cm, con radice tuberosa e foglie sagittato-astate, verdi con macchie scure. I fiori sono riuniti in un’infiorescenza a spiga (spadice), avvolta da un’ampia brattea (spata) verde-giallastra o rosso-violacea; appaiono in genere in aprile-maggio. Notevoli anche i frutti, bacche carnose, gialle, arancio, rosso brillanti a maturità, velenose. Preferiscono zone fresche, semiombreggiate e suoli ricchi di humus, ma si adattano facilmente a tutti i tipi di terreno e anche a posizioni in pieno sole. Il tubero può essere piantato sia in autunno che in primavera: conviene mantenere una distanza di 20-30 cm tra i tuberi, con una profondità di 10-20 cm. Le specie sono generalmente rustiche e le foglie si riprendono bene dopo le gelate occasionali non troppo prolungate.
Fiorisce per più di 10 anni l’Allium christophii, un aglio ornamentale dalle infiorescenze enormi (fino a 30 cm di diametro): basta metterlo a dimora da Nord a Sud, al sole, in terreno ben drenato, e dimenticarsene.
Casa o giungla?
In appartamento l’alocasia (Alocasia macrorrhiza), detta anche “orecchio d’elefante”, offre un fogliame strepitoso, ma è ingombrante (tocca rapidamente i 2 m di diametro) e ha una crescita veloce. Il fusto è erbaceo, costituito dalle guaine fogliari concresciute le une sulle altre. Le foglie, cuoriformi o sagittate, raggiungono i 30 cm di lunghezza e sono colorate in verde chiaro o scuro o porpora, con o senza variegature e sfumature metalliche. In natura produce, in estate, una sorta di fiore a calla verde.
La pirotecnica medinilla (Medinilla magnifica) è un arbusto, che raggiunge 2 m di altezza in natura, con foglie grandi (fino a 30 cm), opposte, senza picciolo, coriacee, con le venature depresse e di colore bianco-crema. I fiori rosa-porpora, costituiti da cinque petali rosa, sono riuniti in racemi terminali penduli lunghi 40-50 cm protetti da 2-3 file di brattee rosa. Ogni infiorescenza è costituita da moltissimi fiori che sbocciano in successione, determinando l’allungamento dell’asse rosato che li porta. Ne consegue che l’infiorescenza si allontana sempre più dalle brattee che col tempo si aprono e diventano alate. Ogni infiorescenza dura per almeno un paio di settimane. Necessita di un ambiente caldo-umido privo di correnti.
La chiamano “pianta pipistrello” per il fiore: la tacca (Tacca chantrieri) produce un’infiorescenza, portata in cima a uno stelo lungo circa 80 cm, protetta da quattro brattee, due laterali e più grandi e due verticali e più piccole, al centro delle quali si trova una serie di fiori in vari stadi di sviluppo, alcuni in bocciolo e altri già appassiti. Questi fiori veri sono circondati da filamenti lunghi fino a 30 cm. E sorprende anche il colore: le brattee esterne e i filamenti sono di un marrone scuro sfumato di verde, mentre i fiori sono marrone scuro quasi violaceo.
E poi ci sono il fiore di cera (Hoya carnosa), una rampicante tropicale che sfodera infiorescenze dai fiori a stella rosati con centro rosso; la vanda (Vanda), orchidea epifita dall’incredibile colore viola reticolato dei fiori; le carnivore sarracenia dall’imbuto gigante (fino a 30 cm di lunghezza) e nepente dalle cornucopie pendenti (fino a 25 cm di lunghezza) pronte a catturare insetti; e la stupefacente stapelia (o Orbea) dai fiori a campane spalancate dall’incredibile colore marrone. Un campionario che imbarazza nella scelta…
7 consigli per l’uso (e l’abuso)
- Le strategie decorative per avvalersi delle piante delle meraviglie sono due, all’esatto opposto: utilizzarle in forma singola, isolata, come punti focali, una per ogni stanza o settore del giardino; oppure abusarne per creare una sorta di “foresta tropicale” o giardino della giungla.
- Nel primo caso alberi e arbusti vanno sistemati in un solo esemplare per ogni zona: se il giardino è piccolo (es. villetta a schiera) basta un solo albero o arbusto, in posizione centrale, mentre se è più grande, è possibile piantarne qualcuno di più, della stessa specie in spazi meno ampi o non divisi da siepi o aiuole di separazione, di specie diverse se lo spazio è veramente molto.
- In questo contesto le piante erbacee vanno sistemate in aiuole lontane dagli alberi e arbusti delle meraviglie, perché devono costituire anch’esse un punto focale, senza interferenze. È preferibile creare piccole macchie con la stessa specie, per rafforzarne il carattere vistoso.
- Se l’obiettivo è creare una giungla, fate attenzione: innanzitutto agli spazi, visto che molte sono piante ingombranti con la crescita, e potreste vedervi costretti a potarle drasticamente dopo pochi anni. Oppure, in appartamento, a doverle regalare per mancanza di spazio.
- Poi ai contrasti di colori e forme: essendo piante appariscenti, la vicinanza tra i fiori e le foglie dell’una e dell’altra può diventare assai stridente.
- Infine alle esigenze delle singole piante, che spesso tendono a rubarsi spazio e luce (e acqua e nutrimento) le une con le altre: cercate di abbinare fra loro piante delle medesime dimensioni, per evitare che “litighino” fra loro.
- Tenete anche presente la veste invernale del giardino, quando quasi tutte queste specie vanno a riposo, spogliandosi o sparendo: prevedete anche una base di piante “normali” che offrano motivi d’interesse anche nella cattiva stagione, valutando però che non vengano poi soffocate dalla giungla durante l’estate…
Amorphophallus, pianta da museo
Ce lo mostrano periodicamente nei TG quando un esemplare negli orti botanici, qua e là nel mondo, offre al pubblico la sua spettacolare fioritura: l’aro titano (Amorphophallus titanum) possiede la più grande infiorescenza del mondo vegetale.
Questa erbacea perenne presenta un’infiorescenza a spadice che può raggiungere i 3 m di altezza e somiglia a un gigantesco fallo (da cui il nome). Durante la fioritura, che dura 3-4 giorni, emana un odore particolarmente sgradevole, che ricorda quello della materia organica in decomposizione che attrae alcuni coleotteri.
Non è coltivabile né in casa né in giardino, perché si tratta di una specie delle foreste pluviali tropicali dell’isola di Sumatra in Indonesia.
In Italia è visibile presso il Giardino dei Semplici nell’Orto botanico dell’Università di Firenze (www.msn.unifi.it), dove è spettacolarmente fiorito nel luglio del 2007.
Quando le radici danno spettacolo
- Se avete tanto spazio e amate gli alberi dalle radici possenti e vistose, fanno per voi il cipresso calvo delle paludi e il fico magnolioide.
- Il primo, Taxodium distichum, è un albero molto longevo (fino a 1.000 anni d’età) che può raggiungere i 40 m d’altezza. Ha un tronco allargato alla base e circondato da grosse protuberanze coniche alte circa 1 m (pneumatofori) che emergono dall’acqua fangosa, permettendo alle radici di respirare.
- Grazie a queste radici aeree, sopravvive benissimo in terreni paludosi o con ristagno idrico che, anzi, sono gli unici in cui prospera. Infatti, è originario degli Stati Uniti sudorientali, dove si trova lungo i corsi fluviali o in zone paludose, ed è stato introdotto in Europa a metà del XVII secolo.
- Le foglie sono aghiformi, piatte e molli, di colore verde chiaro che diviene bruno-rossastro in autunno prima di cadere, regalando un ulteriore meraviglia.
- Il Ficus magnolioides è adatto a climi caldi, non per niente è diffuso nei giardini storici e negli Orti botanici siciliani. Necessita di ampi spazi perché, durante la crescita, tendce a inglobare ciò che trova sul suo cammino d’espansione.
- Alto fino a 25 m e largo altrettanto, ha la caratteristica di emettere dai rami radici aeree che scendono in verticale fino a toccare il suolo, ove si piantano lignificandosi in veri e propri tronchi aggiunti, decisamente spettacolari.
3 esotiche per i climi miti
- La chiamano anche banano nano: Musella lasiocarpa somiglia al banano ma non supera 1,5 m e si può coltivare anche in vaso (anzi, nel Nord deve vivere in vaso). Produce uno spettacolare fiore giallo, un canto del cigno visto che la pianta madre subito dopo muore. Rimangono le piante figlie, i polloni basali, che riproducono la specie.
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Fiorisce invece a ripetizione, in aprile-maggio, la strelizia (Strelitzia reginae), arbusto dalle grandi foglie senza fusto a portarle, fra le quali si aprono i fiori, arancione-viola-bianco, simili alla testa di un uccello. Vive in piena terra solo in zone miti, altrimenti in grandi vasi.
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Anch’essa con grandi foglie ovali formi, l’eliconia (Heliconia) produce tra marzo e ottobre, all’apice dei fusti, grandi infiorescenze molto vistose, a forma di pannocchia, costituite da brattee rigide, cerose, di colore dall'argento al rosso, dal giallo al fucsia, tra cui sbocciano piccoli fiori insignificanti. E anch’essa richiede un clima dolce o la coltivazione in vaso grande.
2 bulbi strepitosi
- Nei garden center lo troviamo tra dicembre e marzo, mesi in cui viene forzato a fiorire: l’amarillis (Hippeastrum) in giardino fiorirebbe invece tra maggio e luglio. Merita però la forzatura per la sua eccezionale bellezza: i fiori, da 4 a 6 su ogni stelo, e fino a 3 steli da un solo bulbo, sono grandi fino a 20 e più cm, bianchi, rosa, rossi, variegati o screziati. Si coltiva in casa e, solo nelle zone miti, in primavera dopo la fioritura si può piantare in giardino.
- Molto simile all’amarillis, l’imenocallis (Hymenocallis) è un bulbo sempreverde dai "petali" particolarmente lunghi e arricciati. Il diametro dei fiori candidi, che sbocciano in estate o autunno, è di circa 15 cm. Coltivatelo in vaso, e in piena terra solamente nel Sud. Va comunque trattato come l’amarillis.