C’è una Ranuncolacea rusticissima e bellissima che in aprile in pianura e in maggio in montagna si produce in una spettacolare fioritura: è l’aquilegia o “amor nascosto”, che ora è piena di corolle dall’architettura complessa, a campanella, semplici o doppie, con speroni, cannelle e arricciature, in tinta unita o bicolori.
Aquilegia vulgaris, la specie spontanea, fiorisce in viola, ma la facilità con cui le piante si ibridano ha creato varietà in tutti i colori (compreso il bianco e il viola-nero), anche mescolati tra loro nelle diverse parti del fiore. Quindi, dal seme non si ricavano piante identiche alla madre, a meno di non coltivare “madri” della stessa varietà. È però divertente “giocare agli ibridatori”, raccogliendo i semi e provando a vedere cosa ne nasce l’anno successivo: le vostre varietà esclusive!
Tra le cultivar in commercio più famose c’è ‘Nora Barlow’, dai petali esterni rosa e interni color bianco crema. Ne esistono poi una quindicina di specie, più o meno facilmente reperibili nei vivai italiani specializzati in erbacee perenni.
Aquilegia, come coltivarla
I rizomi e i semi attecchiscono ovunque (attenzione all’autodisseminazione!), purché la terra non sia arida. È consigliabile creare macchie di aquilegie, semiombreggiate al mezzogiorno estivo da alberi caducifogli, in modo da poter ammirare le chiazze di colore ondeggiante al vento che sanno creare.
Non temono il gelo alpino perché perdono la parte aerea in inverno (faticano invece a sopravvivere in zone molto calde o marittime); necessitano però di un substrato sempre leggermente umido. Terminata la fioritura, verso metà giugno, rimangono le foglie finemente divise, azzurro-verdi, che ricordano un po’ quelle delle felci. Se non volete che si diffondano, tagliate gli steli con i frutti prima che le capsule si aprano liberando i semi.
In vaso (diametro minimo di 24 cm) necessitano di trapianti annuali e abbondanti concimazioni.
(Tratto da "Saper fare" - Pubblicato su Giardinaggio 5/2014)