Manca poco al Natale, i preparativi fervono, c’è chi scende in cantina a recuperare pile di scatoloni con decorazioni varie, luci e chi sale in soffitta per ritrovare il presepe e tutte le sue statuine, comprate a più non posso nei vari mercatini dei Natali passati… Ma permettetemi, non è Natale senza albero! Ma se quello finto oramai è spelacchiato, alla base manca un piede e i rami non stanno più in posizione… Perché non portarsene a casa uno vero, che proviene da una filiera sostenibile? Cari lettori, oggi vi spiego passo passo cosa c’è da sapere quando si ha un abete vero in salotto.
Peccio o abete
Anzitutto, le conifere più diffuse e vendute sono Picea abies (abete rosso o peccio), P. excelsa, Abies nordmanniana. Individuato l’albero, meglio in zolla/vaso o tagliato e cioè una “punta di abete”? Sono due approcci molto diversi: nel primo caso, se avete il posto in giardino è possibile piantarlo (certo richiede spazio a maturità!) oppure lo restituite ricevendo un buono di importo pari al prezzo di acquisto da spendere sempre nel negozio che ha promosso questa offerta. Nel secondo caso, invece, passate le feste, va conferito negli appositi centri dove sarà avviato al processo di compostaggio, innescando così un circolo virtuoso.
Occhio alle dimensioni dell’albero di Natale
Quest’anno se volete fare l’albero vero, vi posso garantire che vi aspettano tanti momenti felici, dall’acquisto all’addobbo… Ma prima di recarsi in vivaio è fondamentale decidere quale sarà la sua posizione (soggiorno, corridoio, terrazzo?) e prendere qualche misura che non guasta mai, per non ritrovarsi con un esemplare troppo grande/alto che tocca il soffitto! Il trasporto a casa non deve essere un trauma né per il vegetale, né per il guidatore: è ovvio che se l’auto è di piccole dimensioni, vi suggerisco di sfruttare anche il divanetto posteriore (abbassando gli schienali) e sistemare in orizzontale tutta la pianta, distendendo comodamente la chioma che l’addetto vi avrà fasciato con il sacco tubolare. Oppure potete fare come Mr. Bean e legarlo al portapacchi sul tettuccio della vostra citycar…
A casa
Giunti sani e salvi a casa, liberatelo dal nylon che lo avvolge, districate bene rami e annaffiatelo: all’aperto e al fresco avrà il tempo per riprendersi e si ambienterà (se avete optato per una punta di abete, senza radici/zolla, nebulizzatelo bene in ogni sua parte verde).
La difficoltà più grande che il vostro abete deve affrontare sono le alte temperature dentro casa, certamente più consone a piante tropicali che a una di montagna, e la siccità in genere. Stress che generano una cascola di aghi sul pavimento… Allora, come rimediare? Vi svelo un trucco: se c’è la carta plastificata color oro/argento che copre il vaso assicuratevi di fissarla appena sotto il bordo del vaso (e non stretta alla base del tronco), foratela sul fondo e munitevi di un sottovaso (riempito con argilla espansa) con diametro doppio rispetto al contenitore stesso. Quando dovrete bagnare con l’innaffiatoio utilizzatene uno con il beccuccio lungo e l’acqua in eccesso finirà nel sottovaso e non sul pavimento, generando con l’evaporazione, refrigerio per i rami.
Gli addobbi dell’albero di Natale
E gli addobbi? Adoro quelli vintage, le palline in vetro iridato (eredità dei nonni), i paffuti angeli, ma anche quelle in carta pesta laccata rossa, quelle dipinte a mano che raffigurano paesaggi invernali, le nappine colorate, pendenti luccicanti e figurine in latta o legno con il fiocco in rafia. Mi piace che sia ricco ma non monotono…variopinto, direi. Buone feste, cari lettori di Passioneinverde!