albero di Natale
Abete in piena terra in giardino, addobbato ad albero di Natale
Quale albero di Natale scegliere? L'abete vero o quello finto, artificiale? Vi spieghiamo come si producono entrambi e i pro e contro di entrambe le scelte

Un albero di Natale vero, con gli aghi, oppure uno finto, in plastica? Questo è il dilemma che ormai attanaglia molte famiglie italiane in vista del Natale, dato che l’88% fa l’albero per le Feste.

Perché, a partire dalla metà degli anni 90, il classico albero di Natale vero, fatto con l’abete, viene accusato di deforestazione e di spreco, essendo per lo più usa e getta.

Sale allora in auge l’imitazione in plastica, longevo perché indistruttibile, ma proprio la sua eternità, e la sua anima di plastica, oggi lo dovrebbero demonizzare, in quanto del tutto antiecologico. Eppure nel 2021 sono stati venduti ben 5 milioni di alberi finti e solo 3 milioni di alberi di Natale veri. E allora, che cosa scegliere?

Facciamo un po’ di chiarezza spiegando come vengono prodotti realmente le due tipologie, e come vanno trattate in seguito all’acquisto per risultare scelte ecologiche. Così potrete scegliere con cognizione di causa fra i pro e i contro di entrambi.

L’albero di Natale vero

albero di natale
Abeti veri pronti per la vendita in un garden center.

Se volete l'albero di Natale vero, dovete rivolgervi a rivenditori autorizzati, perché questi a loro volta li acquistano da vivaisti seri, cioè autorizzati: questo è il primo punto per acquistare alberi di Natale vivi. Le piante devono infatti provenire da vivai regolarmente autorizzati (regolamentati dalle L. 987/31 e L. 55/95): le maggiori concentrazioni in Italia sono in Piemonte, Veneto e nel Casentino in Toscana.

No all'acquisto ai bordi delle strade, da baracchini o camioncini improvvisati che non sono in possesso di un'autorizzazione, né di regolari documenti circa l'origine degli alberelli che propongono in vendita.

Presso i rivenditori autorizzati, il consiglio è di preferire gli abeti made in Italy – e quanto più possibile a km 0, magari anche da coltivazione biologica –, rispetto a piante provenienti da vivai del Nord Europa (Danimarca, Germania, Finlandia, Ungheria), non foss’altro per diminuire l’impatto ambientale di un viaggio di migliaia di chilometri… Ancora meglio se il vostro rivenditore dispone per gli abeti di un marchio di certificazione ambientale, come il Forest Stewardship Council o il Pan European Forest Certification. 

Generalmente si trovano quattro specie di abete di Natale: Abies nordmanniana, Picea excelsa, P. punges e P. omorika. Nel Sud Italia si utilizza anche il pino d’Aleppo.

La coltivazione avviene su terreni marginali di media collina e montani altrimenti destinati all'abbandono e al conseguente degrado idrogeologico in zone dall'equilibrio estremamente delicato e instabile come gli Appennini: l’attività di produzione dell'albero di Natale viene portata avanti con professionalità e profondo rispetto dell'ambiente, al fine di salvaguardare il territorio altrimenti abbandonato.

Gli alberi di Natale vengono quindi coltivati in terreni appositamente dedicati all'attività vivaistica, da normali aziende agricole: non vengono presi dai boschi, ma normalmente coltivati come una qualsiasi pianta da vivaio ornamentale o da fiore e costituiscono una coltivazione rispettosa dell'ambiente in quanto contribuiscono con il loro verde a dare vita a zone altrimenti brulle e desolate soggette al degrado.

Al momento della commercializzazione, gli alberi di 6-10 anni vengono prelevati in genere con la zolla: è sconsigliabile l'acquisto di di piante a radice nuda o tagliate, anche perché più facilmente possono avere una provenienza dubbia in fatto di legalità.

Gli alberi veri, durante il periodo di crescita in vivaio, assorbono anidride carbonica dall’atmosfera, contribuendo a mitigare l’effetto serra. Quando vengono estirpati, sono sempre sostituiti da altre giovani piante nello stesso vivaio, le quali continuano ad assorbire anidride carbonica dall’atmosfera.

Al termine del loro utilizzo come albero di Natale, queste piante, se sono state ben tenute e quindi poco danneggiate, possono essere mantenute in vaso (grande) da un anno all’altro, oppure piantate in giardino (grande). In alternativa, possono essere restituite al punto vendita dove alcuni Comuni provvedono al ritiro per la piantagione, oppure allo smaltimento come residuo organico da avviare al compostaggio. In nessun caso si trasformano in rifiuto imperituro…

L’albero di Natale finto

albero di Natale
Albero di Natale sintetico, con finta neve sui rami.

Pare che 7 italiani su 10 preferiscano l’abete sintetico, nella convinzione che questa scelta contribuisca a salvaguardare le foreste e ad avere più rispetto dell’ambiente. Abbiamo appena assodato che nessun albero vero di Natale viene da un bosco (salvo rari esuberi controllati dal Corpo Forestale).

Gli alberi di Natale artificiali sono quasi tutti prodotti in Estremo Oriente e dunque trasportati per lunghe distanze prima di arrivare nel negozio e poi a casa. Inoltre gli abeti finti sono generalmente fatti in plastica come PVC (una plastica notoriamente difficile se non impossibile da riciclare perché richiede attrezzature speciali) o polietilene o altri derivati del petrolio, anche se sul mercato se ne trovano anche in fibra, addirittura di alluminio. Le analisi finora svolte dicono che gli alberi veri hanno una impronta ecologica più bassa, e quindi migliore, rispetto a quelli artificiali: in termini di emissioni di CO2, un albero artificiale di 2 m ha un’impronta di carbonio equivalente a circa 31 kg di emissioni (per un totale di 154.750 tonnellate di CO2 per i 5 milioni di alberi finti venduti, equivalenti a 135.185 km di percorso in autostrada), più del doppio di un albero reale che finisce la sua vita in discarica e più di 10 volte quello di un abete che viene riutilizzato per produrre energia o compost.

Una scelta consapevole

Dunque, l’acquisto di un albero di plastica ha un senso se l’oggetto verrà tenuto per almeno un decennio (meglio due): eticamente, non può essere un usa e getta!

Se volete tenerlo per un solo Natale, non gettate nell’immondizia l’albero artificiale, bensì donatelo a una parrocchia o portatelo a un mercatino dell’usato.

Nel momento in cui invece dovesse ammalorarsi, e comunque quando volete acquistare un albero di Natale vero o finto, scegliete sempre un abete vero, anch’esso da mantenere da un anno all’altro, in vaso o in giardino, oppure da smaltire nel cassonetto dell’organico se di piccole dimensioni, o da conferire ai Crm (Centri recupero materiali), oppure da riportare al punto vendita se è attivo il servizio di ritiro per il successivo compostaggio.

Albero di Natale, meglio vero o finto? - Ultima modifica: 2019-12-04T07:58:53+01:00 da Elena Tibiletti