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L'agapanto fiorisce dall'esterno verso l'interno dell'ombrella.
L'agapanto è una pianta da rizoma che si coltiva in giardino per anni e anni, oppure in vaso grande. Ecco come ottenere fioriture color del cielo

Bello, elegante e slanciato, proteso verso l’alto quasi a voler toccare il cielo da cui sembra aver preso in prestito il colore. L’agapanto, tra l’enorme varietà di bei fiori che in estate inondano le aiuole, sembra proprio sfidare le leggi della gravità con i suoi alti steli sui quali sono appoggiate sfere di fiori azzurri, tinte di pennellate di viola.

Queste infiorescenze sono molto preziose in giardino proprio per la loro capacità di riempire quello spazio verticale, non sempre sfruttato, tra lo strato erbaceo e la porzione più bassa della chioma degli alberi.

La pianta di agapanto è stata abbondantemente coltivata nelle ville storiche del Sud d’Italia, all’interno di grossi vasi di terracotta o come bordura di piccoli o grandi percorsi. Un esempio di maestria nell’utilizzare questa pianta si può osservare nell’orto botanico di Palermo, dove il rigore della classificazione scientifica è affiancata ai più alti canoni estetici del giardino formale: alcuni dei numerosi viali sono infatti ornati da creste di agapanto fioriti, racchiusi a loro volta da filari di alberi di agrumi profumati.

 

Com'è fatto l'agapanto

Gli agapanti sono erbacee perenni costituite da grossi rizomi, di aspetto cilindrico, dai quali si dipartono numerose radici carnose.

Le lunghe foglie crescono a formare dei fitti cespi che spuntano direttamente dai rizomi. La loro forma è arcuata, quasi ricadente, presentano un colore verde intenso, un aspetto ceroso e sono lisce al tatto.

Dal centro di ogni cespo, verso la fine di maggio e nei primi giorni di giugno, inizia a spuntare un vigoroso peduncolo fiorale, dalla forma inizialmente appiattita, simile alle foglie, che va gonfiandosi man mano che cresce in altezza.

La parte terminale dell’infiorescenza è sempre racchiusa da una singola e larga brattea fibrosa, che va assottigliandosi per poi aprirsi lasciando uscire i numerosi fiori campanulati disposti a ombrella semisferica. Incominciando dall’esterno i fiori iniziano a schiudersi in progressione, dando così l’effetto di una prolungata fioritura, che ha inizio nei primi giorni di luglio e procede, a seconda della specie, fino alla fine di agosto.

In base a come si dispongono i fiori sullo stelo possiamo distinguere tre tipi principali di infiorescenza: ombrella arrotondata, ombrella intermedia (in cui i fiori sono parzialmente rivolti verso terra) e ombrella pendula (in cui la maggior parte dei fiori sono rivolti verso il basso).

 

Storia dell'agapanto

 

Dal momento della loro scoperta i botanici ebbero sempre grosse difficoltà nel classificare gli agapanti. In principio la loro somiglianza con i gigli li fece rientrare nella famiglia delle Liliacee, dalla quale vennero poi spostati in quella delle Amarillidacee per la similarità delle loro foglie con quelle dell’Amaryllis; successivamente vennero ritenuti parenti delle cipolle e inseriti quindi tra le Alliaceae, per poi trovare collocazione in una famiglia a sé stante: le Agapantacee. Infine sono ritornati fra le Liliacee (o Amarillidacee secondo la classificazione APG).

Il genere Agapanthus è endemico del Sud Africa, l'unico luogo quindi dove queste piante possono essere osservate allo stato spontaneo.

Gli agapanti comparvero per la prima volta in Europa attorno al XV secolo, venendo però etichettati erroneamente come piante originarie delle Indie. Il malinteso fu probabilmente dovuto al fatto che le navi provenienti dall’Oriente transitassero per il Capo di Buona Speranza, dove effettivamente vennero imbarcati gli agapanti, ma una volta arrivati in Europa tutto il carico vegetale fu attribuito, senza fare alcuna distinzione, alla lontana India.

 

Le specie di agapanto

Il genere Agapanthus comprende solo dieci specie: sei a foglia caduca (Agapanthus campanulatus, Agapanthus caulescens, Agapanthus coddii, Agapanthus dyeri, Agapanthus inapertus e Agapanthus nutans) e quattro sempreverdi (Agapanthus africanus, Agampanthus comptonii, Agapanthus praecox e Agapanthus walshii).

Le specie sempreverdi crescono spontanee nelle regioni a clima caldo della costa del Sud Africa, mentre le caducifoglie sono tipiche dei prati di alta quota nelle regioni interne, dove le temperature tendono ad abbassarsi maggiormente.

Nella scelta delle specie da coltivare ricordatevi dunque che le piante caducifoglie risulteranno più tolleranti alle basse temperature rispetto alle loro sorelle sempreverdi.

Spesso nei vivai gli agapanti vengono chiamati genericamente ed erroneamente Agapanthus africanus: questa specie infatti è molto delicata e di difficile coltivazione, preferendo comunque per crescere i giardini rocciosi. La maggior parte delle specie o varietà reperibili sul mercato appartengono invece a incroci di Agapanthus praecox, che risulta di facile coltivazione e con fiori di colore sia blu che bianchi.

 

Coltivare l'agapanto 6 punti

  • L'agapanto è il re dei fiori azzurri, colore di cui veste tutte le tonalità, dal celeste al blu, fino a virare al bianco e al lilla. Da luglio a settembre sugli alti steli (da 30 a 150 cm) sbocciano le grandi infiorescenze sferiche (da 10 a 30 cm di diametro).
  • Di grande effetto coltivato in gruppi nelle aiuole, è adatto anche alle fioriere: nel primo caso si prediligono varietà alte, nel secondo quelle compatte che non superano i 40-45 cm di altezza (come “Lilliput” e “Kobalt”).
  • Molto apprezzati anche per la loro resistenza al caldo e alla siccità e la capacità di adattarsi anche a suoli difficili e compatti, gli agapanti nascono da rizoma e si coltivano in pieno sole o alla mezz’ombra.
  • Si piantano in aprile-maggio, lasciando emergere dal terreno il germoglio, a distanza di circa 30-50 cm tra di loro.
  • In vaso, i contenitori devono avere diametro di almeno 40 cm.
  • Gradiscono regolari concimazioni in primavera ed estate e innaffiature, soprattutto per quelli in vaso.
  • Se utilizziamo gli agapanti per abbellire i nostri giardini sarà meglio indossare i guanti mentre li svasiamo o li interriamo, in particolar modo quando per la riproduzione agamica si andranno a dividere i rizomi. Questi ultimi infatti possiedono delle sostanze che possono risultare urticanti per la pelle.

Leggende sull'agapanto

L’agapanto è stato da sempre considerato dalle popolazioni indigene del Sud Africa come una pianta dai poteri magici e curativi: utile per la fertilità e per il conseguimento di una gravidanza senza problemi; le radici vengono fatte a pezzi e usate come collane per garantire alle donne in gestazione la nascita di figli

sani e forti; le lunghe foglie vengono tagliate e avvolte attorno ai piedi per lenirne le fatiche; l’infuso dei fiori infine è utilizzato come filtro d’amore. Sarà forse per quest’ultimo utilizzo che l’agapanto ha preso il suo nome: Agape in greco antico significa amore e anthos fiore, “fiore dell’amore” appunto.

Agapanto: la perenne per il giardino - Ultima modifica: 2019-06-28T07:47:00+02:00 da Redazione Passione In Verde