Tra gli arbusti più versatili da utilizzare in giardino vi sono sicuramente i viburni. Queste piante ampiamente diffuse nei giardini romantici del XIX secolo, che puntavano a ricreare ambientazioni il più possibile vicine alle forme della natura, non trova oggi l’importanza che merita. Le loro eleganti e profumate infiorescenze, seguite da una grande quantità di frutti (drupe) vengono spesso sostituite da cespugli dalle fioriture più vistose ed esplosive.
Queste piante dall’indiscusso fascino esotico non sempre riescono a trovare quel garbo estetico per accostarsi alla vegetazione spontanea che circonda i giardini, e con cui inevitabilmente le piante da noi coltivate devono fare i conti. I viburni possono essere utilizzati a gruppi per creare delle grosse masse vegetali o anche come pianta singola, come siepi dalla facile sagomatura ma, soprattutto, come elementi di ricongiungimento. I tagli, procurati nel paesaggio dalla costante presenza dell’uomo, vengono infatti immediatamente attenuati, creando un graduale e spesso riposante raccordo tra la vegetazione spontanea e le specie di paesi lontani scelte per i vostri giardini.
Viburni, molto decorativi
I viburni appartengono alla famiglia delle Caprifoliacee, originari dell’Europa, Asia ed America, dove contano allo stato spontaneo circa duecento specie. Possono assumere l’aspetto di alberi, raggiungendo anche i dieci metri di altezza, pur rimanendo più frequenti le forme arbustive, con struttura globosa, che non superano i tre metri. Hanno fogliame molto decorativo, che a seconda della specie può essere caduco o persistente, coriaceo, liscio o rugoso. Le varietà spoglianti tendono ad assumere nel periodo autunnale delle colorazioni calde che vanno dal giallo al rosso. I piccoli fiori, bianchi una volta schiusi e con sfumature rosa pallido o verdi quando ancora in boccio, sono portati su dei corimbi a forma di ombrello. Sono piante a fioritura primaverile, anche se esistono delle eccezioni che presentano i loro fiori in autunno.
Quasi tutte le specie di viburno producono delle bacche dall’aspetto molto decorativo che di norma rimangono sulla pianta per molti mesi.
Come coltivarli
I fusti tendono a ramificarsi molto e soprattutto a tollerare bene le potature per contenere la forma e la dimensione. La maggior parte dei viburni cresce bene in pieno sole anche se spesso non disdegna le posizioni in ombra parziale. Sono piante molto resistenti, che raramente soffrono di malattie fungine, potendo godere di una buona circolazione dell’aria. Preferiscono i terreni freschi e umidi anche se possono tollerare, a seconda della specie, periodi più o meno lunghi di siccità.
Apprezzati nell'antichità
Il nome del genere Viburnum è molto antico, la sua origine deriva infatti dal termine latino “viere” che vuol dire intrecciare o legare, probabilmente per la flessibilità dei rami che venivano utilizzati per la creazione di cesti, in sostituzione alle fronde dei giunchi e dei salici. Inoltre il suo legno, di consistenza dura e allo stesso tempo leggero, veniva usato dagli arcieri per fabbricare le proprie frecce.
Anche in giardino la sua funzione estetica era già ben nota agli abitanti di Pompei, che apprezzavano a tal punto questa pianta da rappresentarla nelle decorazioni parietali delle loro case; era anche una pianta consacrata ai trionfi e considerata augurale nelle case. Inoltre Virgilio nelle Georgiche consigliava di piantare alcune piante di viburno nei pressi degli alveari, per la quantità di nettare posseduto e per la capacità di aromatizzare il miele prodotto dalle api.
Viburni velenosi ma officinali
Nonostante il viburno sia una pianta a elevata tossicità, per cui si sconsiglia ogni utilizzo al di fuori di quello per il giardinaggio, ha trovato fin dai tempi più antichi vasto impiego per la cura di vari mali. Pare che le gemme servissero ad attenuare gli spasmi del asma, l’infuso dei fiori avesse proprietà antinfiammatorie e il decotto delle foglie fosse utilizzato come rimedio contro la pesantezza alle gambe. Le bacche di questa pianta possiedono inoltre delle sostanze antiossidanti utili agli uccelli migratori. Tali sostanze facilitano il superamento del grande viaggio abbassando il livello di stress che questi animali devono affrontare.