L'aspidistra (Aspidistra elatior, famiglia Liliacee) una volta era la “pianta delle macellerie”, l’unica specie in grado di sopravvivere rigogliosa in un negozio freddo e buio, senza nessuna cura (ma si mormora che il macellaio svuotasse nel terriccio del vaso il colaticcio di sangue per renderla più bella...).
Ha avuto un grande successo nel ’900, ma poi è quasi scomparsa, a favore di specie esotiche più appariscenti; oggi è ritornata in auge per la facilità di coltivazione.
Ama ambienti freschi e poco illuminati, come ingressi e pianerottoli, tavernette, ecc. ed è praticamente indistruttibile, in qualunque condizione e ambiente. Può vivere anche 30 anni, mantenendo sempre una discreta presenza, e le piante anziane fioriscono più facilmente, anche da noi.
Com’è fatta l'aspidistra
Pianta erbacea perenne rizomatosa, con un denso ciuffo di lunghe foglie lanceolate, cuoiose, verde scuro, che crescono direttamente dalle radici, spesse e carnose; alcune varietà presentano foglie variegate o puntinate, solitamente di color bianco o crema.
I fiori sono molto particolari, e spesso sfuggono alla vista: spuntano direttamente dal terreno, tra le foglie, e sono di colore porpora-bruno, spesso puntinati di chiaro; sbocciano in estate e possono essere seguiti da una singola bacca nerastra con i semi.
Dove e come si coltiva in 12 consigli
- Proviene dal sottobosco dell’Estremo Oriente e dell’Africa.
- L'aspidistra va coltivata in vaso di plastica se la pianta vive fuori, anche di coccio se sta in casa, con diametro minimo 18 cm per 4-5 foglie. Molto longeva, cresce con grande lentezza, quindi non è necessario rinvasarla troppo spesso (ogni 2-4 anni); inoltre non ama “stare larga”.
- Il substrato preferito è una miscela di una parte di terra da giardino e una di torba (oppure terriccio universale) con 1-3 pugni di ghiaino o argilla espansa. Discreto drenaggio sul fondo del vaso.
- L’esposizione deve essere luminosa, ma senza raggi diretti del sole, che causano un sensibile rallentamento della crescita e una rapida decolorazione delle foglie; anche a mezz’ombra o all’ombra completa; tollera anche 2-3 giorni di mancanza totale di luce.
- La temperatura ideale è fra 12-20 °C, ma tollera fino a +40 °C e –5 °C. In estate, con il caldo, perde lucentezza e va vaporizzata con regolarità. In inverno, se vive fuori coprite gli esemplari giovani e pacciamate la base di quelli vecchi; ritirate il vaso in caso di gelate intense o prolungate.
- Può vivere anche in piena terra in giardino dalla Val Padana in giù, scegliendo una posizione ombreggiata d'estate e riparata da correnti fredde in inverno.
- L’acqua si fornisce in estate due volte a settimana, una in inverno (nessuna se vive all’aperto) appena il terriccio si asciuga del tutto. Può sopportare due settimane di siccità estiva.
- Si concima una volta al mese da aprile a settembre con un prodotto liquido per piante verdi nell’acqua d’irrigazione. Le varietà variegate tendono a perdere le macchie se il fertilizzante è in eccesso.
- Eliminate le foglie secche o troppo danneggiate da strappi e macchie.
- In primavera si riproduce attraverso la divisione dei cespi, mantenendo una parte di rizoma con radici vigorose per ogni porzione; oppure si moltiplica anche per seme, se ha prodotto frutti: i semi vanno utilizzati freschi, in autunno.
- Pianta molto resistente alle intemperie e allo smog, praticamente indistruttibile. Attenzione a non danneggiare il fogliame, che vive per parecchi anni e, se è rovinato, dà un aspetto trascurato all’intero esemplare.
Malattie e parassiti dell'aspidistra
- Sulle foglie, le macchie scure che si seccano, senza confluire l’una nell’altra, sono causate dai raggi solari diretti, che bruciano la lamina fogliare nel punto in cui la colpiscono.
- Se le foglie si fessurano per il lungo, a volte fino all’apice, è l’eccesso di fertilizzante: riprendete l’anno successivo.
- L'aspidistra rarissimamente viene attaccata da antracnosi, da cocciniglie e da afidi.