Non è minimamente parente del ginseng (Panax ginseng, famiglia Araliacee) il ficus Ginseng (Ficus microcarpa, famiglia Moracee), così chiamato semplicemente perché le sue radici ampie e consistenti ricordano molto quelle del ginseng vero e proprio. Non si tratta nemmeno di una varietà di Ficus, ma di un semplice nome commerciale, sicuramente più accattivante e ricordabile rispetto a Ficus microcarpa.
Perché piace il Ficus Ginseng
Se in natura (foreste dell’Indonesia) è un albero che può arrivare a 15 m d’altezza, il ficus Ginseng è invece tipicamente coltivato a bonsai o anche ad arbusto da appartamento, nel qual caso può raggiungere 1,30 m d’altezza.
Viene scelto per il bel fogliame ovale, lucido, verde brillante, a contrasto con la corteccia di colore grigio chiaro, anche se il principale motivo d’interesse sono appunto le radici chiare e lisce che fuoriescono dal substrato e si “annodano” in maniera decorativa.
In realtà può anche produrre i frutti, piccoli fichi di colore porpora o nero, attaccati ai rami, ma in appartamento è molto difficile ottenerli. Come tutti i Ficus – lo ricordiamo – non ha fiori visibili: i fiori sono dati direttamente dai piccoli fichi.
Vaso e rinvaso
Proprio perché le radici sono rigonfie, spesso il bonsai non viene coltivato nel caratteristico vaso basso e largo tipico di questa coltura, bensì in vasetti più alti e più larghi: non necessariamente questa seconda possibilità deve far pensare a un bonsai meno pregiato, anche se è innegabile che un vasetto di dimensioni maggiori agevoli la coltivazione anche da parte di chi ha poca esperienza. Sicuramente, chi è alle prime armi è bene che non operi un rinvaso in un contenitore da bonsai, bensì continui a coltivare il ficus Ginseng nel vasetto originario e, quando il rinvaso sarà necessario, lo ponga in un vasetto di simile forma ma di una sola misura in più. Non fatevi tentare dal dargli una “casa” più grande: ne snaturereste la natura ridotta, trasformandolo in una normale pianta d’appartamento.
La miscela preferenziale deve essere costituita da 60% akadama, 20% torba, 20% terriccio universale; in mancanza si può ripiegare su torba, alleggerita con una manciata di sabbia di fiume e una di lapillo vulcanico. Non è necessario lo strato di drenaggio sul fondo, perché bisognerà stare viceversa attentissimi alla quantità d’acqua erogata. Il periodo giusto per il rinvaso va da metà marzo a metà maggio, ogni 2-3 anni.
Dove mettere il Ficus Ginseng
Il ficus Ginseng va trattato come una pianta da interni: da ottobre ad aprile compresi (nel Nord Italia) deve vivere in appartamento, preferibilmente in una stanza fresca (18 °C), ma può tollerare anche un ambiente riscaldato, purché stia lontano dalle fonti di calore, ma anche da sbalzi di temperatura e da correnti d’aria. La posizione deve essere molto luminosa ma non interessata dai raggi diretti del sole.
Da maggio a settembre gradisce molto lo spostamento in esterni, in un luogo ombreggiato ma luminoso: sotto i rami di un albero sarebbe la collocazione ideale. Può essere anche esposto alla pioggia (con sottovaso, da svuotare subito dopo la pioggia), ma non agli uragani e alla grandine che si verificano recentemente. Quando la temperatura raggiunge i 12-10 °C, il ficus Ginseng va riportato in casa: la termica ideale è compresa fra 15 e 22 °C.
Acqua e concime
Le annaffiature devono essere giornaliere da aprile a settembre, svuotando il sottovaso dopo 10 minuti; e anche due volte al giorno in piena estate. Nei restanti mesi dipende dalla temperatura della stanza: se è pari o inferiore a 18 °C, si può annaffiare ogni 4-5 giorni; se è superiore si bagna ogni 2-3 giorni, sempre senza ristagni nel sottovaso. In generale, annaffiare sempre dopo che il substrato si è asciugato, mai farlo quando è ancora bagnato. Nebulizzare spesso con acqua demineralizzata sia in estate sia in inverno (con temperature superiori a 18 °C).
Nell’acqua d’annaffiatura si aggiunge ogni 20 giorni fra aprile e settembre una dose di concime per bonsai o, in alternativa, per piante verdi. Se però in piena estate la temperatura sale oltre 30 °C, sospendere la concimazione.
Potatura e pinzatura del Ficus Ginseng
Come tutti i bonsai, anche il ficus Ginseng va potato e pinzato. La potatura, consistente nel tagliare i rami per restituire una forma consona al bonsai, si effettua in marzo, mentre la pinzatura, data dall’asportazione (anche solo con l’unghia) degli apici vegetativi, si compie in maggio e luglio, sempre per mantenere la forma dell’esemplare. Nel caso di taglio di rami “sfuggiti” alla potatura, con diametro di 0,5 cm, è bene spolverare il taglio con mastice cicatrizzante. Infine, l’asportazione delle foglie in eccesso si esegue per tutto l’anno.
Malattie e parassiti
Il ficus Ginseng ha sostanzialmente due nemici: le cocciniglie e i marciumi radicali. Le prime, fiocchetti bianchi che si annidano alla base delle grosse radici oppure sui rami, si eliminano con le pinzette e solo in casi molto gravi con un prodotto anticocciniglia. I marciumi radicali sono provocati da un eccesso d’acqua, che va assolutamente prevenuto ed evitato.