Il glicine è una delle mie rampicanti preferite perché decora abilmente una cancellata, un muro, un pergolato o addirittura un capanno degli attrezzi e quando diventa “vecchio” assume fascino, poiché i suoi rami legnosi si contorcono e si fanno da supporto l’un l’altro, coperti solo da una nuvola di fiori profumati. In primavera, infatti, i suoi lunghi grappoli di colore blu-malva, rosa, ma anche bianchi formano dei decori davvero romantici. Ho notato che spesso, in Giappone, i glicini vengono usati per ingentilire le passerelle sugli stagni: riflettendosi “come in un gioco di specchi” completano la magia dei ciliegi e delle peonie.
Glicine e fiori
In commercio si trovano fondamentalmente due specie e in particolare Wisteria floribunda e W. sinensis; quest’ultima è da preferirsi perché molto robusta. I suoi rami possono raggiungere i 15 m di lunghezza e può vivere oltre un secolo. I grappoli di fiori, lunghi 25-30 cm, a volte si rinnovano anche in estate. L’effetto “wow” della fioritura è dovuto al fatto che avviene sui rami ancora spogli (prima cioè della comparsa delle foglie) e che i fiori di uno stesso grappolo si schiudono contemporaneamente, quasi si fossero dati appuntamento.
Per contro, il glicine del Giappone (W. floribunda) presenta grappoli molto più lunghi (quasi 40 cm) ma sottilissimi. La var. macrobotrys è di grande effetto pittorico.
Dove metterlo
Adattissimo a suoli leggeri, freschi e soleggiati, ha radici che temono le basse temperature e mal sopportano i terreni troppo calcarei. Difficilmente cresce sopra i 700-800 m di altitudine, e se dapprima risulta debole, stentato (soprattutto nel primo anno di vita), diventa poi molto attivo e vigoroso in seguito.
Potare il glicine…
Un segreto da tenere bene a mente per godere di una chioma profumata di fiori indaco è nella potatura.
I rami hanno due tipi di getti: quelli corti fioriranno a primavera e non devono essere assolutamente tagliati; gli altri, molto lunghi, si attorcigliano agli oggetti che incontrano e possono “camminare” per molti metri nel corso dell’estate. È indispensabile accorciarli a febbraio a 30-35 cm di lunghezza, in quanto soltanto alla loro base si formeranno i fiori. Vi suggerisco però, di conservare uno di questi lunghi rami per realizzare il cosiddetto “cordone orizzontale”, da intrecciare per avere la forma desiderata.
… e riprodurlo
Per chi lo ama alla follia, sappiate che si moltiplica con facilità per propaggine, con difficoltà zero. Basta in primavera coricare un lungo e giovane ramo a una profondità di 15 cm con l’estremità fuori terra. Le radici si formeranno ad altezza delle gemme. In autunno separerete questa nuova pianta con radice dalla pianta madre.