Vi siete lasciati tentare dall’ennesima regina dei fiori: per assicurarle una riuscita degna del suo titolo, seguite con attenzione i suggerimenti che Pietro Barni, di Rose Barni, vi offre. Rose bellissime garantite!
1 Meglio un rosaio a radice nuda, in pack, in zolla o in vaso?
I rosai forniti in pack e in zolla sono sempre meno presenti sul mercato, dal momento che comportano un maggiore impegno in termini di manutenzione nella loro conservazione. Dunque, le forme di vendita più diffuse per le piante di rose sono la radice nuda e il vaso. La prima prevede che i rosai siano in riposo vegetativo e possano essere conservati per lunghi periodi, se mantenuti a basse temperature, con le radici umide. Le piante in vaso offrono una conservazione assai duratura, ma comportano l’impegno di una regolare e costante annaffiatura, per impedire la disidratazione di tutte le parti della pianta in vegetazione.
2 Qual è l’epoca migliore per la piantagione?
L’epoca migliore di trapianto per rosai a radice nuda va dalla fine di ottobre alla fine di marzo, privilegiando i mesi ottobre-novembre e marzo nelle zone di montagne, mentre il periodo invernale nelle zone litoranee o insulari. I rosai acquistati in vaso possono essere messi a dimora in qualsiasi periodo dell’anno, ma spesso si trapiantano in primavera-estate, quando le piante a radice nuda non sono disponibili.
3 Per quanto tempo può resistere un rosaio, senza essere piantato, dal momento dell’acquisto?
I rosai che noi forniamo a radice nuda vengono imballati in sacchetti di materiale plastico, per mantenere la giusta umidità alle radici. Possono essere così conservati, chiusi nel loro imballaggio, per almeno due settimane, mantenendoli in un luogo molto fresco, come un garage o una cantina, possibilmente anche al buio. Se non fosse possibile il trapianto oltre questo periodo, consigliamo di togliere le piante dai sacchetti di plastica e di disporle in una buca scavata dove il terreno sia lavorabile, oppure in una cassa con sabbia o torba umide, coprendo anche i rami quasi completamente. In questo modo, le piante possono essere conservate fino alla primavera. I rosai acquistati in vaso, invece, offrono tempi di conservazione molto lunghi, ma devono essere comunque assistiti con le annaffiature a seconda della stagione, visto che, in genere, i vasi di vivaio non sono mai di grande capacità.
4 Al momento dell’impianto, come preparare la pianta?
Prima di piantare un rosaio a radice nuda, è consigliabile accorciare i rami più robusti, lasciando circa 4-5 gemme, e asportando i rametti secondari più deboli o spezzati. Spuntate anche le radici: se queste si presentano particolarmente asciutte, nel caso in cui il trapianto sia stato rimandato, si può provvedere a immergerle in acqua. Per i rosai in vaso, è sufficiente prelevare la pianta, facendo attenzione a non rompere il pane di terra.
5 La buca: come va allestita?
Per la piantagione in piena terra, in ambedue i casi, occorre scavare una buca di circa 35-40 cm di profondità, lavorando il terreno con un apporto di materia organica (stallatico ben maturo o compost) per renderlo più nutriente. Se la terra non è particolarmente argillosa e compatta, non è necessario il drenaggio, altrimenti, basta stendere sul fondo un piccolo strato di argilla espansa o di ghiaia.
6 Basta la terra del giardino, qualunque essa sia?
La rosa, in generale, non necessita di miscugli particolari e privilegia terreni abbastanza “pesanti”, ricchi di minerali argillosi. Se la composizione della terra è piuttosto sabbiosa e povera, è consigliabile aggiungere torba, per mantenere l’umidità, e materia organica, per somministrare nutrimento.
7 Quali cure dopo la piantagione?
Dopo la messa a dimora di un rosaio a radice nuda, è di fondamentale importanza apportare una copertura sui rami con semplice terra del giardino. Questa protezione, che lascerà libere appena le estremità di essi, consentirà di preservare i tessuti della pianta dalla disidratazione, dovuta al vento o al freddo. Una volta fatta questa operazione, la pianta potrà essere lasciata senza attenzioni fino alla primavera successiva, quando le nuove gemme ricominceranno a vegetare.
Al contrario, dopo la messa a dimora di un rosaio acquistato in vaso, sarà molto importante annaffiare abbondantemente la pianta e continuare a farlo nei giorni successivi, soprattutto se le temperature fossero alte. Finché la pianta non avrà emesso radici nuove, fuori dal pane di terra, non sarà autosufficiente: se mancasse umidità, deperirebbe velocemente.
8 Dopo l’impianto autunnale sono necessarie protezioni?
In generale la rosa è una pianta molto rustica e forte: se acquistata in vaso, non necessita di protezioni. Dal momento, però, che i trapianti autunnali riguardano soprattutto rosai a radice nuda, è molto importante, dopo aver annaffiato la pianta, procedere alla sistemazione di un mucchietto di terra sopra i rami, per impedire la disidratazione dei tessuti a causa del vento.
9 Quando e da quali segnali si capisce che il rosaio è vivo e ha attecchito?
I rosai messi a dimora a radice nuda nel periodo autunno-invernale iniziano a vegetare a partire dalla metà/fine marzo (a seconda delle zone climatiche): le gemme iniziano a rigonfiarsi e ad allungare le parti vegetative, con la formazione di nuovi rami. A questo punto, il mucchietto protettivo di terra può essere allontanato dalla pianta.
Se invece, si sono verificati dei problemi nell’attecchimento, il rosaio manifesta sintomi di annerimento e necrosi dei tessuti.
10 Come procedere in vaso?
Per mettere a dimora un rosaio in vaso, occorre che il contenitore sia sufficientemente profondo per accogliere l’apparato radicale, almeno 35 cm. Alla base, è consigliabile posizionare uno strato di argilla espansa e riempire il vaso con un miscuglio di terriccio, torba e stallatico. Le operazioni da seguire per la messa a dimora sono le stesse che vengono effettuare nel trapianto in piena terra.