È elegante, morbido, lucente e guizza veloce da un supporto all’altro della gabbia: è impossibile non rimanere incantati a guardare le evoluzioni dello scoiattolo giapponese (Eutamias sibiricus, Eutamias striatus, altrimenti detto anche tamia striato).
La gabbia per lo scoiattolo giapponese
Proprio per assecondarne la vitalità, l’alloggio è di fondamentale importanza: la gabbia deve avere grandi dimensioni (almeno 1,5x1,5x1,5 h m per un esemplare) per consentirgli di muoversi e saltare liberamente. Può andare bene anche una voliera da uccellini, con sbarre ravvicinate (max 1 cm di distanza) per impedire eventuali evasioni.
All’interno devono esservi lunghi rami di legno tesi da un capo all’altro, tronchetti di legno appoggiati sul fondo e giochi di plastica o legno (tubi e ruote da criceto). Due o tre casette rifugio servono per soddisfare le esigenze di riposo (il giaciglio), alimentazione (la dispensa) e necessità fisiologiche (la toilette). Indispensabili, poi, il beverino a goccia per l’acqua e una o più ciotoline da appendere per il cibo.
Sul fondo della gabbia, che è bene sia liscio e facilmente lavabile, si stende uno strato abbondante di lettiera poco polverosa e molto assorbente (per es. tutolo di mais o pellet di carta riciclata), nella quale il tamia amerà raspare: in natura scava tane sotto terra. Infine, una vaschetta colma di sabbia gli permette di rotolarsi per pulirsi la pelliccia.
Quanto vive lo scoiattolo giapponese
A dispetto del nome, il tamia è originario della Corea, da dove si è diffuso in Giappone e India: è facile che gli esemplari in vendita siano di origine selvatica, da cattura anziché domestici. Di conseguenza non è facile prenderli (attenzione alla coda, molto sottile e delicata) e maneggiarli: solo alcuni soggetti possono arrivare, con il tempo e la pazienza, a mangiare dalla mano, perché comunque hanno un carattere nevrile. Se spaventati, inoltre, possono anche mordere. Sono comunque animali molto puliti, facili da curare e non emettono cattivi odori.
Possono vivere fino a 8 anni, senza particolari problemi se sono ben alimentati e seguiti.
Allevare una coppia di scoiattoli volanti
Hanno abitudini diurne e conducono una vita solitaria: se desiderate una coppia, è bene adottarla fin dall’inizio, scegliendo esemplari giovani. Se però pensate di farli riprodurre, dovete accertarvi che non siano fratello e sorella: cercate un buon allevamento amatoriale. Essendo comunque animali territoriali, è bene che nella gabbia esista un divisorio, che permetta a maschio e femmina di vedersi ma che delimiti i due territori.
La maturità sessuale si raggiunge a 11 mesi e gli accoppiamenti si svolgono da febbraio a settembre. Quando maschio e femmina sono pronti per l’accoppiamento, emettono fischi e appaiono agitati: è il momento di farli incontrare togliendo il divisorio. Dopo l’accoppiamento, i due scoiattoli vanno separati nuovamente. La gravidanza dura 29-32 giorni, e ne derivano fino a 9 piccoli, che vengono svezzati intorno ai 60 giorni.
Cosa mangia lo scoiattolo giapponese
La dieta del tamia striato deve essere varia, a base di semi, gemme, fiori, vegetali a foglia verde, frutta e qualche insetto, a cui aggiungere periodicamente una mattonella di sali minerali.
In alternativa vanno bene le miscele commerciali per scoiattoli, da integrare con verdura e frutta fresche, lavate, asciugate, tagliate a pezzetti e a temperatura ambiente.
Da buon roditore, per limare gli incisivi a crescita continua ha bisogno di bastoncini di legno non tossico da rosicchiare.
Scoiattolo giapponese: D.Lgs. 230/2017
Attenzione: con il D. Lgs. 230/2017, entrato in vigore il 14 febbraio 2018, gli scoiattoli giapponesi rientrano nell'elenco delle circa 50 specie esotiche invasive di rilevanza nazionale. Significa che non possono più essere venduti, commercializzati o detenuti. I proprietari di scoiattoli giapponesi come animali d'affezione sono autorizzati a detenerli fino alla fine della vita naturale degli esemplari, purché il possesso sia regolarmente denunciato e, nella denuncia, il proprietario fornisca adeguate informazioni relative alla specie, al sesso e all'età degli esemplari nonché la descrizione delle modalità di confinamento e delle misure adottate per garantire l'impossibilità di riproduzione e la fuoriuscita.