Da circa un decennio l’iguana (Iguana iguana) è diventata un ospite frequente nelle case degli Italiani, in grado di soddisfare la “voglia di esotico” tanto di moda. Rispetto a un cane o un gatto, però, risulta infinitamente più impegnativa, perché ha necessità specifiche che non è semplice soddisfare.
Il terrario per l’iguana
Innanzitutto l’iguana richiede un apposito terrario (dimensioni minime 80x100x100 h cm per un esemplare giovanissimo, lungo 20 cm) in vetro con coperchio forato, nel quale disporre un fondo di ghiaia grossa, numerosi rami di legno, pietre e piccole piante d’appartamento, oltre alla mangiatoia e all’abbeveratoio. Quest’ultimo può essere sostituito da una bacinella grande quanto il rettile, che vi si immergerà per bagnarsi.
Nel terrario sono fondamentali le lampade, che servono per mantenere la temperatura e l’illuminazione necessaria all’animale: soprattutto in inverno il riscaldamento deve rimanere acceso per quasi tutto il giorno, con ovvie conseguenze sulla bolletta elettrica. Nel terrario una lampada dovrà rimanere a 30 °C e l’altra, al capo opposto, a 36-39 °C, mentre di notte la luce si spegne e la temperatura deve rimanere fra 23 e 26 °C. Le lampade vanno poste in maniera che l’iguana non si scotti; per lo stesso motivo sono da evitare le “rocce calde”, riscaldate da resistenze interne.
È bene avere vari termometri che misurino la temperatura e soprattutto il gradiente fra le varie zone del terrario, indispensabile alla buona salute di questi rettili.
Serve inoltre almeno una lampada UVB, che compensa la mancanza di luce solare: deve rimanere accesa per 14 ore al giorno. Anche una lampada UVA è utile a ricreare una visione più simile a quella naturale per questi rettili.
Bisogna poi ricreare un sufficiente grado di umidità, da misurare con un igrometro. In natura è dell’85-95%, ma in cattività potrebbe dare luogo allo sviluppo di funghi o muffe, e quindi ci si può affidare alla vasca dell’acqua o a un vaporizzatore, per arrivare almeno al 70%.
Quanto vive l’iguana
Il rettile ha una vita in cattività che può arrivare a 20 anni d’età, durante la quale l’animale può crescere in grandezza fino a 2 m di lunghezza: è bene informarsi per tempo sull’esistenza in zona di una struttura seria che possa accoglierlo quando non sarà più possibile tenerlo in casa. La stragrande maggioranza degli esemplari in cattività, tuttavia, muore prima dell’anno d’età per errori nell’allevamento.
L’iguana è protetta dalla Cites
Al momento dell’acquisto bisogna verificare che si tratti di un animale nato in cattività: essendo una specie protetta dalla convenzione di Washington, deve infatti essere accompagnato dal certificato Cites, che attesta che non si tratta di un esemplare prelevato clandestinamente dallo stato libero e che sia quindi legale in Italia.
È consigliabile farsi dare anche il nominativo di uno o più veterinari specializzati in rettili: non tutti i professionisti sono in grado di curare questo tipo di animali e quelli che lo sono comporteranno un costo maggiore rispetto a un normale animale domestico.
Cosa mangia l’iguana
L’alimentazione dell’iguana è relativamente facile: è un erbivoro che in natura si nutre di foglie, fiori e frutti, quindi in cattività vanno bene frutta e verdura ben lavate, asciugate e tagliate a pezzetti. Per la precisione al 90% devono essere verdure a foglia, e per il restante 10% frutta come fichi, mandarino, anguria, mango, papaia e arance. Il menù va integrato con carbonato di calcio. Tra le verdure, sono proibiti tutti i tipi di cavolo (Crucifere) e le Chenopodiacee (spinaci, bietole) perché interferiscono con l’assorbimento del calcio. Si possono aggiungere anche petali di fiori da giardino purché non trattati con fitofarmaci. Lasciate l’acqua sempre a disposizione.
Esistono anche mangimi commerciali per iguane, la cui composizione va sottoposta al vostro veterinario di fiducia. In ogni caso, vanno sempre reidratati con acqua.