C’era una volta il classico canarino dal piumaggio color giallo limone non particolarmente intenso, salvo che nel periodo degli accoppiamenti e solo nel maschio: è il canarino delle origini, quello nato e scoperto dagli Spagnoli nel XVI secolo nelle isole Canarie, donde il nome.
Sorpresi dalla socievolezza e dall’abilità canora di questi uccelli, e constatato che mantenevano queste qualità anche in gabbia, ne catturarono un gran numero di esemplari, per riprodurli in cattività e venderli a peso d’oro in tutta Europa. Per mantenere il monopolio degli animaletti, però, esportavano solo i maschi, trattenendo le femmine.
Dice poi la leggenda che nel XVII secolo un vascello spagnolo carico di coppie di canarini fosse naufragato al largo delle coste toscane: dalle gabbie sfasciate nel naufragio, gli uccellini volarono verso la terraferma, raggiungendo la Toscana, la Liguria, la Sardegna, la Corsica e la Costa Azzurra. Il monopolio spagnolo terminò e il canarino venne addomesticato e allevato in tutta Europa.
Canto, taglia e colori del canarino
Quasi subito gli appassionati capirono che era relativamente facile ottenere infinite variazioni sul tema canarino. Le prime novità arrivarono in materia di canto: la selezione avvenne (e avviene) solo in base alle capacità canore, che ogni specie sviluppa attraverso i propri “maestri di canto”, cioè esemplari adulti che fanno da modello ai giovani. Tra i canarini da canto il più famoso è il Malinois, in grado di emettere una notevole varietà di suoni, tra cui gli speciali gorgheggi che lo differenziano da tutte le altre varietà da canto. Prima dell’acquisto, ascoltate i diversi esemplari disponibili per scegliere quello i cui vocalizzi vi piacciono di più: ricordatevi che canterà per parecchie ore al giorno...
Poi gli allevatori si concentrarono sulla forma e la postura: esistono razze di grossa taglia (come il Border) o di piccole dimensioni (per es. l’Hoso), con postura particolare come il Gibber (con il collo allungato e “ingobbito”), con il ciuffo (Gloster) o le piume arricciate (Fiorino). Oltre a essere più rare e meno economiche, richiedono cure leggermente più assidue rispetto ai normali uccellini.
Infine venne la manipolazione dei colori: la passione degli allevatori sottopose gli uccellini a incroci mirati tali da portare in cinque secoli a ben 400 varietà diverse per toni e colori del piumaggio. Si va dal bianco al grigio, al giallo, all’arancione, al rosso. Potete incentivare l’intensità del colore finale del piumaggio con un’alimentazione particolarmente ricca di sostanze “colorate” (es. mais), da somministrare in corrispondenza dei periodi della muta.
La vita del canarino
Quando si desidera un animale semplice e facile da tenere in casa, facilmente ci si orienta sul canarino, uccellino grazioso e canoro, raramente timido, amante della vita domestica perché ama sentire intorno a sé vitalità e voci umane.
Il canarino è longevo e, se si tratta di una coppia, vi regalerà anche la riproduzione: i minuscoli canarini nascono dopo meno di 2 settimane dalla cova e saranno nutriti da entrambi i genitori.
Sono animali socievoli, che soffrono se rimangono a lungo da soli: se non potete dedicare loro almeno un paio d’ore di “conversazione” al giorno, acquistate una coppia, in modo che si tengano compagnia e intreccino gorgheggi di felicità per una decina d’anni (ma, se ben tenuti, vivono anche 20 anni).
Sarà il maschio a esprimersi con i suoni più melodiosi: fa parte dell’istintiva tecnica di corteggiamento nei confronti della femmina, che si limiterà a rispondere ogni tanto. Tenete a mente che il canto in questi uccelli è l’espressione del benessere: un esemplare giovane e sano, ben nutrito, a cui non mancano le vitamine e i minerali necessari al corretto mantenimento dell’organismo, si esprimerà ai massimi livelli, regalandovi parecchie ore di ottimo canto.
La gabbia per il canarino
Per il canarino la gabbia ideale è più larga che alta, per consentirgli di svolazzare al meglio. Il fondo deve essere facilmente lavabile, meglio se munito di griglia separalettiera. Quest’ultima deve essere poco polverosa e molto assorbente, per esempio a base di sabbie minerali, fogli sabbiati o tutolo di mais.
Fra gli accessori indispensabili, ci sono il beverino, almeno due mangiatoie (una per i semi e l’altra per i cibi freschi), diversi posatoi, la vaschetta per il bagno. Il nido invece serve solo da marzo a settembre, durante il periodo riproduttivo (naturalmente se si alleva una coppia).
La dieta del canarino
La dieta del canarino deve comprendere una miscela di sementi (scagliola, niger, canapa, lino, ravizzone) nelle mangiatoie esterne (per evitare che sporchino i semi camminandoci sopra o defecandoci) su cui “soffiare” ogni giorno per togliere le buccette che si accumulano sopra. Integrate con i cosiddetti “semi della salute o condizionatori” cioè specie da prato e piante officinali. Aggiungete poi una fonte supplementare di calcio, per es. il classico osso di seppia, oppure il grit solubile da mettere in una piccola mangiatoia chiamata “linguetta”, oppure il guscio delle uova di gallina messo in forno ad alta temperatura per 20 minuti per sterilizzarlo ed essiccarlo.
Durante la riproduzione e l’allevamento dei piccoli fino allo svezzamento fornite uovo sodo a spicchi interi (guscio, albume e tuorlo): compensa la mancanza di insetti nell'alimentazione in gabbia.
Il pastone secco o all'uovo comunemente in vendita deriva dagli scarti delle produzione dolciarie e da farinacei addizionati di uova, vitamine e minerali. Va somministrato separatamente dalle granaglie in una mangiatoia esterna 2 volte a settimana durante tutto l'anno, ogni giorno durante la riproduzione e lo svezzamento dei piccoli. Va conservato in frigo e consumato velocemente una volta aperta la confezione.
Frutta e verdura vanno date in piccole quantità ogni giorno: una foglia d’insalata e una fettina di frutta al giorno, appoggiate in una vaschetta e non infilate fra le sbarre della gabbia perché potrebbero assumere metalli derivanti dalla zincatura delle sbarre.
L’acqua del beverino va cambiata ogni giorno e il contenitore va pulito con lo scovolino per rimuovere le formazioni algali.
La muta del canarino
In aprile il canarino effettua la prima muta dell’anno: perde cioè una parte delle penne, tranne quelle delle ali e della coda, per sostituirle con penne nuove, più efficienti. La seconda si verifica tra la fine di luglio e l’inizio di settembre ed è molto più cospicua.
Durante le mute controllate la temperatura, che non deve mai scendere sotto i 18 °C e addizionate al mangime un integratore minerale e multivitaminico (soprattutto con vitamine D ed E). Al termine della muta, se necessario, spuntate il becco e le unghie.