Un pollone è un germoglio che viene prodotto direttamente dal colletto della radice della pianta madre e che contiene in sé una piantina identica alla madre. Che rimanga insieme a quest’ultima o che venga separato, produrrà comunque una nuova pianta uguale alla preesistente.
Anche la riproduzione per pollone, quindi, come quella per talea permette di ottenere nuove piante figlie tali e quali la madre, in tempi in genere più rapidi rispetto alla talea.
La primavera, da fine marzo a metà giugno, e di nuovo la fine estate/inizio autunno, da metà settembre a metà ottobre, sono i periodi adatti per staccare i polloni da cui ottenere nuove piantine. Servono infatti temperature medie e un minimo di umidità nell’aria. Il cuore dell’estate e i mesi freddi sono sconsigliabili, non solo perché il pollone difficilmente svilupperebbe, ma anche perché, nel dividere i polloni dalla madre, si rischierebbe di perdere anche quest’ultima.
Non confondete i polloni con i succhioni: i primi vengono emessi dalla parte coltivata della pianta, dall’innesto, mentre i secondi sono prodotti dal portainnesto, cioè dal “selvatico”, e vanno sempre eliminati appena si formano perché rubano risorse all’innesto, che può anche morire.
I polloni: quali piante li producono
Non sono moltissime le piante che producono polloni.
Fra quelle ornamentali d’appartamento ci sono le aloe e le agavi, che sono piante grasse, le cycas, le Bromeliacee (Aechmea, Vriesea, Guzmania ecc., dove appaiono quando la pianta madre è ormai al termine della vita, dopo la fioritura) e le tillandsie. Fra le ornamentali da esterni tiglio, querce, lillà, corniolo, alloro, rosai (soprattutto botanici e antichi) ecc.
Fra le piante da frutto ci sono fico, gelso, giuggiolo, kiwi, melograno, nocciolo, nespolo giapponese, banano di montagna, olivo, goji, lampone.
Staccare i polloni: come fare
Nelle piante d’appartamento, si procede svasando la pianta e, tenendola saldamente per la base, staccando con la mano i polloni, oppure, se opponessero troppa resistenza, con un coltellino affilato separandoli verticalmente dalla madre.
Rinvasate la madre (anche nello stesso vaso precedente) e ponete i figli ciascuno in un vasetto (diametro 10-14 cm) riempito di torba e sabbia (1:2) per le succulente, torba e terriccio universale (1:1) per le altre piante, appena inumidite. Mettete i vasetti in luogo tiepido o caldo, all’ombra ma con una discreta quantità di luce, vaporizzando leggermente ogni 15 giorni il substrato. I primi segnali di vita delle nuove piantine possono arrivare anche dopo 3 mesi.
Nel caso di aloe, agavi, cycas e tillandsie, prima del rinvaso lasciatele asciugare per 2-3 giorni all’aria. Nel caso delle Bromeliacee non serve rinvasare la pianta madre perché è prossima alla morte.
Per le piante in piena terra in giardino, scavate delicatamente intorno alla ceppaia in modo da estrarre ciascun pollone con almeno un pezzo di radice, e invasettate (diametro min 18 cm per un pollone) in terra e sabbia appena inumidite. Tenete i vasi all’ombra, leggermente umidificati. Le piantine si possono piantare a dimora nell’autunno successivo.