Quando la temperatura diurna scende sotto i 15 °C, fra ottobre e novembre dal Nord al Sud Italia, le tartarughe di terra percepiscono che sta giungendo il momento per ritirarsi in letargo. Bisogna allora predisporle ad affrontare la cattiva stagione e prepararle un ricovero adatto ai lunghi mesi freddi.
Dove trascorre il letargo in natura
In natura la tartaruga scava la terra fino a seppellirsi del tutto e lì rimanere da ottobre a marzo.
Tuttavia per le tartarughe allevate in giardino si tratta di un comportamento potenzialmente rischioso. Innanzitutto è in balia degli accadimenti climatici: se la temperatura sale sopra 10 °C per due o più giorni, la tartaruga tende a risvegliarsi, consumando più energie; se invece scende sotto 2 °C può andare incontro a danni da congelamento; se piove con intensità da ruscellamento, può rimanere esposta perché la terra viene portata via dall'acqua; se nevica, pur rimanendo la temperatura del terreno a 0 °C sono in agguato lesioni da congelamento.
Inoltre è possibile che la tartaruga venga predata da animali selvatici, come pantegane, ratti, talpe, corvi, cornacchie o uccelli rapaci diurni, per esempio se la terra scorre via per ruscellamento.
Naturalmente bisogna essere sicuri che il luogo di scavo e rifugio non sia sulla traiettoria di veicoli (automobili, moto, scooter, monopattini e biciclette), né di passaggio per i pedoni che frequentino il giardino.
Infine non è possibile controllarne lo stato sanitario. In caso di malattia, la scoperta accadrà solo a marzo.
Tartarughe di terra: alimentazione
Per aiutarla a superare l’inverno nel miglior modo possibile, è utile procedere all’inizio di ottobre somministrandole una dose più abbondante di mangime, con molte granaglie, patate dolci lesse ed estruso per tartarughe in più del solito. In questo modo riuscirà a creare una riserva di grassi sufficiente ad affrontare i lunghi mesi di digiuno. Nei 10 giorni precedenti l'inizio del letargo l'animale spontaneamente ridurrà l'alimentazione fino a cessarla completamente. Deve invece essere sempre disponibile una ciotola bassa con acqua.
Già in settembre è utile effettuare una visita veterinaria per escludere ogni tipo di patologia che possa compromettere la salute dell'animale durante il letargo, soprattutto se si intende lasciarglielo fare in terra in giardino.
Casetta per tartarughe fai da te: come farla
Incominciate ad allestire una casetta per tartarughe fai da te per l’inverno: foderate uno scatolone di cartone robusto con un panno di lana pesante, cucendolo grossolanamente alla scatola, che andrà disposta coricata su un fianco, cioè con l’apertura accessibile dalla tartaruga. Sul lato appoggiato a terra ponete anche un po’ di paglia naturale a simulare un nido. Fra il pavimento e la scatola sistemate un foglio di plastica a bolle, in modo da isolare il più possibile il cartone dal freddo del suolo.
In alternativa potete utilizzare una cassetta di legno, foderandola con corteccia e/o terriccio e aggiungendo paglia naturale e foglie secche con cui coprirete poi la tartaruga.
Collocate la cuccia in una cantina al piano terra, in magazzino o in garage, comunque in un luogo fresco all’interno dell’abitazione (il capanno isolato al centro del giardino o la serra non riscaldata sono troppo freddi: la temperatura deve rimanere sempre fra 2 e 10 °C, ed è consigliabile mettere accanto un termometro proprio per verificarla costantemente). Il punto prescelto deve essere riparato dalle correnti d’aria, dal rumore e dall’andirivieni delle persone; deve, inoltre, essere lontano dalla traiettoria e dai gas di scarico dell’automobile; deve anche essere privo di topi. Con temperature inferiori a 2 °C bisogna spostare la scatola con la tartaruga in un punto più caldo (ma sempre non riscaldato).
Cosa fare prima del letargo delle tartarughe
Terminato l’allestimento della cuccia, portate la tartaruga a visitare la sua “residenza invernale”, accanto alla quale avrete già posto la ciotola con l’acqua e la vaschetta con il cibo, in modo da abituare l’animale al rifugio, ben prima che gli possa servire.
Il rettile dovrebbe rintanarsi da solo – se ha libero accesso al locale chiuso in cui c’è la cuccia – quando ritiene che sia troppo freddo per continuare la vita all’esterno. Se però in una mattina più fredda del solito lo trovate immobile e intirizzito in giardino, portatelo nella cuccia, avvicinando le ante del cartone senza chiuderle ermeticamente e tenendo ferma quella inferiore con un oggetto pesante.
Subito dopo l’ingresso nella casetta, continuate a mantenere la ciotola d’acqua. Non è infatti detto che l’animale vada subito in letargo, ma potrebbe rimanere semi-attivo ancora per qualche giorno e necessitare quindi di acqua. Per questo motivo, se la cuccia è in garage, è bene che sia separata mediante una barriera invalicabile dal raggio d’azione dell’automobile: se il rettile passeggia ancora, potrebbe finire schiacciato dalle ruote.
Curare le tartarughe di terra in letargo
Quando finalmente la tartaruga non si sposta più dallo scatolone, avvicinate ulteriormente le alette mobili per ripararla, ma senza chiuderle completamente. Ogni 4-7 giorni controllate la tartaruga e il suo letargo, soprattutto se la temperatura esterna si alza all’improvviso. Lasciate comunque sempre la ciotola con l’acqua, cambiandola di tanto in tanto, nel caso di un risveglio momentaneo o anticipato.
Normalmente si dovrebbe risvegliare tra fine febbraio e fine marzo, rispettivamente dal Sud al Nord.