Originaria dell’Asia minore, si è allargata gradualmente alle regioni sub-tropicali e temperate dell’emisfero settentrionale, dov’è la più diffusa tra le numerosissime specie di rose selvatiche. È una pianta arbustiva perenne, alta fino a 3-4 m, dal fusto verdastro, eretto nella parte inferiore, ricadente nella superiore, con numerose spine, soprattutto allo stadio giovanile. Le foglie sono composte da 5-7 foglioline ovali, dal bordo seghettato, con alla base due appendici allungate dette “stipole”. I fiori compaiono tra maggio e luglio e sono costituiti da 5 sepali, 5 petali di color rosa pallido e numerosi stami dorati: sono solitari o riuniti in infiorescenze a corimbo. I frutti, comunemente chiamati “bacche”, sono in realtà “falsi frutti” (“cinorrodi”), di forma globosa, color rosso vivo che diventa più scuro a maturazione, con una coroncina di sepali rinsecchiti; all’interno contengono i veri frutti (acheni), chiamati impropriamente semi, che sono secchi, duri e ricoperti di peluria.
Dotata di un ceppo estremamente robusto, serve da portainnesto a numerose varietà di rose ibride.
Come avere una rosa canina
Essendo una pianta selvatica diffusissima in tutta Italia, non è possibile acquistarla perché nessun vivaista la coltiva. È tuttavia reperibile nei boschi radi di querce, faggi, abeti e pini, nei cespuglieti e nelle siepi, lungo i sentieri di campagna, nelle radure, soprattutto di natura calcarea, fino a un’altitudine di 1300-1500 m.
Basta prelevare delle talee (pezzi di rami dell’anno) in autunno e invasarle per un terzo nella torba, avendo cura di bagnare di tanto in tanto; attecchiscono facilmente e le nuove piantine si mettono a dimora in primavera, in qualunque terreno e posizione.
Dove mettere la rosa canina
Si utilizza nei giardini per creare siepi impenetrabili o per rinsaldare scarpate e pendii. Un cespuglio o una siepe costituiscono l’ambiente ideale per uccelli, piccoli mammiferi selvatici, insetti impollinatori come le cetonie, le api, i calabroni e tantissimi altri animaletti che trovano tra le sue spine protezione dai predatori.
Rosa canina, come coltivarla
Esposizione: da pieno sole a mezz’ombra; in ombra la fioritura è molto ridotta.
Temperatura: da –25 a +45 °C.
Precauzioni invernali/estive: nessuna.
Vaso: impossibile coltivarla in vaso a causa dell’apparato radicale imponente.
Terra: preferisce un substrato fertile e leggero, ma si adatta perfino ai suoli acidi, pesanti, mediamente umidi, poveri, sassosi ecc.
Acqua: regolare nella prima estate dopo l’impianto. In seguito non è più necessaria.
Concime: in autunno e in primavera gradisce un po’ di concime granulare per arbusti da giardino.
Potatura: per ridurne l’ingombro in febbraio, quando i cinorrodi hanno perso il valore decorativo.
Moltiplicazione: per talea di fusto dell’anno tra agosto e ottobre. In alternativa per pollone radicale (con un pezzetto di radici) in maggio-giugno.
Malattie e parassiti della rosa canina
Non ha nemici particolari, se si eccettuano le cetonie (coleotteri) che gradiscono mangiare i suoi petali. A differenza dei rosai coltivati, è poco soggetta alla macchia nera.
Raccolta e conservazione della rosa canina
I petali vanno raccolti con l'asciutto e prima che i fiori siano del tutto sbocciati; si essiccano lentamente all'aria e si conservano in vasi di vetro ben chiusi o in sacchetti di carta pesante.
I frutti si raccolgono in ottobre-novembre, quando divengono rossi e appena morbidi, comunque prima delle gelate. Si tagliano i piccioli con le cesoie, munendosi di un paio di robusti guanti. I frutti si conservano essiccandoli nel forno tiepido (50° per 3 ore) e riponendoli in sacchetti di tela o carta.
Proprietà benefiche della rosa canina
I frutti sono ricchissimi di vitamina C, ma anche di acidi organici e tannini. Fra le proprietà terapiche, sono antiscorbutici, astringenti, antinfiammatori e diuretici.
In campagna fino agli anni ’50 si usavano i frutti per scacciare l'influenza e per ridare forza ai debilitati, ma anche per calmare un intestino troppo attivo e per confezionare una gustosa confettura.
Come usare la rosa canina in cucina
I petali, freschi e delicatamente sciacquati, si possono aggiungere a crudo a risotti, insalate di riso, insalate miste, gelati e torte di frutta.
I frutti si utilizzano freschi, con l'avvertenza di eliminare i semi e i peli in essi contenuti, che possono causare irritazioni alle mucose. Si consumano al naturale o trasformati in marmellate o gelatine.
Ricetta per la confettura di bacche di rosa canina: lavate 1 kg di frutti interi, metteteli in pentola con 300 g di mele renette tagliate a pezzi e coprite con acqua a filo. Bollite per 50 minuti, passate il composto al passaverdure per ottenere la polpa. Aggiungete un ugual peso di zucchero e lasciate bollire a fuoco lento, mescolando e schiumando spesso finché raggiunge la consistenza giusta; invasate a caldo.