L'elleboro o rosa di Natale è una perenne robusta e rustica, indicata per l'ombra, in giardino e anche in vaso. Fiorisce nel cuore dell'inverno

Chiamato anche “rosa di Natale”, perché i fiori, simili a quelli della rosa canina, si aprono tra dicembre e marzo, nelle giornate più tiepide, anche sotto la neve, l'elleboro (Helleborus niger, H. viridis, famiglia Ranuncolacee) è una pianta che offre il meglio di sé, in vaso e in giardino, appunto in pieno inverno.

Per la verità, in vaso va considerato come annuale, perché difficilmente riesce a rifiorire l’inverno successivo: consiglio di piantarlo in giardino in aprile oppure di regalarlo ad amici, parenti o vicini che abbiano un giardino con le condizioni adatte alla sua sopravvivenza.

Origine: Europa.

Descrizione botanica: erbacea perenne, alta fino a 50 cm, con fusto robusto, eretto e poco ramificato che si diparte dal rizoma. Le foglie, in numero di sette-nove, sono persistenti, con lunghi piccioli e lamina incisa di colore verde scuro. I fiori sono singoli, a coppa, di 5-10 cm di diametro, con cinque petali di color verde-giallognolo o bianco-rosato (porpora, gialli o neri nelle varietà floricole). I frutti sono follicoli.

Specie affini e varietà: sono alcune decine le varietà attualmente disponibili, diverse per dimensioni, foglie e fiori.

Esposizione: in inverno pieno sole nel Nord Italia, mezzo sole nel Sud; da aprile a settembre-ottobre ombra/luce o anche cupa.

Temperatura: l’intervallo termico va da –25 a +25 °C; soffre molto il caldo (e la salsedine nell’aria: è quindi sconsigliato per zone costiere).

Precauzioni invernali/estive: per l’inverno nessuna; in estate va obbligatoriamente ombreggiato e vaporizzato ogni giorno, mantenendo anche il terriccio costantemente umido.

Vaso: in plastica, di diametro pari all’altezza dello stelo fiorale. Se pensate di non tenere la pianta, il rinvaso non è necessario all’acquisto: non sopporta gli spostamenti; se invece volete provare a mantenerla, rinvasatela a fine fioritura e in seguito solo se il vaso appare molto piccolo.

Terra: leggermente acida, umida, profonda, fresca, ricca, per es. meta terra di foglia e metà terra universale con una manciata di torba; discreto drenaggio sul fondo.

Acqua: con regolarità per tutto l’anno, in modo da mantenere il terriccio sempre umido ma non inzuppato. L’annaffiatura costante è indispensabile in estate.

Concime: in aprile e in ottobre un prodotto granulare a lenta cessione per giardino; in fioritura si può aggiungere mezza dose di un prodotto liquido per piante da fiore nell’acqua d’annaffiatura.

Potatura: per prolungare la fioritura, i fiori appassiti vanno eliminati, così come le foglie secche.

Moltiplicazione: in primavera per seme o per divisione dei cespi.

Malattie e parassiti: se le annaffiature sono eccessive, si possono instaurare la muffa grigia e la macchia nera. Se l’umidità è troppo scarsa o la posizione troppo soleggiata possono comparire gli afidi neri sui germogli.

Note: tutta la pianta contiene una potente sostanza tossica per ingestione anche in quantità molto ridotte.

In giardino: scegliete una posizione che sia al sole o mezz'ombra durante l'inverno e in ombra da maggio a settembre. Il terreno deve essere almeno mediamente drenato. Va annaffiato nel primo anno dall'impianto, che sarebbe bene eseguire in autunno; in seguito la pianta si affranca dal fabbisogno di irrigazione. Concimate con un prodotto granulare per piante da giardino in marzo, maggio e settembre, aggiungendo ogni volta anche una decina di granuli per piante acidofile.

Elleboro o rosa dell’inverno - Ultima modifica: 2022-01-12T06:35:18+01:00 da Elena Tibiletti