Il duraturo cipresso evoca la bellezza del paesaggio toscano, da Bolgheri in poi. Coltivarlo è facile: scoprite come fare.

Descrizione botanica

Originario delle regioni orientali del Mediterraneo, in Italia è stato introdotto dai Fenici o dagli Etruschi. Alto fino a 30 m, ha tronco diritto e slanciato, con corteccia grigio cenere o grigio-bruna, sfibrata negli esemplari vecchi. La chioma compatta è di colore verde brillante, data da foglie piccole, opposte, squamiformi, dal caratteristico colore e odore. Riguardo al portamento si coltivano due varietà principali: la horizontalis, dal fusto visibile quasi fino alla cima, con rami inseriti nel tronco circa ad angolo retto e spesso disposti in palchi ben distinti; e la pyramidalis, dal fusto con rami inseriti ad angolo acuto e suddiviso a breve altezza in molti fusti secondari, con chioma affusolata e ristretta; le due varietà vengono (sbagliando) denominate “cipresso femmina” e “cipresso maschio”: in realtà si tratta di una pianta monoica, che porta separatamente sullo stesso esemplare i fiori maschili e quelli femminili. I frutti (chiamati galbuli) sono tondeggianti, formati dalle brattee e dall’infiorescenza femminile che si trasformano in squame legnose, prima verdi e poi rosso-brune dopo 2 anni, quando si aprono per permettere la fuoriuscita dei semi alati.

Può vivere anche 5000 anni.

Cipresso della varietà horizontalis
Cipresso della varietà horizontalis

Come acquistarlo

Nei garden center è più facile trovare le varietà nane da vaso, mentre gli esemplari da giardino sono più facilmente reperibili nei vivai di alberature e vivai forestali. Scegliete piante ben diritte e dalla chioma perfettamente compatta: una volta aperta, non si richiude più.

Dove metterlo

La bellezza e il portamento del cipresso l’hanno reso una delle piante simbolo del paesaggio toscano. Come pianta coltivata orna parchi, ville e giardini storici, singolarmente o in maestosi filari, a volte anche in forma di siepe, il cui verde scuro e uniforme costituisce un perfetto sfondo per arbusti da fiore o a foglia variegata.

È anche una specie pioniera insostituibile per il rimboschimento di terreni rocciosi, argillosi, calcarei, aridi e superficiali, purché ben soleggiati. Previene l’erosione idrogeologica e funge da frangivento, anche per la difesa dai venti marini.

Non è adatto a zone soggette a inquinamento urbano.

Come coltivarlo

Esposizione: soleggiata, tutt’al più a mezz’ombra.

Temperatura: predilige zone con inverni miti e piovosi ed estati calde e asciutte. Non teme il freddo, bensì il vento e la neve che possono danneggiarne la chioma aprendola in modo irreparabile: per questo, non è adatto alle zone più alte di montagna.

Precauzioni invernali/estive: ove possibile, in zone nevose sarebbe bene legare la chioma in autunno, per evitare che il manto bianco la apra irreparabilmente.

Vaso: vedi Note.

Terra: si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, anche a suoli impoveriti e aridi, purché tutti ben drenati.

Acqua: le annaffiature sono gradite nei primi anni dall’impianto.

Concime: una concimazione autunnale con letame maturo o altro fertilizzante organico è apprezzata, soprattutto nei primi anni, ma non necessaria.

Potatura: non necessaria, anzi dannosa.

Malattie e parassiti

È un albero robusto e resistente alle malattie: solo gli ubiquitari afidi e, a volte, il ragnetto rosso possono colpirlo, in genere senza portare gravi danni. Il cancro del cipresso secca progressivamente e rapidamente la chioma e i rami, portando a morte l’albero; è necessario piantare esemplari clonali immuni al fungo patogeno.

Ramo di cipresso divaricato da una nevicata
Ramo di cipresso divaricato da una nevicata

Note

Le varietà nane di C. sempervirens, C. macrocarpa e C. arizonica tollerano la vita in contenitore, purché di capienza adeguata, da soli o in compagnia di altri esemplari nanizzati (tuie, pini, agrifogli, hebe…): in una cassetta di 50 x 30 x 30 cm potete collocare un massimo di tre esemplari. Ai due lati dell’ingresso dell’abitazione o del giardino potete disporre due piante di dimensioni maggiori: fornite loro un singolo contenitore di almeno 50 x 50 x 50 cm. Curate molto il drenaggio, utilizzate un terriccio da giardino non torboso mescolandovi 1/4 di sabbia di fiume e 1/4 di ghiaia grossolana. Attenzione all’irrigazione nei primi due anni di vita: il substrato deve rimanere umido in estate, ma senza ristagni idrici.

Per approfondire

ALBERI E ARBUSTI
Manuale di riconoscimento delle principali specie ornamentali
1916 - Ultima modifica: 2018-12-10T17:02:38+01:00 da Claudia Notari
Cipresso: come coltivare l’albero “toscano” - Ultima modifica: 2018-12-10T17:04:12+01:00 da Claudia Notari