Il 2 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale per decidere quale forma dare all’Italia dopo la seconda guerra mondiale: il risultato è noto, vinse la Repubblica con 12 milioni di voti (il 54,3%, contro 10 milioni per la monarchia, 45,7%) su 28 milioni di aventi diritto al voto. Fu anche la prima volta in cui le donne italiane (votarono in 13 milioni, mentre 12 milioni furono gli uomini andati ai seggi) poterono votare.
Il 28 giugno 1946 l’Assemblea costituente elesse a capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola.
La Costituzione della Repubblica italiana entrò in vigore il 1° gennaio 1948.
Infine, il 5 maggio 1948 venne scelto anche l’emblema della Repubblica italiana, dopo quasi 2 anni di percorso creativo, due pubblici concorsi e un totale di 800 bozzetti, presentati da circa 500 cittadini, fra artisti e dilettanti.
Un percorso travagliato per il simbolo della Repubblica
Nell'ottobre 1946, il Governo De Gasperi istituì un’apposita Commissione, presieduta da Ivanoe Bonomi, che bandì un concorso nazionale aperto a tutti, basato due rigidi dettami: esclusione dei simboli di partito e inserimento della stella d'Italia, “ispirazione dal senso della terra e dei comuni”. Ai primi cinque classificati sarebbe andato un premio di 10.000 lire (circa 1000 euro di oggi).
Al concorso partecipano 341 candidati, con 637 disegni in bianco e nero. Cinque i vincitori ai quali la Commissione chiede nuovi bozzetti con un tema ben preciso: “una cinta turrita che abbia forma di corona”, circondata da una ghirlanda di fronde della flora italiana. In basso, la rappresentazione del mare, in alto, la stella d'Italia d'oro; infine, le parole Unità e Libertà.
Vinse Paolo Paschetto, Professore di Ornato all'Istituto di Belle Arti di Roma dal 1914 al 1948, premiato con ulteriori 50.000 lire e incaricato del disegno definitivo, che la Commissione trasmise al Governo per l'approvazione nel febbraio 1947. Ma l'emblema non piacque al Governo che nominò una nuova Commissione per un secondo bando di concorso, vinto nuovamente da Paschetto, con un disegno sottoposto a ulteriori ritocchi da parte della Commissione. Infine, il bozzetto venne approvato dall'Assemblea Costituente il 31 gennaio 1948 ed elaborato nella sua forma definitiva per essere autorizzato appunto il 5 maggio 1948.
Com’è fatto il simbolo della Repubblica
L'emblema della Repubblica Italiana è costituito da tre elementi: la stella, la ruota dentata, i rami di olivo e di quercia. Così ne spiega il significato il sito del Quirinale:
- il ramo di olivo sulla sinistra simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna che della fratellanza internazionale;
- il ramo di quercia, che chiude a destra l'emblema, incarna la forza e la dignità del popolo italiano. Entrambi, poi, sono espressione delle specie vegetali più tipiche del nostro patrimonio arboreo;
- la ruota dentata d'acciaio, simbolo dell'attività lavorativa, traduce il primo articolo della Carta Costituzionale: “L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”;
- la stella è uno degli oggetti più antichi del nostro patrimonio iconografico ed è sempre stata associata alla personificazione dell'Italia, sul cui capo essa splende raggiante. Così fu rappresentata nell'iconografia del Risorgimento e così comparve, fino al 1890, nel grande stemma del Regno unitario (il famoso stellone); la stella caratterizzò, poi, la prima onorificenza repubblicana della ricostruzione, la Stella della Solidarietà Italiana e ancora oggi indica l'appartenenza alle Forze Armate del nostro Paese.