Fisiopatie: i danni da gelo sulle piante

I danni da gelo sulle piante possono essere numerosi. Vediamo quali sono, come prevenirli e come rimediarvi nel caso avvengano

Le fisiopatie sono stati di sofferenza della pianta, la cui causa non è riconducibile a malattie e parassiti, bensì a un ambiente inadeguato che causa stress, sofferenza e addirittura alterazioni nei valori linfatici: fra le fisiopatie ci sono anche i danni da gelo.

Che cosa sono i danni da gelo

La fisiopatia è causata dall’abbassamento della temperatura al di sotto del limite sopportabile da parte di ciascuna specie. Non esiste una “temperatura limite” valida per tutte le piante, perché alcune specie tollerano senza danni anche 30 °C sotto lo zero, mentre altre deperiscono già a 12 °C sopra lo zero. È importante conoscere il limite di ogni singola pianta che si coltiva, per poter prendere gli eventuali, necessari provvedimenti affinché possa superare l’inverno senza danni.

Quali piante riguardano

Tutte le piante coltivate per ornamento o per produzione, ciascuna secondo il proprio limite termico e in base alla zona geografica dove vive. Ne sono esenti le piante spontanee della zona, sempre che l’andamento meteo non si riveli eccezionalmente gelido.

Come si manifestano

I primi sintomi sono segni di sofferenza, dati dalle foglie che tendono a piegarsi verso il basso, per poi perdere tono e appassire, seguite subito dopo dagli apici vegetativi, che possono anche prendere un colore prima marrone e poi rapidamente nero. Nelle piante più turgide, ricche di liquidi (per esempio le piante succulente) o con foglie tenere (per esempio le erbacee da fiore, alcune piante d’appartamento e da balcone) si nota che il fogliame diventa trasparente, lasciando vedere il liquido all’interno e annerendo subito dopo. Nei casi più gravi, se non si interviene, tutta la pianta appassisce e annerisce: è facile che si siano gelate anche le radici.

Che danno provocano e quando colpiscono

Se il congelamento riguarda solo la parte aerea, le radici emetteranno direttamente nuovi germogli dal colletto in primavera. Se però si sono gelate anche le radici, la pianta non ha scampo.

Possono verificarsi dall’autunno alla primavera, quando la temperatura scende sotto il limite di ogni pianta e, più facilmente, quando cala sotto lo zero. Attenzione alle prime gelate precoci, già in ottobre, e a quelle tardive, da fine marzo a fine aprile.

Come si prevengono i danni da gelo

In base alla temperatura normale della zona, le specie delicate vanno adeguatamente protette, ricoverandole in casa, in veranda, in serra calda, fra i doppi vetri, sul pianerottolo, in una stanza fresca, in una cantina o soffitta o magazzino luminosi, in serra fredda o con avvolgimenti in tessuto non tessuto o plastica a bolle, a seconda della loro sensibilità al freddo e della disponibilità di spazi. Può essere utile, per un mese prima dell’arrivo del freddo, rinforzare le piante che non si possono proteggere adeguatamente mediante un prodotto integratore (biostimolante), che ne aumenta le difese contro le avversità.

Come si rimediano

Le parti morte vanno potate di un terzo verso la fine di febbraio, e alla base dopo che si è verificata la ripresa primaverile. Il biostimolante va somministrato a partire da marzo per aiutare le piante danneggiate a riprendersi e a produrre nuove foglie e germogli; da giugno in poi è sufficiente un normale concime.

Fisiopatie: i danni da gelo sulle piante - Ultima modifica: 2019-12-06T07:05:05+01:00 da Redazione GI