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La posizione delle arnie è molto importante.
Avere come hobby l'apicoltura è piuttosto semplice: ecco le basi per allevare api, dalla posizione delle arnie al trasferimento dello sciame

Allevare api per ricavarne il miele è senz'altro una delle occupazioni più avvincenti e interessanti, al tempo stesso senza richiedere un impegno eccessivo o continuo. L'unica controindicazione, evidente, è data da conclamata allergia agli Imenotteri (l’ordine di appartenenza delle api): nonostante le precauzioni, il rischio di shock anafilattico è troppo grande.

Del resto, le api sono pur sempre piccoli insetti che pungono. Possono quindi suscitare qualche incertezza allorché si decide di avere uno stretto contatto con loro. In realtà, si tratta di animali piuttosto adattabili e non particolarmente aggressivi, a patto di non infastidirle troppo o, peggio, schiacciarle. Una volta appresa la tecnica, e soprattutto, approfondita la conoscenza, il maneggiamento delle api non dà più alcun problema, favorendo anzi la nascita di un vero e proprio feeling.

La posizione per l’alveare

La scelta della posizione dell'apiario o alveare deve tener conto del benessere delle api.

Il peggiore nemico è l'umidità, che compromette la qualità del miele e la salute della colonia. Se la postazione è umida o la stagione è molto piovosa, le api fanno fatica a disidratare il miele, e si possono facilmente instaurare micosi. Evitate quindi i siti troppo ombrosi, soprattutto in inverno, e le zone con ristagni d'acqua piovana.

Scegliete luoghi assolati anche in estate (le api sono in grado di ventilare l'interno dell'arnia abbassandone la temperatura) e predisponete un supporto per l'alveare che lo sollevi a 30-40 cm da terra. Mantenete un orientamento con foro di volo rivolto tra sud-est e sud-ovest.

Le distanze tra alveare e uomo

La distanza minima da rispettare tra un apiario e i confini di proprietà, le abitazioni, le strade e la ferrovia varia da una regione all'altra, ma in genere è compresa tra 10 e 40 m.

Può essere utile recintare l'apiario per evitare che le api siano disturbate da curiosi o animali, e per salvaguardare l'incolumità delle persone. Se la linea d'involo e atterraggio è rivolta verso il terreno confinante, piantate una siepe di 2 m, che costringe le api a salire di quota.

Non avvicinatevi mai all'apiario con attrezzi rumorosi (decespugliatori, tosaerba o falciatrici) che innervosiscono le api.

Quante arnie?

Il numero di arnie (ossia di “casette”) da approntare all'inizio dell’attività varia tra 2 e 8. In termini di lavoro, la differenza non sussiste, dato che la preparazione delle attrezzature (tuta, maschera, guanti, affumicatore) richiede uguale tempo, mentre la visita dell'alveare, se privo di problemi, necessita di soli 10 minuti.

Con 2 alveari tuttavia è difficile affinare la tecnica e acquisire ulteriori esperienze più specialistiche (allevamento di api regine, creazione di sciami artificiali o produzione di pappa reale e altro).

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All'inizio è meglio non spostare le arnie.

Oltre i 10 alveari, che rappresentano un rischio economico, manca l'esperienza necessaria per gestire correttamente l'apiario, a meno di non contare sull'appoggio di un apicoltore già esperto.

Dopo un paio d'anni di pratica, si può procedere a un allargamento dell'attività.

Lo sciame

Gli sciami o nuclei possono essere naturali o artificiali. I primi derivano da famiglie che spontaneamente (e facilmente) sciamano a primavera: acquisendoli, si rischia di veder ripetere la sciamatura anziché avere la produzione. Inoltre lo sciame se ne va con la regina vecchia, di almeno un anno, e quindi da sostituire già l'anno successivo. Lo sciame naturale quindi va bene se viene regalato da un amico, o se intendete produrre sciami per la vendita.

Se invece dovete acquistarlo, è meglio sceglierlo artificiale, cioè costituito dall'apicoltore con una nuova regina, marcata con un punto colore perché sia visibile, e sia riconoscibile l'anno di nascita (dopo 3 stagioni vanno sostituite).

Uno sciame è composto da 5-6 favi (o telaini) con api, covata, scorte di miele e di polline. La cassettina da trasporto o arnietta dopo circa una settimana va restituita all'apicoltore, a meno che non sia compresa nel prezzo, nel qual caso potrà servire in futuro per raccogliere sciami o creare nuclei artificiali.

Tra il luogo di produzione dello sciame e quello di collocazione definitiva devono intercorrere in linea d'aria almeno 3 km, raggio d'azione delle api, perché in caso contrario le bottinatrici faranno ritorno al luogo d'origine. Il ritiro dell'arnietta si effettua quando le api sono tornate all'alveare, vale a dire in assenza di luce solare, dopo il tramonto.

L'inarniamento

L'arnietta con lo sciame va posta a fianco all'arnia preventivamente privata di tetto, coprifavo, melario e telaini. Si sbuffa un po' di fumo sulla porticina e poi, dolcemente, con la leva si alza il coprifavo dell'arnietta, sbuffando dall'alto. Tolto il coprifavo, si estraggono i telaini uno a uno, mantenendo lo stesso ordine e orientamento anche nell'arnia. Prima di ogni estrazione va data una sbuffata di fumo. Accertatevi che anche la regina venga spostata nell'arnia. Alla fine scuotete l'arnietta per allontanare le api rimaste, e lasciatela per qualche ora davanti alla porticina, per dare modo alle ultime api di ricongiungersi alle compagne. Ricomponete l'arnia con melario, telaini, foglio cereo, coprifavo e tetto.

Dopo 15 giorni riaprite l'alveare per controllare la situazione: se le api hanno costruito sul foglio cereo, e nelle cellette c'è covata giovane, tutto va bene. Inserite quindi un nuovo foglio cereo, prassi da ripetere dopo due settimane. A un mese dall'inarniamento, se l'andamento stagionale è favorevole, le api devono aver depositato il miele.

La produzione

Se la stagione primaverile è favorevole, l'alveare entra subito in produzione. Entro il mese di settembre è possibile ottenere 20-30 kg di miele per ogni famiglia. Inizialmente è consigliabile lasciare l'apiario in postazione fissa. Quando si sarà acquisita una certa maturità professionale, si può praticare il nomadismo spostando gli alveari nei pascoli più produttivi mese per mese. Per ogni fioritura bottinata sarà possibile effettuare una raccolta di miele, moltiplicando la resa.

La dotazione minima per allevare api

Il materiale indispensabile è costituito dall'arnia e dallo sciame. Una buona arnia in legno costa da 50 euro in su, e da 120 euro in poi se completa di tutte le dotazioni necessarie (melario, telaini, porticina, rete antivarroa ecc.), a cui si aggiungono i fogli cerei (da 16 euro/kg). Uno sciame costa 90-200 euro, con o senza l'apposita cassettina da trasporto e naturale/artificiale. La dotazione minima di accessori per la cura degli alveari prevede la maschera, la tuta e i guanti di protezione, l'affumicatore, una leva e una spazzola, ed eventualmente gli alimenti sostitutivi al miele. In seguito, si potrà pensare anche al laboratorio di smelatura per l'estrazione del miele e successivo confezionamento.

Allevare api per hobby - Ultima modifica: 2020-05-20T07:48:19+02:00 da Elena Tibiletti