piante d'appartamento
Verso metà ottobre al massimo le piante d'appartamento tornano in casa.
Le piante d’appartamento possono soffrire molto al momento del rientro in casa dopo l’estate, per diverse ragioni. Ecco come farle stare meglio

Con l’abbassamento delle temperature notturne e l’accorciarsi delle giornate è importante far rientrare tempestivamente le piante verdi d’appartamento che sono rimaste (giustamente) all’aperto durante il periodo estivo. Quasi sempre, però, questo “trasloco verde”, viene vissuto con disagio da molte piante (come per esempio l’aspidistria, il clorofito, la Monstera deliciosa, la Dieffenbachia) in quanto è scientificamente provato che subiscono una sorta di stress da rientro.

Fisiopatie, non malattie

A onor del vero vi devo dire che le piante d’appartamento si comportano diversamente a seconda della specie e dell’età: quelle che ci fanno compagnia da più anni sopporteranno meglio la nuova posizione e quasi sempre i probabili danni avverranno a livello della chioma, con un ripiegamento o una curvatura delle fronde e con la comparsa di ingiallimenti. Tutto questo inizierà dopo circa 10 giorni e non subito: queste non sono quindi malattie, ma in termine tecnico si chiamano “avversità di tipo non parassitario” (fisiopatie). È altrettanto vero che spesso una pianta indebolita è più facilmente aggredibile in un secondo momento da funghi e/o insetti.

Luce artificiale + aria secca nemiche delle piante d'appartamento

È proprio il binomio luce artificiale-aria secca che le mette a disagio. Nel croton (Codiaeum variegatum) i sintomi più evidenti sono la decolorazione delle foglie, che da rosso-giallo diventano pallide e la curvatura dei fusticini. Un vero disastro, visto che il croton lo acquistiamo proprio per via del colore delle sue foglie... Vediamo assieme cosa fare per rendere questo momento il meno difficoltoso possibile e come rimediare se qualcosa è andato storto.

Perché è uno stress per le piante d’appartamento

Il rientro in casa è spesso seguito (più o meno celermente) dalla comparsa di danni o piccole lesioni, specialmente quando l’impianto di riscaldamento è già in funzione. La pianta, adattata dopo diversi mesi a un clima esterno, improvvisamente si trova costretta ad affrontare un nuovo ambiente: tutto questo scombina il suo “orologio interno”. Vi rammento che la maggior parte delle piante d’appartamento è originaria delle regioni tropicali-equatoriali e vivono molto bene in climi caldo-umidi con temperature mai inferiori ai 18-20 °C con altissima umidità… Da noi, queste condizioni si ricreano fuori nelle sere d’estate quando c’è un temporale!

Trucchi per attenuare lo stress

Nella maggior parte dei casi è possibile by-passare il problema, adottando le strategie che usano anche i florovivaisti.Durante il soggiorno all’esterno, anzitutto non trascuratele (pensando tra voi e voi “tanto è all’aperto!”) ma bagnatele e soprattutto controllate l’eventuale presenza di parassiti (onde evitare di portare in casa anche loro): se la pianta sta bene, avrà anche riserve per superare a pieni voti la migrazione in soggiorno.

E poi non portatele subito nella stanza prescelta ma andate per gradi. Io faccio così: prima le colloco in una “zona franca” con grandi finestre e non riscaldata per un paio di settimane: così facendo gradualmente hanno il tempo di ambientarsi fino al luogo poi definitivo per tutto l’inverno!

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