umidità piante appartamento
Se le piante d'appartamento si raggruppano, conservano una maggiore umidità.
L’aria di casa deve contenere sufficiente umidità, sia per noi umani (e quattrozampe), sia per le nostre amiche verdi che di umidità vivono

Quasi tutte le piante che vivono con noi in appartamento sono originarie delle foreste pluviali tropicali, dove l’umidità dell’aria si aggira fra il 70 e il 90%. Nei nostri appartamenti, invece, l’umidità spazia in genere fra il 50% in estate (senza aria condizionata/deumidificatore) e il 25% in inverno (quando il riscaldamento è acceso). È evidente che le nostre amiche verdi, soprattutto in inverno, soffrano a vivere con noi.

L’umidità dell’aria serve loro per svolgere correttamente il processo di traspirazione, che a sua volta proviene dalla fotosintesi clorofilliana, cioè l’attività che permette loro di ricavare l’energia per vivere. Se la traspirazione funziona male, funzionerà male anche la fotosintesi, e quindi la pianta risulterà più debole. Una pianta indebolita viene più facilmente attaccata da malattie e parassiti. Ecco perché è fondamentale assicurare almeno una discreta umidità all’aria delle nostre case, se le condividiamo con le piante verdi.

Per aumentare l’umidità

Il sistema più facile, se abbiamo ancora un riscaldamento con i termosifoni, consiste nell’applicare le vaschette umidificatrici da tenere sempre piene d’acqua. Se abbiamo invece una tipologia di riscaldamento senza apparecchi riscaldanti visibili, acquistiamo un umidificatore a corrente o a batteria, comunemente reperibile online e nei negozi di elettrodomestici. Queste, soluzioni non fanno bene solo alle nostre amiche verdi, ma anche a noi e ai nostri quattrozampe.

L’umidità per le piante

Strettamente riservati alle piante sono invece le prossime idee: il raggruppamento dei vegetali, il collocamento in bagno, la vaporizzazione quotidiana, la ghiaia bagnata nel sottovaso e la spugnetta umida sul terriccio. Degli ultimi tre sistemi parliamo a lato.

Raggruppare i singoli vasi su un tavolino fa sì che l’umidità emessa dalle piante stesse con la traspirazione rimanga più a lungo intorno al fogliame e sul terriccio.

La stanza da bagno è evidentemente molto umida, sia per l’uso abbondante dell’acqua, sia per gli asciugamani umidi e l’eventuale bucato steso.

Tutti i tipi di piante che vivono nell’aria secca vengono attaccate molto facilmente dal ragnetto rosso.

L’umidità dell’aria serve anche a noi uomini e ai nostri animali domestici per mantenere ben idratati i polmoni durante la respirazione. L’aria secca irrita le cellule polmonari, causando tosse e, nei casi più gravi, favorendo bronchiti e altri problemi respiratori.

Con un dito di ghiaia

Nel sottovaso mettiamo un singolo strato di ghiaia grossa o palline di argilla espansa, e appoggiamo il vaso su di esso. Teniamolo sempre coperto da un dito d’acqua, in quantità tale che non arrivi a bagnare il fondo del vaso. L’acqua evapora durante la giornata, regalando l’umidità necessaria proprio al fogliame della pianta. Ricordiamoci di aggiungere acqua ogni volta che le palline si stanno asciugando. Questa pratica NON sostituisce l’annaffiatura regolare della pianta.

Come si nebulizzano le piante

Per la vaporizzazione si utilizza un normale spruzzino (come quello per il bucato da stirare) riempito di acqua decalcificata. Per evitare di bagnare quanto sta attorno alla pianta, teniamo con l’altra mano un pezzo di cartone o un quotidiano dietro alla pianta. Per essere efficace la nebulizzazione deve essere fatta ogni mattina per tutto l’inverno. Spruzziamo fermandoci prima che l’acqua inizi a sgocciolare dalle foglie. Non vaporizziamo mai i fiori, perché sui petali si possono formare macchie marroni dovute alla bagnatura.

Spugnetta multiuso

Questo è un sistema antiestetico ma efficace. Si tratta di prendere una normale spugnetta per piatti nuova (non utilizziamo quelle usate perché sono impregnate di detersivo), di quelle gialle e verdi, imbeverla d’acqua, strizzarla leggermente e appoggiarla sul terriccio del vaso, con la parte verde all’insù. Se la pianta ha il portavaso, possiamo anche inserire la spugnetta nell’intercapedine, ma in modo che rimanga afferrabile. La spugnetta, man mano che si asciuga, libera umidità nell’aria immediatamente circostante. Anche in questo caso ricordiamoci di inumidirla con regolarità.

Quali piante soffrono di più?

Sono soprattutto le piante tropicali a foglia larga e le orchidee a soffrire per la mancanza di umidità, ma anche le piante grasse non la amano: provengono spesso dai deserti dove di notte la discesa vertiginosa della temperatura crea quella condensa che permette ai vegetali di ricavare l’acqua per vivere.

E in estate?

Aumentare l’umidità serve sicuramente in inverno, ma anche in estate se abbiamo l’impianto di condizionamento con funzione deumidificante: in questo caso è sufficiente impostare la deumidificazione su valori non troppo elevati, e misurare l’umidità residua dell’aria mediante un semplice igrometro, facilmente reperibile online, o nei negozi di foto-ottica e nei garden center più forniti.

Naturalmente, non mettiamo mai le piante (nemmeno quelle grasse) sui termosifoni o vicine a essi, nemmeno se sono dotati di umidificatore: l’aria è troppo calda e comunque anche secca, e causa danni anche gravi

Sono anche le piante stesse a produrre umidità: quante più ne teniamo in casa, tanto più umida rimarrà l’aria (ma non così tanto da non richiedere un nostro aiuto).

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