Domanda
Ho visto la risposta per il cancro rameale ad un lauroceraso.
Anche la mia siepe ha lo stesso problema, che prodotto potrei usare?
Risposta
Dalle due foto inviate si evince che l’attacco fungino è molto avanzato: la parte secca rivela la morte di almeno un esemplare di lauroceraso, mentre gli essudati sul tronco condannano a morte prossima anche l’altro soggetto.
In entrambi i casi fotografati non resta che tagliare alla base le piante colpite, cercando di estrarre anche l’apparato radicale e raccogliendo con cura tutta la risulta per poi bruciarla o smaltirla presso l’apposito Centro raccolta materiali. La buca dovrà essere disinfettata spargendo rame in polvere e lasciata aperta per circa 6 mesi prima di reimpiantarvi un’altra pianta (possibilmente non un lauroceraso).
Il consiglio vale anche per ulteriori esemplari che dovessero presentare colaticci sul tronco o sui rami, tenendo presente che, se gli essudati fossero localizzati solo fino a una certa altezza, è possibile segare la pianta almeno 20 cm al di sotto dell’ultima gommosità, sempre smaltendo con cura tutti i residui. Se la superficie di taglio fosse superiore a 8-10 cm di diametro, consiglio di proteggerla con un mastice fungicida (contenente rame).
Sulle piante così potate e su quelle ancora “sane” consiglio di effettuare un trattamento a taglio avvenuto, da ripetersi in novembre e nuovamente in marzo e in maggio. Il principio attivo da utilizzare varia a seconda che l’operatore sia munito o meno di “patentino”:
- se ne è in possesso, consiglio un anticrittogamico a base di tiofanate methyl, seguendo le istruzioni in etichetta per dosaggi e modalità di intervento;
- se invece non ne è in possesso, rimane la possibilità di irrorare un prodotto a base di rame di libera vendita, sempre attenendosi a dosi e modalità in etichetta.