Avete appena acquistato una casetta con un po’ di terreno tutt’intorno, con l’intento di realizzare finalmente un giardino che sia tutto vostro. Oppure avete già realizzato uno spazio verde, ma c’è qualcosa che non vi convince del tutto, un che di stonato, di dissonante con la vostra anima. O ancora, il giardino è ben lungi dall’esistere, ma rimane fra i desideri più struggenti della vostra esistenza, con l’intento di realizzarlo, prima o poi. In tutti e tre i casi i suggerimenti che leggerete da qui in avanti vi possono tornare utili.
Modaiolo o pettegolo, vade retro
Sì, perché un giardino non può nascere per caso, per piantagione qua e là, senza un minimo pensiero sulle specie, scelte senza troppo rifletterci o, peggio, che vi sono state regalate senza consultarvi. Correte il rischio di ritrovarvi un campo catalogo di piante male assortite esteticamente, probabilmente con esigenze ambientali completamente diverse (il che porterà sempre a soddisfarne alcune e non altre, con conseguente deperimento e morte degli esemplari maltrattati) e che, nel tempo, si daranno fastidio l’una con l’altra.
Ma un giardino non può nemmeno risultare “modaiolo”: se i vestiti si possono cambiare facilmente da un anno all’altro, non altrettanto si può fare con alberi e arbusti. Per esempio, l’olivo oggi tanto trend non si adatta a ogni zona d’Italia: potrebbe rivelarsi una pianta stentata, bruttina, insoddisfacente, che alla fine va eliminata lasciando un vuoto mal colmabile in un’architettura già indirizzata. O comunque può risultare fuori posto, per esempio se circondato da conifere…
E la lagerstroemia, imperante per tutti gli anni 90, oggi ha quasi stufato, tante se ne vedono in giro… Senza contare il terribile “effetto fotocopia” (o “effetto data”), in base al quale i giardini realizzati nel medesimo periodo cavalcando le specie allora di moda sembrano tutti uguali. Un po’ come negli anni 20 era obbligatoria l’araucaria, negli anni 30 le ortensie, negli anni 50 i cedri, negli anni 60 i Ligustrum lucidum, negli anni 70 l’ibisco siriaco, negli anni 80 il liquidambar…
Altrettanto drammatico per risultati l’affidarsi a “presunti esperti”, coloro i quali sentenziano (solo perché dotati di bocca, purtroppo non collegata al cervello) che “il fucsia è volgare”, “devi piantare almeno un Cornus”, “il lillà è roba da vecchie signore”, “le violette sono indice di gayezza”, “le annuali sono per principianti”, “hai sbagliato a non mettere i frutti antichi” e via discorrendo di simili sciocchezze. Il vero esperto, quello dai cui consigli attingere a piene mani, è colui il quale non vi dice “mi piace” o “non mi piace”, bensì “quella pianta è sbagliata in quel posto, è malata, crescerà contro l’edificio…”. Cioè vi dà consigli pratici oggettivi, dettati dalla sua conoscenza consolidata sul campo (e non su Facebook...), ed è un giardiniere qualificato o un laureato in Scienze agrarie (non all'"università della vita")...
Fedele compagno di vita
Un giardino vi dovrà accompagnare, nella maggior parte dei casi, per almeno una trentina d’anni: non potete pensare che venga strutturato da altri, da “sedicenti esperti”, dalle mode o dal caso, rimanendovi impermeabile. Sarà il vostro rifugio e il vostro polmone verde, fonte di riposo e di fatiche, di soddisfazioni e di arrabbiature: sarà il vostro! Potrà ospitare sassi a forma di alligatore, erba alta e fiorita, una collezione di 1500 rosai, cespugli topiari, piante australiane, statue finto barocco, labirinti, specie alpine nel roccioso, vedute trompe l’oeil e quant’altro, senza che dobbiate temere il giudizio di nessuno, accontentare interamente i vostri cari o adeguarvi all’effimero. L’importante è che piaccia a voi e che i vegetali alloggiati siano compatibili fra loro, con lo spazio a disposizione e con la zona climatica. Del resto, perché spendere tempo, fatiche e denaro per creare qualcosa che non sia confacente ai vostri gusti?
Se però non siete del tutto sicuri sui vostri gusti e desideri, vi forniamo un piccolo sistema per appurarli, per portare a galla i vostri sogni più reconditi, per scegliere con il cuore e con la mente come sarà il vostro giardino o come può diventare quello esistente.
Il gioco delle scelte
Vi servono sei fogli quadrettati (o se preferite la tecnologia, sei tabelle create al computer), da intitolare: Che scopi avrà?, Benessere dei sensi, Il giardino delle emozioni, Come lo arredo?, I miei gruppi preferiti, Le regine del giardino. Poi vi torna utile un settimo foglio (o tabella), che avrà funzione di Riepilogo dei desideri. Naturalmente, munitevi di una penna e di un paio d’ore assolutamente libere: dovete sgomberare la mente dai problemi quotidiani e lasciar fluire naturalmente i pensieri. Se potete, guardate il giardino o il terreno mentre compilate gli elenchi oppure, se si tratta solo di un promemoria per un futuro non vicino, sedetevi nel punto più tranquillo del vostro appartamento.
Per ogni categoria, dovete elencare tutto ciò che vi viene in mente, di getto, senza stare a pensarci sopra: “posso o non posso farlo?” è un pensiero che non vi deve sfiorare, attualmente. Via libera dunque a un giardino di palme in cima alle Alpi, a una quercia centenaria nel microspazio cittadino, a un vero lago sulle coste siciliane, alle piante vellutate, alla collezione di cactus… Per compilare correttamente le liste dovete arrivare a una ventina di voci. Se vi trovaste a corto d’idee, chiudete gli occhi e rievocate visite a giardini storici, pubblici o di amici, le sensazioni provate, le piante che più vi hanno colpito ed entusiasmato.
Se non sarete i soli a occuparvene, è giusto estendere il medesimo “gioco” anche a chi dividerà con voi le gioie (e le fatiche) del giardinaggio: separatamente, anche il vostro partner deve compilare le medesime liste.
Che scopi avrà?
Tra desideri e obblighi, la categoria delle funzioni svolte dal giardino non va certo deserta: c’è chi ama soggiornare all’aperto per ricevere gli amici, magari di sera, forse per un barbecue; e chi ci si rintana a leggere in perfetta solitudine o a prendere il sole in ogni momento libero. Qualcuno lo preferisce tutto di piante legnose, alberi e arbusti, magari sempreverdi; qualcun altro con sole erbacee da fiore, o piuttosto da foglia.
“Se manca l’orto non mi diverto”, “lo voglio pieno di uccellini”, “dev’essere vivibile soprattutto in primavera”, “non può non avere un ampio gazebo ombreggiato per prendere il tè”, “senza il prato, che giardino è?”, “avrà un impianto stereo esterno per ascoltare Vivaldi stando sdraiati in poltrona”, “basta che sia fuori dalla vista dei vicini”, “con il canestro e lo spazio per giocare a basket”, “assolutamente naturale e biologico”…
L’area giochi per i bimbi può essere fondamentale, così come una zona appartata per i primi amori dei figli adolescenti, ma forse anche la nonna vorrebbe godersi qualche ora di frescura all’aperto e all’ombra, e perfino il cane deve poter usufruire di una parte di terreno da devastare in libertà. E il recinto per le tartarughe? Non può mancare! Ma nemmeno la voliera per le tortore!
E se fosse invece solo un ambito dove fare giardinaggio tranquillo, non impegnativo, uno spazio a bassa manutenzione per rilassarvi dallo stress delle giornate lavorative? Oppure un mondo verde e lussureggiante per colpire gli amici, manifestando tutta la vostra bravura nell’averlo reso così vitale e florido?
Benessere dei sensi
I sensi sono cinque: vista, udito, olfatto, tatto, gusto. Uno di questi per voi predomina sugli altri o hanno tutti pari importanza, o viceversa uno non vi interessa affatto?
Quali sono i vostri colori preferiti? Elencateli, così come farete per i sapori, naturalmente offerti dai vegetali. Desiderate un giardino tutto rosso, ma ricco di basilico e prezzemolo? O uno in blu e bianco, accompagnato da rosmarino e lavanda? Meglio un’esplosione di giallo in primavera o di arancio in autunno? E quali forme vi sono più congeniali: tondeggianti o allungate, cuoriformi o lanceolate, tozze o slanciate, portate da foglie minute e copiose o da gigantesche lamine appoggiate una sull’altra? Preferite un disordinato affollamento in cui frugare per cercare i particolari o una geometrica linearità attraverso la quale la vista spazia sicura sul mondo?
Amate più la fragranza del limone o quella delle peonie? Quanto è importante svegliarvi e venire rinfrancati dal sentore di clerodendro, o andare a dormire dopo aver affondato il naso in una bella di notte? E rientrare a casa accolti dal gelsomino che incornicia la porta d’ingresso, vi fa piacere?
Ascoltare i gorgheggi degli uccellini è importante? Quasi come una cascatella che risuona argentina? Più dello stormire delle fronde anche in inverno? Senz’altro meno delle gioiose risate dei vostri bimbi che giocano tranquilli… o forse preferite un silenzio quasi totale? Nel quale accarezzare foglie pelose e morbidissime, ruvide e coriacee, lisce e glabre; venire sfiorati da flessuosi steli di graminacee o da solleticanti frasche di felci; seguire con un dito le robuste spine dei cactus o le profonde nervature della gunnera; far tintinnare la ghiaia del vialetto o scricchiolare le assi di legno sotto i piedi…
Il giardino delle emozioni
Quali sensazioni deve suscitarvi il vostro spazio verde? Se siete maniaci dell’ordine, dovrà essere rigoroso e squadrato, mentre i disordinati cronici lasceranno sempre rametti che sfuggono; i creativi mescoleranno accostamenti insoliti; gli introversi tenderanno a creare un “nido” riparato; gli ottimisti vorranno un giardino solare e aperto; gli insicuri un luogo avvolgente.
Per non sentirvi obbligati a curarlo, non riempitelo, anzi lasciatelo un po’ rado, ma se siete materni fate in modo che ospiti sempre nuovi germogli e giovani piante da crescere. I biologici a ogni costo si sentiranno bene solo se avranno la certezza che sia sano, i naturalisti si emozioneranno alla vista di sempre nuove piantine spontanee. I golosi lo ameranno se produce tanti, succosi frutti; i minimalisti se risulta essenziale; gli artisti quando si riempie di colori e di forme.
Vi deve comunicare felicità, esuberanza e voglia di vivere, oppure pacatezza, sicurezza e immutabilità? O piuttosto protezione e intimità, ospitalità e benessere, pienezza e abbondanza, libertà e assenza di confini, curiosità e mistero…
Come lo arredo?
Quali sono i materiali, gli elementi infrastrutturali e i complementi d’arredo che preferite? Legno o pietra, metallo o i più moderni materiali plastici, veri oggetti di design? E quali legni, pietre e metalli: teak, iroko, larice siberiano o pino nordico, ciottoli di fiume o lastre di porfido, acciaio o alluminio? Qualcosa di caldo e “morbido”, o un materiale freddo e lineare?
L’impianto d’irrigazione interrato vi risolve più problemi che non uno di superficie, o il piacere di stare per decine di minuti con la canna in mano a non pensare a nulla o a osservare il verde è prevalente?
Avete sempre desiderato un sentiero con scalini piuttosto che un vialetto ghiaiato, una pavimentazione in graniglia davanti all’ingresso, un andamento sinuoso o perfettamente rettilineo, una bordatura con mezzi mattoni? La recinzione non potrà mai essere in plastica, ma solo in legno? Il gazebo è indispensabile o è sostituibile con una pergola, oppure è fondamentale il berceau coperto di rose? La praticità di un ombrellone in tela è impagabile o preferite una tenda a soffietto?
“Il barbecue sarà in muratura, vicino alla zona pranzo pavimentata con maioliche e arredata con tavolo e sedie in legno”. “Qua e là spunteranno statue finto-Rinascimento appoggiate su piedistalli”. “Ci sarà una vera centralina meteorologica, per registrare tutti i dati”. “Una meridiana segnerà le ore all’aperto”. “Non deve mancare l’illuminazione notturna, con faretti a incasso e luce gialla”. “Nel laghetto voglio tanti giochi d’acqua”. Amache, anfore pseudo-etrusche, pale segnavento, nani da giardino, vecchie tinozze d’alluminio portafiori, vasi dipinti, chi più ne ha più ne metta! Oppure il nulla e lo spazio fra le piante...
I miei gruppi preferiti
È lo spazio riservato alle preferite, le protagoniste del giardino, le irrinunciabili: rose, conifere, aromatiche, fruttiferi, piante a foglia grigia, mediterranee, grasse, nane, spontanee, annuali ecc. Avrete sicuramente una o più tipologie che da sempre vi attirano o che avete scoperto di recente e vi incuriosiscono: non necessariamente avranno l’esclusiva in giardino, ma ne rappresenteranno l’ossatura, sulla quale si innesteranno le singole specie preferite.
Aiuole di sole annuali vivacizzano tutti gli spazi, i sempreverdi riempiono in ogni stagione, gli ortaggi regalano gustose produzioni, gli alberi a corteccia bianca donano un accento elegante, le rampicanti vestono pareti e infrastrutture… A voi la scelta.
Le regine del giardino
Qui l’analisi si fa difficile: dovete enucleare una ventina di specie e/o varietà che vi accompagneranno per un periodo più o meno lungo, meritandosi tutte le vostre attenzioni. Sono quelle che amate di più, che volete vedere ogni mattina quando vi svegliate, spiare in primavera per coglierne il risveglio, accudire in estate beandovi del rigoglio, accompagnare verso un tranquillo riposo in autunno e proteggere in inverno.
Dalla “banale” Primula polyantha all’esotico Callistemon, dall’insolita Hydrangea macrophylla ‘Mirai’ alla nobile rosa ‘Glamis Castle’: potete spaziare da ciò che conoscete bene, magari perché vi affascinava fin da bambini, sino a una nuovissima varietà appena presentata alle fiere di settore. Non toglieranno certo spazio alla struttura del giardino (a meno che non si tratti solo di alberi…).
Tirare le somme
Terminata l’elencazione, studiate con attenzione ogni tabella: ora dovete stilare un ordine di priorità, vale a dire numerare le voci dalla più importante e imprescindibile alla più voluttuaria o marginale. Nell’indecisione fra due o più livelli, comparate fra loro le ipotesi, chiedendovi quale è assolutamente vitale, fondamentale perché il vostro giardino vi piaccia e vi faccia stare bene.
Le prime sei voci di ciascun elenco vanno riportate sul settimo foglio: costituiranno la base per il vostro nuovo spazio verde. Se il vostro partner giardiniere ha compilato le medesime liste, confrontatele con le vostre: qualora le esigenze non dovessero coincidere, sarà inevitabile giungere a una mediazione che accontenti entrambi.
Otterrete così, alla fine della disamina, il (teorico) giardino dei vostri sogni: l’avete finalmente messo a fuoco, sapete esattamente che cosa volete, e potete impegnarvi, secondo le circostanze, per realizzarlo. Comunque vadano le cose, avrete creato un “cassetto dei sogni” che nessuno vi porterà via, neppure un’eventuale realtà dei fatti.
Dal sogno alla realtà
E ora, come fare a concretizzare i vostri sogni? Intanto, incominciando dalle piccole cose, non necessariamente dalla prima: una nuova pianta, una casetta per gli uccelli, un segnavento, oggetti minimi ma reali. Oppure partite da una piccola zona, dove magari scavare il futuro laghetto, o realizzare il roccioso, o piantare esemplari topiari.
E se qualcuno dei sogni fosse – in apparenza – assolutamente impraticabile, o per costo o per clima? Niente paura, esistono soluzioni alternative che non snaturano completamente l’idea sostanziale. Per esempio, un giardino roccioso di specie alpine in Puglia si può tramutare in una roccaglia di piante appenniniche, la collezione di piante spinose può essere concentrata in un angolo recintato e fuori dalla portata dei bambini, il tiglio centenario può essere sostituito da un ligustro ad alberetto nel cortiletto, il grusone di mezzo metro può misurare solo 10 cm (e costare un decimo) ecc.