Capita che le piante d'appartamento portate in esterni durante la bella stagione si trovino talmente bene che, al momento di riportarle fra le quattro mura in settembre, risultino troppo cresciute e ingombranti rispetto allo spazio loro assegnato in casa.
Il problema è particolarmente sentito nel caso di specie quali i ficus, i filodendri, le palme (kenzia, camadorea), le dieffenbachie ecc., dove un'altezza a volte notevole (anche 3 m) si abbina a un diametro spesso ingovernabile.
Non va trascurato nemmeno il fattore-peso: una pianta troppo cresciuta diventa quasi impossibile da spostare, a meno che il vaso non stia su una piattaforma con le rotelle.
Se non potete trovare un’altra collocazione (o un’altra casa, regalando l’ingombrante esemplare a parenti o amici), è necessario esperire rapidamente una soluzione.
Le soluzioni per piante d'appartamento ingombranti
Le soluzioni sono tre: se il problema è il diametro, potete provare a legare con l'apposito filo di plastica verde morbida e cava i rami, stringendoli verso il tronco. Una serie di tutori ben infissi nel vaso può aiutare nell'impresa.
La seconda soluzione consiste nel lasciare fuori la pianta (non sulle Alpi), se la posizione lo consente: deve essere obbligatoriamente esposta a sud e riparata dal vento e dalla pioggia (ideali i balconi moderni, chiusi su tre lati e superiormente). In questo caso bisogna prevedere in novembre di coprire l'esemplare con almeno tre teli di non tessuto, ben avvolti intorno, e di sollevare il vaso da terra con quadretti di legno.
La terza soluzione prevede la potatura dei rami e della cima, in genere ben tollerata da queste piante d'appartamento ormai ingombranti.
La potatura in altezza
Nelle specie che hanno un solo tronco che tende a spogliarsi in basso (dieffenbachia, tronchetto della felicità, dracene ecc.), il tronco si può tagliare all'altezza desiderata senza rischio di danni: il moncone emetterà entro un mese nuovi germogli su tutta la lunghezza, ma naturalmente non avrà più il ciuffo di foglie in cima (l’effetto estetico sarà ben diverso!).
La cima, così come eventuali pezzi di tronco, si pone in un barattolo trasparente pieno d'acqua (da rabboccare ogni settimana) a radicare. Attenzione a rispettare il verso "alto-basso" con i pezzi senza foglie. In capo a una ventina di giorni appariranno le radici. Interrate le nuove piante in vasi singoli dopo altri 20 giorni.
Per le altre specie, si può provare a mettere in acqua a radicare i rami potati, ma non sempre emettono le radici.
La potatura in larghezza
La riduzione del diametro (se non si riesce a contenerlo con la legatura) sulle specie a foglia grande si effettua tagliando alla base le foglie: vale per ficus elastica o robusta, pachira, spatifillo, anturio, filodendri, monstera, schefflera, alocasia, dieffenbachia ecc.
Sulle palme e simili (kenzia, camadorea, trachicarpus, Phoenix, cocos, cycas ecc.) il taglio basale va effettuato con un seghetto proteggendo le mani con robusti guanti da lavoro: si tratta di specie dai tessuti fibrosi molto duri, i cui bordi sono spesso taglienti. Le nuove foglie saranno emesse dal centro, non più dai lati.
Tutte le foglie tagliate vanno poi eliminate perché non sono in grado di dare origine a nuove piante.
Sul Ficus benjamina bisogna recidere i rami all’ingombro desiderato: privati delle foglie, potete provare a farli radicare sia in acqua sia in terra (miscela di torba e sabbia umida), ma non è detto che otteniate effettivamente nuove piante.
Sul potos (Scindapsus) è necessario recidere i tralci, se non si possono ulteriormente arrotolare: poneteli in acqua perché entro un mese ricaverete tante nuove piante che potrete regalare per Natale.