La chiamano anche giglio degli Inca o giglio del Perù, dal nome della zona d’origine: l’alstroemeria è arrivata in Europa come fiore reciso già negli anni ’90 del secolo scorso, ma è dall’inizio del Terzo millennio che si trova in vendita come pianta da vaso o da giardino a metà primavera, o sotto forma di tuberi da interrare fra settembre e novembre o fra marzo e aprile. E agli Italiani è subito piaciuta tantissimo, probabilmente per i fiori dall’architettura appariscente e dai colori solari e screziati o puntinati che hanno portato una ventata di novità fra le bulbose primaverili. Se aggiungiamo che si tratta di piante piuttosto rustiche e robuste, nonché molto fiorifere, ecco spiegato il perché di così tanta passione per l’alstroemeria.
Com’è fatta l’alstroemeria
L’alstroemeria (Alstroemeria, famiglia Liliacee) nasce da radici tuberose che sviluppano fusti eretti, fino a 30-100 cm di altezza; sono densamente coperti da foglie verdi, lanceolate e impercettibilmente spiralate, lunghe 7-9 cm. Dalla tarda primavera (maggio) a tutta l'estate (settembre) produce numerosi fiori, all'apice dei fusti, di colore rosa, rosso, arancio, giallo o bianco, con puntinature o striature marroni sui petali, simili a piccoli gigli irregolari e barocchi, utilizzabili naturalmente anche come fiori recisi: le corolle, infatti, hanno una lunga durata nell’acqua pulita; sono tutte varietà ibride floricole.
Si abbina bene ad altre bulbose di forma simile (Lilium, montbretia, hemerocallis), ma anche alle dalie, oppure al piede di alberi e arbusti, e anche di rosai ad alberetto. Perfetta in bordura, ma anche a riempire un’aiuola, e resiste perfino sulle scarpatelle e i pendii.
Come si coltiva
I tuberi vanno interrati all’inizio dell’autunno o della primavera, a una distanza di 40-60 cm l’uno dall’altro e a una profondità di 10-20 cm (profondità maggiore nelle zone più fredde); segnate la posizione con un paletto, perché, soprattutto nel Nord, possono iniziare a vegetare anche a metà maggio...
Sono piante semirustiche: tollerano fino a –5 °C; sulle Alpi però è meglio coltivarle in vaso, oppure in autunno è bene isolare le radici pacciamando con paglia o foglie secche; non è necessario estrarre il tubero. Nelle zone fredde la parte aerea si secca: si può tagliare a 5 cm dal suolo e utilizzare come pacciamatura delle radici.
Non sopportano il vento, amano posizioni soleggiate o leggermente ombreggiate e abbondanti annaffiature solo durante la bella stagione, su un terreno fertile, sciolto e ben drenato ma fresco, leggermente acido. Da aprile a settembre vanno concimate con un prodotto per piante da fiore ogni 15 giorni, oppure con letame o stallatico pellettato tra aprile e maggio.
Non cambiate posizione alle alstroemerie: la loro fioritura diventa più ricca di anno in anno, ma solo se i tuberi rimangono nello stesso luogo.
Nel caso in cui si decida di coltivare l’alstroemeria in vaso
(consigliabile nelle zone con inverni freddi), occorre scegliere recipienti da 30 cm di diametro per ogni pianta, avendo cura di versare sul fondo uno strato di materiale per il drenaggio, aggiungendo poi terra fertile da giardino. In autunno i vasi vanno riparati (o ricoverati in serra), per proteggerli dal gelo, praticamente senza innaffiare durante tutta la stagione fredda per evitare che i tuberi marciscano. Per il vaso, scegliete le varietà nane (30-40 cm d’altezza).
Attenzione: può provocare allergie da contatto, sotto forma di dermatiti. Si consiglia di effettuare la manutenzione con i guanti.