In genere sono piccoli, bianchi, giallognoli o verdastri, poco vistosi, quasi insignificanti singolarmente, più appariscenti nell’insieme dell’infiorescenza che in genere compongono, ma comunque non così belli da suscitare il desiderio di averli in giardino.
Sono i fiori dotati del profumo più dolce e intenso, quello che si spande nell’aria e a distanza di alcune decine di metri ci fa chiedere meravigliati: “Ma cos’è questo profumo?”, senza riuscire a vederne immediatamente la fonte. Qualche esempio? Calicanto e amamelide, stellina odorosa (Galium verum), mughetto, dafne, ligustro, tiglio, orniello, osmanto, verbena ecc. hanno tutti corolle minute e poco visibili, che balzano agli occhi solo se raggruppate in grande quantità. E comunque si notano solo perché, prima della vista, è stato l’olfatto a spingerci a cercarle.
Ciò non significa che non possano odorare soavemente anche le corolle ben più vistose, dalla robinia alla peonia, dal glicine alla brugmansia o trombone degli angeli, fino alla regina del profumo, la rosa, tenendo però ben presente che alcuni di questi fiori, così come li conosciamo in giardino, sono il risultato di secoli di selezione genetica da parte dei floricoltori per aumentarne le dimensioni rispetto alla specie selvatica.
Se la visione del mondo fosse strettamente antropocentrica, si potrebbe affermare che i gradevolissimi aromi fossero stati creati per l’esclusivo piacere di noi uomini, in un raptus di egocentrismo e di delirio di onnipotenza… Naturalmente non è così: l’odore forte ha uno scopo ben più grande del nostro godimento, secondo gli immutabili desiderata della Natura.
La fragranza intensa serve infatti ad attirare gli insetti (o altri animaletti) impollinatori, quei minuscoli esserini che, in cambio di un po’ di nettare dolce contenuto sul fondo della corolla, si imbrattano di granelli di polline trasportandoli inconsapevolmente da un fiore all’altro affinché si compia il miracolo della fecondazione e, da qui, possa in seguito svilupparsi il prezioso seme, fonte di una nuova vita.
Poiché negli insetti la vista è diversa da quella umana e, a volte, meno sviluppata, corolle minuscole o di colori poco visibili avrebbero avuto ben poche speranze di essere visitate, se non avessero messo a punto un segnale ben più efficace: una lunga scia odorosa, preferibilmente rafforzata da un cospicuo raggruppamento di fiori, che cattura i sensi degli animaletti guidandoli diritti sul bersaglio.