Il genere Ornithogalum, appartenente alla famiglia delle Asparagacee, annovera in Italia 12 specie e nel mondo circa 200. Le specie italiane (“latte di gallina”) sono spontanee: si coltiva comunemente (o, spesso, si coltiva da solo!) O. umbellatum, frequentissimo nei prati a margine dei boschi; quelle estere provengono dall’Asia Minore e dal Sud Africa e, in genere si coltivano da noi in vaso.
Tra le specie da giardino, la più nota è Ornithogalum umbellatum; fra quelle da vaso, O. arabicum, O. caudatum, O. dubium, O. thyrsoides.
Com’è fatto il latte di gallina dei prati e come coltivarlo
Il latte di gallina dei prati (Ornithogalum umbellatum) è una bulbosa spontanea molto comune nei campi ai margini dei boschi italiani, a fioritura primaverile. Dalle foglie a rosetta basale, lunghe e strette con una linea verticale chiara, emette uno stelo con 6-24 fiori bianchi, formati da 6 tepali rivolti verso l’alto.
I bulbi vanno collocati in posizione luminosa o in ombra leggera; si adattano ai più comuni terreni da giardino, meglio se mediamente ricchi di sostanza organica, assolutamente ben drenati. Si interrano in autunno, a gruppi dispari (3 o 5), a 10 cm di profondità e distanziati l’uno dall’altro di 5-7 centimetri.
Ottimi come tappezzanti alla base di alberi e arbusti, sono molto rustici, resistenti e facili da inselvatichire.
Si può coltivare anche in vaso, alla base di arbusti o come singola cassettina di bulbose.
Com’è fatto il latte di gallina caudato e come coltivarlo
Anche il latte di gallina caudato (Ornithogalum caudatum) è una bulbosa nativa del Sud Africa. Il bulbo cresce quasi del tutto fuori terra e può raggiungere un diametro di 10 cm. Le foglie nastriformi sono carnosette e possono raggiungere 1 m di lunghezza: costituiscono da sole metà della bellezza della pianta.
Fra maggio e agosto dal centro del bulbo si diparte lo stelo fiorale, che può oltrepassare il metro di lunghezza, portando all'apice un racemo di fiori che si sviluppano e si aprono poco per volta (nell'arco di 2-3 mesi), a forma di stella, di colore bianco con una croce verde all'interno dei petali.
Non perde le foglie dopo la fioritura, né va a riposo.
Facilissimo da coltivare in vaso, desidera un terriccio sciolto, annaffiature una volta a settimana in estate, ogni 20 giorni in inverno, concimazioni leggere una volta al mese da marzo ad agosto.
Teme il freddo: da ottobre a marzo deve essere ricoverato in una stanza fresca (senza riscaldamento).
Com’è fatto il latte di gallina arancione e come coltivarlo
L’ornitogalo arancione (Ornithogalum dubium) è una bulbosa originaria del Sud Africa dalle lunghe e larghe foglie basali, disposte a rosetta aperta. In febbraio emette un lungo stelo con 10-25 fiori arancioni, durevoli.
Durante l'estate la pianta va a riposo: necessita di un luogo a mezz'ombra, leggermente ventilato; non va innaffiata.
Le annaffiature riprendono all'inizio dell'autunno, quando è bene apportare una dose di concime a lenta cessione per piante da fiore.
In inverno nel Nord Italia il vaso va ricoverato in una cantina o soffitta luminosa, o sul pianerottolo o in veranda.
Com’è fatto il latte di gallina thyrsoides e arabicum
Ornithogalum thyrsoides e O. arabicum sono originari della Provincia del Capo in Sud Africa; vengono chiamati anche “stella di Betlemme” per la perfetta simmetria dei loro fiori candidi.
Anche questi bulbi producono una rosetta di foglie lunghe (fino a 30 cm) e morbide da cui si innalza uno stelo con un racemo compatto di 30-50 fiori (O. arabicum) o un corimbo sciolto di 5-20 fiori (O. thyrsoides). I fiori sono a coppa di colore bianco-crema, con centro verde (O. thyrsoides) o marrone (O. arabicum) che sbiadisce con la maturazione. I fiori vengono prodotti tra ottobre e febbraio, come accade per molte piante sudafricane.
Dopo la fioritura le foglie si seccano e cadono, e il bulbo va a riposo: vanno trattati esattamente come O. dubiumprima descritto.
Vanno naturalmente coltivati in vaso.
O. arabicum viene spesso utilizzato dai fioristi come fiore reciso.