Un bacino artificiale di accumulo delle acque irrigue per un’azienda agricola funge anche da riserva idrica e raccolta delle acque piovane. La garanzia del costante livello è data da un canale di superficie, un affluente indiretto del fiume Po.
Si trova nella campagna piemontese, al limitare di un piccolo bosco artificiale ricco di animali che cercano rifugio dalla città. Il piccolo lago, dalle forme rigide, e spoglio di quella tipica vegetazione che viene posta come riparo, riesce comunque a dare protezione.
Il committente del progetto, affascinato da questa presenza di vita e molto affezionato alle sue terre, vuole rievocare quell’aspetto che un tempo avrebbe potuto avere il suo podere.
Come primo intervento, dal punto di vista estetico, si sono migliorate le forme, rendendole più sinuose, attraverso linee curve e pendenze più dolci: soluzione che permette un più facile inserimento delle piante cosiddette marginali, cioè adatte all’ambiente umido, ma che vivono preferibilmente fuori dall’acqua. In questo modo si garantisce anche una maggiore sicurezza per i piccoli mammiferi che si recano presso il lago, alla ricerca di un luogo protetto per scavare una nascondiglio.
Dopodiché si è studiata la possibilità di inserimento delle diverse essenze vegetali. Dagli alberi, molti già presenti, alle piccole erbe acquatiche, indispensabili per garantire al semplice ecosistema di autosostenersi.
Molte le piante marginali inserite: Iris, Sagittaria, Rheum, Mentha, Petasites, Filipendula, Albizzia e diverse piante alloctone particolari e di facile adattabilità.
Una discreta fornitura di piante di tipo forestale, già allevate dal proprietario, quali Populus, Salix, Betulus, Carpinus, Morus, Taxodium, è stata utilizzata per creare delle leggere quinte nei confronti delle proprietà limitrofe e dei campi coltivati a cereali per il fabbisogno aziendale.
Un lembo di terra è stato staccato dalla sponda creando così un piccolo isolotto invaso di vegetazione, luogo sicuro per la nidificazione dei volatili. Un piccolo piano in legno, a sbalzo sulla superficie dell’acqua, serve da approdo per una zattera realizzata proprio dal proprietario, che è utile se si devono effettuare dei lavori di manutenzione e, soprattutto, è un piacevole luogo di osservazione, una sosta riparata dall’umidità del terreno per sedersi o sdraiarsi godendo di tutti quei suoni, rumori e richiami unici della natura.
Un filare di alberi da frutto, preesistente, chiude la scenografia creata attraendo con le sue scalari fioriture insetti impollinatori e diversi uccelli.
Progetto di Suingiardino, di Nicolò Scacchi e Veronica Buratto